El Caganer

Benvenuti nel Calendario dell’Avvento 2022 ideato da Terre Celtiche Blog su ispirazione del Calendario dell’Avvento illustrato da Paul Bommer[1]

7 dicembre

Caganer by Paul Bommer
Paul Bommer El caganer

Il personaggio disegnato da Paul Bommer appartiene al folklore catalano, ed è una tipica statuina del presepe, diventata negli ultimi anni, un ricercato souvenir di Barcellona, ritraente le celebrità del momento nell’atto di defecare: el caganer.

Secondo la tradizione il Cagone è un contadino, e così Paul Bommer lo raffigura con la tipica berrettina rossa (il berretto frigio o il pileo degli antichi romani), il gilet di lana e la pipa. Si è calato i pantaloni e si è accovacciato sotto ad un pino, al riparo da sguardi indiscreti, così nel presepe catalano la statuina del caganer viene posizionata un po’ nascosta, sotto ad un ponte o tra le fratte, affinchè la gente che ammira il presepio, vada a cercarla con lo sguardo.

Mi piace molto il cromatismo scelto da Bommer per questa illustrazione, le tonalità che mi ricordano la Barcellona di Gaudì, costruita con la pietra di Montjuic, un’arenaria compatta e solida dal colore giallognolo, o l’arenaria leggermente rosata della montagna di Montserrat, stilizzata sullo sfondo, con il Monastero della Madonna Nera, meta di pellegrinaggio devozionale fin dal Medioevo. Così Bommer mescola sacro e profano, funzioni corporali e moti dello spirito come il Caganer del presepe.

affresco pompeiano

La statuina nel contesto della nascita di Gesù ha un significato apotropaico, il suo è un gesto che porta l’abbondanza (la fertilità della terra) e con essa salute e felicità nella casa che lo inserisce nel Presepe.
Vale a dire la Fortuna, dea alla quale il nostro cagone è associato in un affresco di Pompei-conservato nel Museo nazionale di Napoli- ma che un tempo proteggeva una latrina; se ancora ad oggi ci siano varie ipotesi interpretative sull’immagine e la scritta “Cacator cave malum” (in italiano “Cacatore, fai attenzione alla sventura!”), è qui che possiamo comprendere finalmente il significato delle espressioni “bucio de culo” (dialetto romano) ovvero il modo di dire “che culo” per indicare la fortuna. Tanta merda, tanta fortuna (come in teatro).
Il cagone inoltre è anche una statuina del presepe napoletano- non sono ancora riuscita a capire se la statuetta sia d’importazione catalana o sia partenopea, non dobbiamo dimenticare che fu Carlo III di Borbone (1716- 1788) il Re di Napoli e di Sicilia a coltivare una grande passione per il presepe a cui vi si dedicava personalmente, insieme alla moglie – presepe sempre più grandioso ed elaborato, che veniva allestito di anno in anno nella Sala elicoidale della Reggia di Caserta[2]. Nel 1759 Carlo, a 43 anni, abdicò a favore del figlio Ferdinando, per succedere al trono di Spagna, dopo che il fratello era morto senza eredi. Portò con se parte delle statue del Presepe casertano, che lui stesso aveva costruito, e alcuni dei maestri presepisti. Fu lui a diffondere nelle famiglie aristocratiche spagnole la moda affinchè facessero a gara per allestire il presepio più grandioso e più bello.

il presepe reale di Carlo III

Occhio malocchio prezzemolo e finocchio

Fin dall’antichità il fallo esibito e il cagone erano dei potenti amuleti contro il malocchio. Enric Ferrer Batet cita un sigillo di pietra ollare della creta minoica di circa 3.800 anni fa[3] come primo cagone della storia; lo ritroviamo principalmente nei sigilli e nei gioielli come figura maschile accovacciata, come pure nelle ceramiche, negli affreschi, nei mosaici e nei bassorilievi d’epoca romana.

caganer francese
da https://ie.wikipedia.org/wiki/Flatu

L’uomo che caga è tuttavia ben più di un amuleto, è una divinità protettrice per la salute della famiglia e per i buoni raccolti, secondo molti studiosi è il retaggio di un’arcaica divinità degli escrementi venerata da antichi egiziani e antichi romani rispettivamente con i nomi di Pet e Crepitus[4]

E che gli artisti settecenteschi ne fossero ben consapevoli, ce lo testimonia un’immagine sincretica, da un incisione francese di anonimo con la scritta «el molt salutífer Déu Pet»- della serie le vecchie divinità, quelle preistoriche e ancestrali non muoiono mai, cambiano solo nome.

Jordy Bilbeny nel suo “La sacralità perduta del Caganer” ben argomenta le connotazioni sacre del cagone che giungono dalla religione precristiana e il cui substrato si perde nella notte dei tempi.
Egli arriva ad ipotizzare che il caganer del presepe sia un “travestimento” o se vogliamo una nuova funzione del numen tutelare Stercus il quale già prendeva il suo posto tra le statuine dei Lari (un presepe ante-litteram) nella domus.
Identificato a seconda degli autori come il padre di Saturno (sant’Agostino) o con Saturno stesso (Macrobio) o con “il figlio di Fauno” (Plinio) -o di Pan fratello-marito della dea Fauna o Bona Dea, a farlo diventare simbolo del Diavolo il passo è breve. Sono queste infatti le antiche divinità romane che finiranno per essere associate dal Cristianesimo -inevitabilmente-con Satana.

Così possiamo ipotizzare che il nostro caganer altri non sia che un seguace di Saturno, la cui festa si celebrava in prossimità del Solstizio d’Inverno -e di Mitra- da cui il berretto frigio (o pileo) messogli in testa come suo tratto distintivo.

caganer Loggia della Seta Valencia
Caganer Loggia della Seta Valencia XV secolo

Come simbolo di buona fortuna e amuleto contro il male l’uomo che caga è scolpito in varie parti d’Europa nei capitelli, modiglioni o doccioni delle grandi cattedrali del Medioevo. Cito il noto gargoyle girato di culo sul lato destro della cattedrale di Friburgo in Brisgovia (Germania), il fauno della Cattedrale di Oviedo (Asturie) e il gargoyle della cattedrale di San Lazzaro ad Autun (Francia). Nella Loggia della Seta a Valencia (Spagna) nella facciata del Padiglione del Consolato del Mar il caganer accovacciato che mostra natiche e genitali è il modiglione di una delle finestre al piano terra.
La Chiesa inglobando questo simbolo pre-cristiano cercò spesso di demonizzarlo, così defecare e mostrare le natiche sono diventati sinonimo di Satana e di peccatori.

La Virgen y la montaña de Montserrat

caganer scultura della Vergine di Montserrat
particolare del caganer fine XVII secolo nella scultura della Vergine di Montserrat

Prima di comparire nel presepe catalano il caganer viene scolpito nel rilievo marmoreo seicentesco di autore anonimo della Vergine di Montserrat esposto al Museo delle Belle Arti di Valencia. Attribuito a Francesco Grau i Torres la scultura in alabastro è datata al 1678-1693. La Vergine di Montserrat, seduta in trono con il Bambino in grembo è incastonata nella montagna finemente scolpita con scene di vita quotidiana di pellegrini, eremiti o paesani. Se guardiamo il paesaggio con attenzione alla fine noteremo un caganer accovacciato proprio sotto ad un albero.
Non so se Paul Bommer avesse avuto modo di ammirare la scultura -e quindi abbia accostato scientemente le due immagini nella sua illustrazione- ma io mi sono fatta persuasa che l’artista abbia tratto ispirazione dall’inconscio ancestrale, per dirla come Jung l’inconscio collettivo che appare come il deposito di tracce latenti provenienti per l’appunto dal passato preistorico dell’uomo. Il che è un ulteriore elemento a supporto dell’argomentazione fin qui esposta.

Come se non bastasse in questa trama semiotica anche il ben più antico canto dei pellegrini Stella splendens rivolto alla Madonna di Montserrat, sembra descrivere con il canto ciò che è scolpito nella pietra seicentesca.
Oltre alla descrizione di tutte le genti che accorrono per portare le offerte alla Madonna (con il bimbo in grembo) e quindi alla Natività -proprio come nel presepe-
nell’ultima strofa dice
Cuncti ergo precantes sexus utriusque,
Mentes nostras mundantes oremus devote
[Tutti quindi, donne e uomini,
purificando le nostre anime, preghiamo devotamente]

Il Tabù della Cacca

In Spagna del Caganer per tutto il Novecento non se ne parla ufficialmente, anzi si cerca in tutti i modi di sradicare[3] la statuina dal presepe catalano, vuoi per l’esibizione del culo ritenuto un gesto dispregiativo, vuoi per l’associazione della cacca con Satana.

A me pare molto affascinante e ben argomentata tutta la trattazione di Jordy Bilbeny che attribuisce alla statuina del caganer seicentesco -fermo restando il suo simbolo di fertilità -una funzione sovversiva, di culto nascosto al vecchio dio romano degli escrementi

Nel XVII secolo, di conseguenza, proprio nel momento in cui, come ci viene detto e ridetto, si fisserà l’iconografia moderna del cagone, non si poteva ignorare questa testimonianza del “bacio infame” perché fu uno dei motivi per cui i tribunali − sia civili che inquisitoriali − vi alludevano per accusare persone di stregoneria e adorazione del diavolo. O come afferma Fernando Garrido: “Anche durante la seconda metà del XVII secolo, continuarono con ardore le persecuzioni contro gli stregoni, maghi [ndt credo che il termine fetiller voglia dire taumaturgo] e le persone che facevano patti con il diavolo” . Quindi, che l’unico personaggio che mostra il culo nel presepe sia semplicemente e precisamente “il caganer”, doveva avere un significato molto evidente, che, per le ragioni qui argomentate, è rimasto quasi nascosto, ma non del tutto. Ecco perché Wentersdorf assicura che mostrare le natiche nude e scoreggiare o fingere di farlo non è qualcosa di aneddotico, ma risponde a “gesti rituali”, che vengono interpretati “come un mezzo per esprimere pubblicamente sfida e disprezzo. Il gesto, non sconosciuto come deliberato insulto anche nel XX secolo, era popolare nella commedia greca”[4]

I Catalani hanno un approccio molto diretto con la merda, che viene citata in molti modi di dire: «me cago en la leche» (che è semplicemente un’esclamazione), «lluvia en la montaña, mierda en el llano» (piove in montagna, merda in pianura) «culo y mierda» (per dire culo e camicia).[5]

La cacca, il fumo e le visioni mistiche

Merda e visioni mistiche vanno di pari passo. Immagino che anche a voi sarà venuto spontaneo chiedervi “Perchè il “caganer” fuma la pipa mentre è accovacciato?” Perchè il suo è un percorso iniziatico, si sta preparando alla visione del trascendente. Molti credono che la statuina sia una manifestazione di disinteresse alla narrazione della Natività, forse anche dissacratoria, eppure il cagone è lì proprio per accostarsi al divino, per guardare oltre la realtà. E il fumo di erbe estatiche è il tramite!

Le prime rappresentazioni iconografiche di questo cagone che fuma ci rimandano alle ceramiche seicentesche -e all’uso sacro del tabacco dei nativi americani che Olandesi e Spagnoli dovevano sicuramente conoscere dopo Colombo. Ma anche i semi di canapa o l’oppio del papavero erano ben noti nell’area mediterranea, come i funghi allucinogeni lo erano ai popoli del Nord Europa. Ecco ancora il riaffiorare di antiche pratiche sciamaniche, di riti iniziatici e di rinascite.
Essere puliti interiormente prima di accostarsi al divino vuol dire defecare e digiunare (anche il digiuno eucaristico si inserisce in questo approccio trascendente al sacro)[6] e soprattutto fumare, aggiunge Jordy Bilbenyin preparazione alla grande festa del solstizio d’inverno o della nascita del Divino Bambino“- fumo di erbe aromatiche -leggasi estatiche- per purificare l’anima.

Anche in questo caso assistiamo a una demonizzazione del fumo -nel Seicento il fumo era considerato dalla Chiesa -e di conseguenza dai Re spagnoli- uno strumento del Diavolo e numerosissime furono le proibizioni e i divieti con tanto di minaccia di scomunica a coloro che fumassero in Chiesa

..non può essere casuale o involontario che il Caganer appaia sempre fumante, già nelle prime rappresentazioni grafiche del XVII. Gli artisti che li hanno dipinti, prima sulle mattonelle e poi quelli che hanno realizzato la statuina del presepe, non potevano prescindere dalle connotazioni diaboliche che derivavano dal tabacco e dall’atto di fumarlo. E men che meno delle molteplici interdizioni dei re, papi e vescovi per far smettere di fumare. Pertanto, non sarei affatto sorpreso che la fortissima persistenza nella costruzione di cagoni fumatori, che in Catalogna si comincia a percepire per tutto il XVII secolo e che si accentuerà sempre di più nel corso del XVIII e XIX secolo, abbia a che fare anche con il desiderio di dotarlo di questa stessa connotazione anticattolica o antispagnola o di collegarlo direttamente al Diavolo.[6]

Inno del Corpo sciolto

Era il 1979 quando Roberto Benigni cantò l’Inno del Corpo Sciolto al programma televisivo di Renzo Arbore

Roberto Benigni

E questo è l’inno-o del corpo sciolto
lo può cantare solo chi caca di molto
se vi stupite la reazione è strana
perché cacare soprattutto è cosa umana.
Noi ci si svegliamo e dalla mattina
i’ corpo sogna sulla latrina,
le membra riposano ni’ mezzo all’orto
che quest’è l’inno, l’inno sì del corpo sciolto.
C’hanno detto vili, brutti e schifosi
ma son soltanto degli stitici gelosi,
ma i’ corpo è lieto, lo sguardo è puro
noi siamo quelli che han cacato di sicuro.

Pulissi i’culo dà gioie infinite,
con foglie di zucca di bietola o di vite
quindi cacate perch’è dimostrato
ci si pulisce i’culo dopo avè cacato.



Evviva i cessi sian benedetti
evviva i bagni, le tualet e i gabinetti,
evviva i campi da concimare
viva la merda e chi ha voglia di cacare.

E se parlo con un demente un fetente un ignorante
mi levo la giacca e la cacca gli fo.
I’bello nostro è che ci si incazza parecchio
e ci si calma solo dopo averne fatta un secchio
la vogl’arreggere per una stagione
e colla merda poi far la rivoluzione!
Pum-pa pum
Pieni di merda andremo a lavorare
e tutt’a un tratto si fa quello che ci pare
e a chi ci dice, dice te fa’ questo o quello
gli cachiam addosso e lo riempiam fino al cervello.
Non sono mai stato cosí giocondo.
Viva la merda che ricopre tutto il mondo:
E’ un mondo libero, un mondo squacchera,
Perché spillaquera di qua e di la’.
Cacone, merdone, stronzone, puzzone!
La merda che mi scappa si spappa su di te!

Così anche Benigni non manca di sottolineare la portata rivoluzionaria della cacca!

[1] Traendo ispirazione dal Calendario dell’Avvento di Paul Bommer (disegnato nel 2010) anche in Terre Celtiche Blog per il 2022 faremo il count-down dal 1 dicembre fino al giorno di Natale. L’artista ci ha dato l’autorizzazione a utilizzare le immagini dei suoi bellissimi disegni, così ogni giorno volteremo virtualmente una pagina del Calendario per gustarci una storia, una canzone, del buon vino cotto, un dolcetto.. https://terreceltiche.altervista.org/ritual-chants/#ca

[2] https://michelangelobuonarrotietornato.com/2021/12/21/presepe-napoletano-i-personaggi-e-il-loro-significato/
https://ilmanifesto.it/nelle-viscere-siamo-tutti-uguali-viva-el-caganer

[3] https://centrehistoriadegava.blogspot.com/2021/12/el-llarg-viatge-del-caganer.html

[4]Al segle XVII, en conseqüència, just en el moment en què, com se’ns diu i rediu, es fixarà la iconografia moderna del caganer, hom no podia ignorar aquesta evidència del bes infame, car era una de les raons que els tribunals −tant civils com inquisitorials− al·ludien per acusar la gent de bruixeria i de culte al Dimoni. O com ho assegura En Fernando Garrido: «Encara durant la segona meitat del segle XVII continuà amb ardor la persecució contra bruixots, fetillers i gent que feia pacte amb el diable». Llavors, que l’únic personatge que ensenyi el cul al pessebre sigui tan sols i precisament «el caganer», havia de tenir algun significat molt evident, que, per les raons aquí argüides, ha quedat quasi ocult, però no del tot. Per això En Wentersdorf assegura que ensenyar les natges nues i tirar-se un pet o fer-ho veure no és quelcom anecdòtic, sinó que respon a «uns gestos ritualístics», que són interpretats «com al mitjà de manifestar públicament desafiament i menysplreu. El gest, no desconegut com a insult deliberat fins i tot al segle XX, fou popular a la comèdia grega» http://www.jordibilbeny.cat/2020/11/20/la-sacralitat-perduda-del-caganer/

[5] per un corso avanzato sui modi di dire con la cacca https://blogs.cpnl.cat/suficiencialh/files/2018/01/Els-catalans-i-la-caca.pdf

[6]no pot ser casual ni involuntari que el Caganer aparegui sempre fumant, ja a les primeres representacions gràfiques del XVII. Els artistes que els pintaven, primer a les rajoles i després els qui creaven la figureta del pessebre, no podien estar al marge de les connotacions diabòliques que comportava el tabac i el fet de fumar-ne. I menys de les múltiples interdiccions de reis, papes i bisbes perquè la gent deixés de fumar. Per tant, no m’estranyaria gens que la persistència fortíssima a construir caganers fumadors, que a Catalunya comencem a percebre al llarg del segel XVII i que s’anirà accentuant cada cop més al llarg dels segles XVIII i XIX,  tingués quelcom a veure també amb la voluntat de dotar-lo d’aquesta mateixa connotació anticatòlica o antiespanyola o de vincular-lo directament amb el Dimoni. http://www.jordibilbeny.cat/2020/12/15/el-caganer-el-dimoni-el-fum-i-la-visio-transcendent/

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Grazie per aver votato!

Pubblicato da Cattia Salto

Amministratore e folklorista di Terre Celtiche Blog. Ha iniziato a divulgare i suoi studi e ricerche sulla musica, le danze e le tradizioni d'Europa nel web, dapprima in maniera sporadica e poi sempre più sistematicamente sul finire del anni 90

2 Risposte a “El Caganer”

  1. complimenti vivissimi per questo studio approfondito ! Redatto in modo talmente unico e attraente che riempie vuoti dispersi, e colma di gioia! La ringrazio per aver così costruito una caccia al tesoro che non finisce mai. E racconta le comuni radici ,il loro evolvere dal tronco e la grande fioritura di rami che somigliano ma sono diversi , si trasmettono in lingue differenti ,per cui questo blog diventa prezioso per chi sia, come me, appassionato di storia. grazie infinite e bravissima!

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