Gwerz Ar Vezhinerien – Complainte Des Goémoniers

Gwerz Ar Vezhinerien – Complainte Des Goémoniers è un brano che spicca tra i nove nell’album d’esordio degli Storlok.

Il brano sebbene creduto un tradizionale è stato composto da Denez Abernot e poi diffusosi capillarmente tra i cantanti bretoni, tanto da potersi classificare come una canzone popolare. Il nonno di Denez Abernot era un goémonier ed è proprio in suo omaggio che il brano fu composto.

I Goémoniers

Gwerz Ar Vezhinerien – Complainte Des Goémoniers

Scrive Riccardo Venturi “Non saprei bene come rendere questa parola. Il goémon (in bretone: gouemon o bezhin, in francese anche varech) è una strana cosa. E’ un miscuglio compatto di alghe.,,
E’ un fertilizzante naturale formidabile, ma in Bretagna lo usano da secoli anche come combustibile. ..
il goémon doveva essere tagliato con una speciale e micidiale falce a lama e a manico lunghi, una specie di frullana che veniva chiamata significativamente gilhotinn, ovvero “ghigliottina”. E, infatti, ghigliottinava letteralmente le mani dei raccoglitori. Bastava un colpo dato male per ferirsi seriamente.

La raccolta del goémon si faceva a partire dalle tempeste del mese d’aprile, e il lavoro durava giorno e notte fino alla fine dell’estate. Nelle altre stagioni, andare sulle scogliere avrebbe significato morte sicura. Il goémon, certo, si trovava anche sulle spiagge; ma misto alla sabbia era di qualità molto peggiore.
Una volta raccolto, il goémon veniva messo a seccare. Una volta ben secco, veniva bruciato ad alta temperatura; si depositava allora, nei fossi creati appositamente per l’operazione, una specie di “lava minerale” e lo iodio contenuto in grande quantità nel goémon evaporava. Quel che restava veniva poi formato in “pani” (i cosiddetti pains de la mer) che, in pratica, erano soda.

La si usava un po’ per tutto, anche per fare la tintura di iodio. Dopo che il famoso Daguerre scoprì la sensibilità dello ioduro d’argento alla luce, si servì del prodotto per le prime fotografie della storia; e lo ioduro d’argento era fatto col goémon.
Insomma, una ricchezza naturale che rappresentava, in Bretagna, l’unica alternativa reale alla pesca. Un’alternativa che costava, esattamente come la pesca, lacrime e sangue; anche perché in mare le donne non andavano, mentre a raccogliere il goémon sì.  
[stralciato dal sito Antiwarsongs]

Gwerz Ar Vezhinerien (CANTO DEI GOÉMONIERS) Denez Abernot

I
Na pa ‘moa klevet ar c’heleir
E ranke mond kuit va mestrez
Da vezhinañ d’an enezeier
Trielen ha Molenez
O landi lan dilo,
o landi lan dilo,
o landi lan dilo.
II
Na pa ‘moa klevet ar c’heloù
E ranke mond kuit mintin mad
Kerkent ha ma save ar gouloù
E save ad dour en va daoulagad
III
Kar ar vuhez en enezennoù
‘Zo ur vuhez trist ha kalet
Bemdez, bemnoz e-kreiz ar poanioù
Ar vezhinerien ‘zo tud daonet
IV
En o bagoù, abred diouzh ar mintin
E lakont ar c’herreg en noazh
Faoutet o daouarn gabd ar c’hilhotinn
Ha torret o c’hein gand ar gravazh
V
Ar beleg kozh er gador a lavar
Ez eus un Doue war ar mor
Hag un Doue all c’hoazh war an douar
Evid ar re a chom er goudor
VI
An hini en-deus savet ar ganouenn
En-deus bet klevet alies
Kerent, mignoned hag amezeien
O kontañ buhez an enezeienn
VII
E dad kozh en-deus bet graet ar vicher 
Da drouc’hañ an tali moan
A-hed e vuhez war ar reier
Etre Plouguerne ha Kerlouan.

I
Quando ho sentito la notizia
che la mia donna doveva partire
per la raccolta del goémon sulle isole
di Trielen e Molène
O landi lan dilo,
o landi lan dilo,
o landi lan dilo.
II
Quando ho sentito la notizia che
doveva partire al mattino presto, 
fino dall’alba
mi ero messo a piangere
III
Perché la vita sulle isole
è triste e dura,
ogni notte, ogni giorno nel dolore,
i goémoniers sono gente dannata
IV
Montano in barca la mattina presto,
mettono gli scogli a nudo
con le mani spaccate dal gilhotinn
e spezzandosi la schiena con la carriola
V
Dal pulpito il vecchio prete dice
che c’è un Dio sul mare
e un altro in terraferma
per chi è rimasto al riparo
VI
L’autore di questa canzone
ha sentito molte volte
parenti, amici o vicini
raccontare della vita sulle isole
VII
Suo nonno ha fatto quel mestiere
tagliando il goémon fine,
tutta la vita sulle scogliere
fra Plouguerneau e Kerlouan

Traduzione italiana Riccardo Venturi

Pillole

Per gli abitanti del Paese Pagano (la costa nord di Léon) utilizzare il prezioso goémon come fertilizzante era più o meno l’unico rimedio alla povertà del loro suolo.

Anche Michel Tonnerre, il cantore del mare, nel 1992 consacrò una canzone all’argomento, posta proprio all’inizio dell’esordio da cantautore, dopo il suo ritorno dai viaggi

Les Goémoniers in Fumier d’baleine

(“Quando l’oceano esausto viene a leccare la spiaggia, si sottrae, indietreggia e si squarcia senza tregua, le alghe gocciolanti pascolano le insenature, strappate dai giardini del Mare Atlantico. E quando la tempesta ha smosso le acque gli uomini vanno a cercare questo cespuglio dei mari. Ci sono gli uomini della mia terra, alle scarpate del Paese Bretone, che sono mietitori del mare e raccolgono il goémon….seccata al sole sulla duna o nei campi, un giorno l’alga annerita è consegnata alla fiamma e i goémoniers vicino a dei fuochi crepitanti in un vecchio rito pagano, sembrano rianimarsi…“).

Un altro testo di Tonnerre “Bretagne la Grande” è stato musicato da David Bellec, nell’omaggio postumo omonimo (“…sono finiti al cimitero sotto una lastra di pietra, qualche fiore di plastica e una povera candela, pensa a questi goémoniers, ricordati del loro lavoro, forca in mano sui ciottoli, conservali bene nel tuo cuore“)

Si narra che sull’isoletta di Sein, le donne che possiedono il cosiddetto “dono di confidare” per recarsi ai “sabba del mare” con gli spiriti maligni delle acque, utilizzino come imbarcazioni proprio i cesti di vimini con cui si usa raccogliere solitamente goémons. Questi cesti hanno la parte inferiore rientrante come il fondo di una bottiglia e per trattenere il carico vi si conficca una bacchetta (che in bretone sui chiama bâ bédina) che le vecchie usano appunto come remo e timone stando accovacciate sui calcagni. I cesti così diventano Bag-Sorcéres, ovvero Barche della Stregoneria.

Da secoli le popolazioni che vivono lungo le coste hanno imparato a raccogliere, per il consumo abituale, diverse qualità di alghe.
In particolare in Scozia e Irlanda le alghe dulse e il muschio irlandese hanno sempre fatto parte della dieta degli abitanti costieri.
Le alghe dulse vengono raccolte principalmente in Scozia, Irlanda del Nord, Scandinavia, Islanda e Bretagna nei mesi tra giugno ed ottobre durante le fasi di bassa marea e vendute in foglie oppure macinate: i raccoglitori (in via di estinzione) salpano alle prime ore del mattino con l’alta marea, quando il mare si ritira ecco che le alghe restano attaccate agli scogli e alle rocce lungo la linea del basso fondale e vengono raccolte a mano. Per l’autoconsumo la raccolta di piccole quantità viene fatta direttamente a riva, tra gli scogli. Le alghe sono poi stese sulla spiaggia ad asciugare, alla fine si arrotolano in grosse balle e sono portate agli stabilimenti per il trattamento e il confezionamento. (Cattia Salto)

LINK
https://thesession.org/tunes/10704

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Pubblicato da Flavio Poltronieri

Etnomusicologo. Autore e traduttore di canzoni. Ha pubblicato su riviste di avanguardia musicale in Italia/Francia/Germania. Fa parte della redazione giornalistica di Blogfoolk, Lineatrad e leonardcohenfiles.com

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