I Falò di Gennaio

Gennaio è nel calendario agrario il mese in cui la terra è ancora addormentata sotto la coperta di neve e gelo, ma è anche il mese dei roghi propiziatori. Con alte cataste di fascine, cascami e rimasugli delle potature, si accendeva il falò di Gennaio per scacciare il male e propiziare la fertilità della terra.

I falò nell’Anno Nuovo iniziano ad ardere nel nord Italia già il 5 gennaio.
Nella pianura padana sono i roghi della Befana o della Vecchia detta in Brianza e Varesotto la Giubiana (Giöbia), la festa cade sull’ultimo giovedì di gennaio, oppure si brucia la Vecchia durante i giorni della merla come nel cremonese e nel lodigiano; in Piemonte (e in tutte le regioni d’Italia) i roghi si accendono il 17 gennaio per la ricorrenza di Sant’Antonio Abate, giorno in cui ha inizio il Carnevale.

Questi falò di Gennaio sono oggi solo dei momenti comunitari di convivialità, per bere vin brulè e assaggiare dolci tipici della ricorrenza, ma un tempo erano l’occasione per prevedere il tempo che farà: in base alla direzione del fumo e delle faville il contadino poteva conoscere se l’annata agraria sarebbe stata abbondante o se i raccolti sarebbero stati scarsi.

I Falò di Gennaio si stanno spegnendo?

Covid a parte, il numero di falò si è andato a ridurre soprattutto nei centri urbani sempre più inquinati. Una volta i ragazzi del posto passavano di casa in casa a chiedere la legna per la catasta (a volte erano invece dei raid furtivi e oggetti di legno incustoditi finivano nel mucchio), ma oggi molti roghi si sono rimpiccioliti, perchè preparati con meno cura e dedicandoci meno tempo.
In cima al falò si lega ancora il fantoccio della befana, la vecchia strega, il capro espiatorio con il quale la comunità impetra i favori della dea terra.
Nel secolo scorso intorno al falò si faceva baldoria, si ballava e cantava e un po’ di tizzoni si portavano a casa come buon augurio.

Un grande rogo è sempre magico, l’immenso calore in contrasto con il freddo pungente della notte invernale, la danza delle fiamme che cattura lo sguardo e azzera la mente. Basta poco per raggiungere uno stato di trance.

Che il calore della fiamma possa ritornare ogni anno a riscaldare la terra!

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Pubblicato da Cattia Salto

Amministratore e folklorista di Terre Celtiche Blog. Ha iniziato a divulgare i suoi studi e ricerche sulla musica, le danze e le tradizioni d'Europa nel web, dapprima in maniera sporadica e poi sempre più sistematicamente sul finire del anni 90

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