Eki Dumah

Eki Dumah è una sea shanty caraibica (hauling chantey) riportata da Stan Hugill, che la ascoltò negli anni ’30-’40 da “Harry Lauder” di St. Lucia. Il genere ha subito contaminazioni dai lavoratori asiatici che vivevano nelle Indie Occidentali (indiani nei Caraibi, Mauritius, Fiji e cinesi in America come lavoratori nella ferrovia). Erano detti coolie da “kulli” che vuol dire facchino.

Passo la parola a Gibb Schreffler (che si firma Hulton Clint) e che scrive nell’ambito del suo progetto “A Journey through Stan Hugill’s Shanties from the Seven Seas“.

This hauling chantey comes from the Caribbean, however it is based in the phenomenon of “Lascars” or South Asian crews. The interactions, aboard ship, between Indian crew members and other nationalities resulted in mixtures of culture and language. Words and commands in the so called “Lascari baat” (shipboard Hindi/Urdu) were freely mixed with English, Portuguese, etc, and the lingua-franca was often a creole or pidgin with common features from China to India to Jamaica, etc. Hence the grammar of “no likee”, etc, so that all could be understood.

The “story” of the lyrics, if there is one –they are fragmentary– seems to be there was some guy named “Somerset” who went crazy (?) and killed several crew, officers, and laborers.

The rhythm of the refrain in Hugill’s text has some discrepancies that I believe stemmed from the fact that he was just one man singing it, so unable to “overlap” the parts. So in our version, along with the word’s pronunciation, I’ve also “corrected” the rhythm to what I think was more likely.

Questo canto d’alaggio viene dai Caraibi, tuttavia si basa sul fenomeno dei “làscari” o equipaggi dell’Asia meridionale.[1] Le interazioni, a bordo della nave, tra membri dell’equipaggio indiano e altre nazionalità hanno portato a miscele di cultura e lingua. Parole e comandi nel cosiddetto “Lascari baat” (hindi/urdu di bordo) erano liberamente mescolati con l’inglese, il portoghese, ecc., e la lingua franca era spesso un creolo o pidgin con caratteristiche comuni dalla Cina all’India alla Giamaica, ecc. Di qui le espressioni sgrammaticate come “no likee”, ecc., in modo che tutti potessero comprendere.

La “storia” dei testi, se ce n’è una – sono solo frammenti-: sembra che ci fosse un tizio di nome “Somerset” che impazzì (?) e uccise diversi membri dell’equipaggio, ufficiali e marinai.

Il ritmo del ritornello nel testo di Hugill presenta alcune discrepanze che credo derivassero dal fatto che era solo un uomo a cantarlo, quindi incapace di “sovrapporre” le parti. Quindi nella nostra versione, insieme alla pronuncia della parola, ho anche “corretto” il ritmo a quello che penso fosse più probabile.

Kay, kay kay kay! Eki dumah(1)!
Kay, kay kay kay! Eki dumah!

Somersett a-killa coolie man(2)
Eki dumah!
Somersett a-killa Bosun’s Mate
Somersett a-killa wirefall(3)
Somersett a-killa coolie man
Eki dumah!
[Other verses]
Sailorman no likee Bosun’s Mate
Bosun’s Mate no likee Head Serang
Head Serang no like Number One
Number One no likee coolie man

Hulton Clint

Come non manca di osservare Schreffler il brano non è molto popolare nel Folk Revival più recente tranne che in Polonia

Kay, kay kay kay! Tutti insieme
Kay, kay kay kay! Tutti insieme

A Somerset non piace il coolie
Tutti insieme
A Somerset non piace il sottoufficiale
a Somerset non piace “wirefall”
a Somerset non piace il coolie
Tutti insieme
[Altri versi]
al marinaio non piace il sottoufficiale
al sottoufficiale non piace il nostromo
al nostromo non piace il comandante
al comandante non piace il coolie

Note: non è semplice tradurre i versi, secondo il professor Schreffler suonano come un pidgin -la lingua franca dei Sette Mari- con qualche termine lascari come “serang” (sarhang), “coolie”
(1) Secondo Stan Hugill la parola Eki Dumah significa “uomo” (ek dom), ma il professor Schreffler la fa derivare da “ek-dam” che letteralmente significa “un respiro” per dire “Subito” / “tutto in una volta” / “Tutti insieme”.
(2) Con il termine coolie s’intendeva un manovale-operaio sfruttato per i lavori più umili e pesanti, in particolare nei porti come stivatore. Al presente il termine identifica un indiano creolizzato. Era un termine generale non necessariamente denigratorio per gli indiani.
(3) forse wife-o”, pidgin per “moglie.”

RIFERIMENTI
Shanties from the Seven Seas(p361-2),
Shanties from the Seven Seas (complete)(p489)

[1] [dal pers. lashkarī «militare, soldato»] termine tipico del colonialismo britannico in India per indicare l’artigliere o marinaio indigeno.

LINK
http://www.fresnostate.edu/folklore/ballads/Hugi488.htm

https://mudcat.org/thread.cfm?threadid=120078

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Pubblicato da Cattia Salto

Amministratore e folklorista di Terre Celtiche Blog. Ha iniziato a divulgare i suoi studi e ricerche sulla musica, le danze e le tradizioni d'Europa nel web, dapprima in maniera sporadica e poi sempre più sistematicamente sul finire del anni 90

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