Un inno nazionale ufficioso, che tutti gli irlandesi conoscono e sanno cantare a memoria, specialmente se appartengono alle tifoserie del calcio e del rugby.
Una storia triste di libertà negata composta nel 1970 dal poeta-scrittore e cantante di Dublino Pete St. John, la storia di un uomo di nome Michael di Athenry, un paese nella contea di Galway che, ribellatosi alla Corona inglese, viene arrestato e deportato in Australia. Il canto è il dialogo tra lui e la moglie, separati dal muro della prigione mentre l’uomo è in attesa della nave che lo porterà nei campi di lavoro e di prigionia.
L’accusa è quella di aver rubato il “grano di Trevelyn”, ossia di aver rubato del cibo per mantenere la sua famiglia ridotta in povertà dalla Grande Carestia del 1845-1849
Il brano è la denuncia, con un velato sentimento anti-britannico, di una serie di problemi che per molti anni del 1800 hanno causato gravi difficoltà all’Irlanda (dolore, miseria, emigrazione): ma è anche un messaggio di libertà che vola alto nel cielo. Le parole di Pete St John sono la voce di ogni emigrante che abbia lasciato la sua terra alla ricerca di una libertà che non trova nella propria patria.
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I By a lonely prison wall I heard a young girl calling “Michael, they are taking you away, For you stole Trevelyn’s corn, So the young might see the morn. Now a prison ship lies waiting in the bay.” Low, lie the fields of Athenry, Where once we watched the small free birds fly. Our love was on the wing, We had dreams and songs to sing. It’s so lonely ‘round the fields of Athenry. II By a lonely prison wall I heard a young man calling Nothing matters Mary when you’re free, Against the Famine and the Crown I rebelled they ran me down Now you must raise our child with dignity. III By a lonely harbour wall She watched the last star falling As the prison ship sailed out against the sky Sure she’ll wait and hope and pray For her love in Botany Bay It’s so lonely ‘round the fields of Athenry. |
Traduzione italiano Cattia Salto I Accanto all’isolato muro della prigione ho sentito il lamento di una ragazza “Michael, ti stanno portando via, per aver rubato il grano di Trevelyn, così il piccolo potrà arrivare a domani. Una nave prigione è ora ormeggiata nella baia in attesa .” Laggiù, si estendono i campi di Athenry, dove una volta guardavamo volare liberi gli uccellini. Il nostro amore era sulle loro ali, avevamo sogni e canzoni da cantare: c’è la desolazione intorno ai campi di Athenry II Accanto all’isolato muro della prigione ho sentito la risposta di un ragazzo “Non preoccuparti Mary, basta che tu sia libera. Contro la Carestia e la Corona mi ribellai e loro mi hanno catturato. Adesso devi crescere nostro figlio con dignità” III Accanto all’isolato muro del porto lei guardava l’ultima stella cadere mentre la nave-prigione salpava verso l’orizzonte di certo lei aspetterà e spererà e pregherà per il suo amore a Botany Bay (1). c’è desolazione intorno ai campi di Athenry |
NOTE
1) La produzione di ballate ottocentesche che hanno come tema la deportazione in Australia è ricorrente per tutto il secolo.
Botany Bay, Moreton Bay, Van Diemen’s Land, Port Phillis, Port Arthur, Macquarie Harbour, e Norfolk Island sono tristi nomi che ricorrono nelle ballate sulle deportazioni in cui si mescolarono realtà a fantasia tese a formare l’opinione e le aspettative dell’uomo comune su quelle terre.
FONTI
http://www.antiwarsongs.org/canzone.php?lang=it&id=38208&all=1#agg240818