Crodh Chailein (le mucche di Colin) una milking song dalle isole Ebridi

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Nell’economia rurale di un tempo mungere le mucche (come anche la preparazione del burro e del formaggio) era un’incombenza svolta dalle donne. Così la saggezza delle donne celte ha originato tutta una serie di canti di lavoro, che sono anche incantesimi  per far allontanare il malocchio e per calmare le mucche, in modo che la produzione del latte sia abbondante e benedetta. E’ risaputo che i folletti sono ghiotti di burro e di latte, e nel folklore si annoverano anche streghe e inquietanti animali come succhiatori di latte dalle intenzioni ostili, o determinati a far inacidire il latte, o a impedire la trasformazione della panna in burro!

I SIMBOLI DELLA DEA

Troviamo la fanciulla che munge scolpita sulle mura di molte chiese medievali ed è una presenza molto antica in terra d’Irlanda e più in generale lungo le coste delle isole britanniche e d’ Europa; agli alpeggi è sempre presente una “milking stone” coppellata in cui le donne lasciavano offerte di latte allo spirito guardiano del luogo, il gruagach (in origine sicuramente di genere femminile) associato ad una vacca sacra giunta dal mare e ad una pietra coppellata . Potrebbe essere il ricordo di antichissimi rituali celebrati da sacerdotesse della Dea Madre e in seguito trasformate in creature fatate.

Nel megalitismo nomi come  “The Cow and Calf” sono attribuiti a particolari rocce. 

La mucca bianca di Crichie, nel Buchan, ha un nome “frequentemente dato a grandi pietre, presumibilmente, come questa, di quarzo bianco” . Le rocce della “mucca e il vitello” incombono nei pressi di un folto gruppo di rocce scolpite a Ilkley Moor, West Yorkshire. Il Buwch a’r Llo – ‘Cow and Calf’ – sono due pietre erette lungo alla strada vicino a Melindwr, Ceredigion, nel Galles. Tali nomi potrebbero essere l’ultima traccia di leggende associate a queste configurazioni, evocando la convinzione che “la presenza del suo vitello era essenziale quando una mucca veniva munta e che una mucca privata del suo vitello avrebbe mantenuto il suo latte” . L ‘Épine Blanche (Biancospino), l’eroina di un racconto popolare bretone, usò un bastoncino di agrifoglio per colpire una roccia sulla riva del mare, da cui emerse una mucca, che diede un’abbondante quantità di latte per la ragazza e sua madre. Una storia, dall’Irlanda, racconta di come una famiglia sull’isola di Dursey abbia trovato un toro nero e una mucca vicino alla spiaggia. La mucca forniva burro e latte sufficienti per tutti i bisogni domestici, e presto un vitello fu aggiunto al numero. Tuttavia, una serva malvagia, mungendo la mucca genitrice, colpì la bestia e la maledisse. L’animale ritornò dagli altri due e li salutò, dolorosamente, e i tre si spostarono verso il mare. Si immersero e subito dopo sorsero le tre rocce, conosciute come il toro, la mucca e il vitello.
Le leggende della mungitura circondano strutture megalitiche come il cerchio di pietre di Mitchell Fold nello Staffordshire, dove una strega mungeva una mucca magica con un setaccio e la mucca smetteva di dare il suo latte. Durante una carestia, una benevola mucca di mare bianca  forniva latte al Circolo di pietre di Callanish sull’Isola di Lewis, finché una strega non la munse con un setaccio. “Glas Gowlawn” (la Vacca grigia), si presentava ogni giorno davanti alle case in Irlanda, fornendo una scorta di latte al giorno. Così continuò fino a quando una persona avida ne prese una grande quantità da vendere, dopo di che la mucca lasciò l’Irlanda, andando in mare al largo della Collina di Howth. “Y Fuwch Frech”, (La mucca lentigginosa), vagava per il Mynydd Hiraethog vicino a Ruthin. Il suo pascolo era vicino a una fattoria chiamata Cefn Bannog (“Horned Ridge”); lei beveva alla fonte chiamata Ffynnon y Fuwch Frech. Un cerchio di pietre, Preseb y Fuwch Frech (“La culla della mucca maculata”) era il suo rifugio. Ogni volta che qualcuno andava da lei per il latte, riempiva il secchio con il latte della migliore qualità, senza mai inaridirsi. Alla fine, una strega prese un setaccio e la prosciugò. In risposta, la mucca si diresse verso Llyn dau ychain, il Lago dei Due Buoi, nella parrocchia di Cerrig-y-drudion, seguita dai suoi due figli “Ychen Bannawg”, i leggendari buoi dalle lunghe corna, che muggivano nell’andare. Sono scomparsi nel lago e non sono mai più stati visti. Nella contea di Limerick, una mucca è emersa dal fiume Deel; se fosse munta per cento volte al giorno, riempiva ogni volta un secchio. Se ne andò nel fiume e non fu mai più vista, quando fu maledetta da una donna che la mungeva. La confluenza di pietra, acqua e animali in queste narrazioni è un elemento discernibile in una vasta gamma di tradizioni di arte rupestre in tutto il mondo. ” (tradotto da qui)

La Dea Boinn-Boann

la Dea irlandese Boanna secondo Jim FitzPatrick

In Irlanda Boanna, la “Vacca Bianca” (BoVinda) è la dea che rappresenta la prosperità.  La Vacca o il Toro cavalcati da Dee femminili o dalla Luna stessa sono il simbolo del potere della Madre Terra, la forza racchiusa nel segreto della Natura. Così il culto dell’antica dea si trasforma sempre secondo le nuove concezioni .. per restare sempre immutato!

Quando i Celti veneravano le mucche la “vacca bianca” era una manifestazione della Dea trasmutata nel fiume Boyne, un piccolo fiume d’Irlanda eppure culla di popolazioni celtiche preistoriche, che hanno lasciato nella sua valle i siti archeologici di Newgrange e Knowth.
Niente di così cosmico come l’egiziana Mehetueret adorata come “Vacca celeste” o “La grande giovenca”,  cioè la grande acqua celeste, raffigurata talvolta con il corpo maculato per simulare il cielo stellato. Tra le sue corna il disco solare di Ra. Eppure qualcosa di abbastanza simile.

Così l’irlandese Boanna è l’amante del Dagda e madre di Aengus. Narra il mito che in origine il fiume fosse il pozzo di Segais, il pozzo della saggezza, circondato da Nove noccioli e abitato da un Salmone, che si cibava delle nocciole sacre che cadevano nell’acqua. Il dio-guardiano del pozzo aveva proibito alla moglie di avvicinarsi, ma lei ovviamente disubbidì, e ne liberò l’energia, deambulando attorno al pozzo in senso antiorario. Le acque liberate dalla generosa madre per fecondare la terra, crebbero fino a diventare un fiume, e la dea si trasmutò in esso (nella leggenda si parla di una punizione, la morte nelle acque per smembramento).

Crodh Chailein: le mucche di Colin

Nel mondo contadino esistevano tutta una serie di preghiere e invocazioni, spesso in forma di canzoni, che facevano parte del bagaglio culturale risalente al tempo dei Druidi; questi Ortha nan Gaidheal, i Canti dei Gael ovviamente in gaelico scozzese, provengono dalla tradizione bardica sopravvissuta nella tradizione orale di un popolo, attraverso i secoli del Cristianesimo e nonostante l’egemonia culturale inglese, e sono stati raccolti e tradotti alla fine del 1800 da Alexander Carmichael (1832-1912), che li pubblicò nel suo libro “Carmina Gadelica”.
La Chiesa tuttavia è stata spesso diffidente verso i canti della mungitura, che riteneva essere dei rituali magici o delle preghiere agli antichi dei. 

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Crodh Chailein” è classificata come una “milking song” e registrata sul campo da Alan Lomax  (South Uist)  negli anni 1950: è una ninna-nanna sussurrata alle mucche per tenerle tranquille durante la mungitura, e per stimolarle magicamente nella produzione di tanto latte. 

Mary Mackellar scrive nel suo saggio ‘The Shieling: Its Traditions and Songs’ (Gaelic Society of Inverness 1889 qui) “Si diceva che le donne della schiera fatata mungessero i cervi sulle cime delle montagne, ammaliandoli con canti composti su una melodia magica (“fonn-sith”). Uno di questi brani era il famoso “Crodh Chailein”. Io do la versione che ho sentito e tutte le persone anziane dicevano che i cervi erano le mucche indicate a dare il loro latte così liberamente sotto l’incantesimo.
Le mucche delle Highlands sono considerate avere più carattere rispetto alle razze delle Lowlands e quando si irritano o sono deluse, trattengono il latte per giorni. Questa dolce melodia cantata – non da un estraneo, ma dalle labbra amorevoli dalla solita mungitrice – spesso la induce a cedere il suo prezioso contributo all’approvvigionamento della famigli
a.”
Le mucche scozzesi sono così abituate a questo trattamento che non danno il latte se non le si canta una canzone!!

Ethel Bassin nel suo “The Old Songs of Skye: Frances Tolmie and her Circle” (1997) riporta due versi della canzone raccolta da Isabel Cameron dell’isola di Mull (Ebridi interne) insieme alla leggenda dell’origine della canzone tramandata da Niall MacLeòid, “il bardo di Skye”
Chi canta è la donna rapita dalle fate nel giorno delle sue nozze e costretta a rimanere nel loro regno per un anno e un giorno; e tuttavia ottiene il permesso di recarsi quotidianamente nella sua casa da sposata per mungere le mucche del marito di nome Colin: il marito può sentire il suo canto ma non riesce a vederla. Il bardo ci assicura che allo scadere del tempo la donna ritornerà dal marito umano! Il rapimento della sposa nel giorno delle sue nozze era una possibilità non poi così remota secondo le credenze del tempo e molti erano gli accorgimenti del giorno per tenere alla larga le fate! (continua).
Secondo un’altra leggenda la moglie di Colin muore in giovane età e ritorna indietro alcuni mesi dopo la sua sepoltura per la mungitura serale delle mucche cantando questa canzone.

La melodia (vedi) detta anche Crochallan è nota anche come My Heart’s In The Highlands . La versione più antica andata in stampa (testo e spartito) si trova in “The Elizabeth Ross Manuscript” (1812)

Gaelico scozzese (da qui)
Seist (chorus)
Crodh Chailein mo chridhe Crodh chailein mo ghaoil
Gu’n tugadh crodh Chailein Dhomh bainn’ air an fhraoch
I
Gu’n tugadh crodh Chailein Dhomh bainn’ air an raon
Gun chuman(1), gun bhuarach Gun luaircean(2), gun laugh.
II
Gu’n tugadh crodh Chailein Dhomh bainne gu leoir
Air mullach a’ mhonaidh Gun duine ‘nar coir
III
Gu bheil sac air mo chridhe ’S tric snidh air mo ghruaidh
agus smuairean air m’aligne Chum an cadal so bhuam
IV
Cha chaidil, cha chaidil cha chaidil mi uair
cha chaidil mi idir gus an tig na bheil uam.

Mary Mackellar lyrics
Seist (chorus)
Chrodh Chailein, mo chridhe, Crodh Iain, mo ghaoil,
Gun tugadh crodh Chailein, Am bainn’ air an fhraoch.
I
Gun chuman, gun bhuarach, Gun lao’-cionn, gun laogh,
Gun ni air an domhan, Ach monadh fodh fhraoch.
II
Crodh riabhach breac ballach, Air dhath nan cearc-fraoicb,
Crodh ‘lionadh nan gogan ‘S a thogail nan laogh.
III
Fo ‘n dluth-bharrach uaine, ‘S mu fhuarain an raoin,
Gun tugadh crodh Chailein Dhomh ‘m bainn’ air an fhraoch.
IV
Crodh Chailein, mo chridhe, ‘S crodh Iain, mo ghaoil,
Gu h-uallach ‘s an eadar-thrath, A beadradh ri ‘n laoigh

NOTE
1) cogue = secchio di legno usato nella mungitura
2) luaircean = un sostegno inanimato sul quale è stata drappeggiata la pelle del vitello defunto per consolare la mucca con il profumo del vitellino, incoraggiandola a produrre latte

Ascoltiamo durante la mungitura tre canti in sequenza: “Crodh Chailein”, “Chiùinan Ghràidh” e “a’ Bhanarach Chiùin”

ASCOLTA così come raccolta sul campo nel 1968 sull’isola di Tiree (Ebridi interne)

Between the Times

traduzione inglese
The cattle of Colin my dearest, The cattle of Colin my love,
Colin’s cattle would give me milk Upon the heather

Colin’s cattle would give me milk Upon the field,
without a cogue(1), a shackle, a luaircean(2), a calf.
Colin’s cattle would give plenty of milk to me,
on top of the moor without anyone near us.
There is a weigh on my dart, often tears on my cheek,
And sorrow on my mind That has kept sleep from me.
I will not sleep, I will not sleep an hour,
I will not sleep at all until what I long for returns.

Gaelico scozzese (da qui)
Cha chaidil, cha chaidil, Cha chaidil mi uair,
Cha chaidil mi idir Gus an tig na bheil bhuam.
Gun toireadh crodh Chailein, Dhomh bainn’ air mo ghaol,
Air mullach a’ mhonaidh, Gun duine nar taobh.
Seist (chorus)
Crodh Chailein mo chridhe,
Crodh Iain, mo ghaoil;
Crodh lìonadh nan gogan, Crodh togail nan laogh.
Gu bheil sac air mo chridhe, ’S tric snigh’ air mo ghruaidh,
Agus smuairean air m’ aigne, Chùm an cadal seo bhuam.
Cha tèid mi don bheithe, No thional nan crò;
Air breacan donn ribeach Tha mi feitheamh nam bò.

traduzione inglese di Charles Stewart*
I won’t sleep, I won’t sleep I won’t sleep one hour,
I won’t sleep at all Until what was taken returns.
May Colin’s cattle give me Milk for their love of me,
At the top of the hill With no one nearby.
Chorus
Cows of my beloved Colin Iain’s cows, my dear;
Cows that would fill up the milking bucket,
Cows that rear the calves
My heart is heavy, Tears frequently on my cheeks,
My mind is dejected, And this stops me sleeping.
I won’t go to the birch wood Or gathering nuts;
On a brown, ragged plaid I wait for the cows.

* in “The Killin Collection of Gaelic Songs”

traduzione italiana di Cattia Salto
Le mucche di Colin, l’amore mio,
Le mucche di Colin daranno il latte nella brughiera.

Le mucche di Colin daranno il latte nel campo
senza bisogno di secchio, pastoie, finto-vitello e vitello.
Le mucche di Colin daranno per me un mucchio di latte
in cima alla brughiera senza nessuno a starci attorno.
Ho un peso sul cuore e spesso lacrime sulle mie gote
un dolore in mente che non mi lascia dormire.
Non dormirò, nemmeno un’ora,
non dormirò affatto finchè colui che amo non riavrò

Morvyn Menzies

traduzione italiana di Cattia Salto
Non dormirò, nemmeno un’ora, non dormirò affatto
finchè ciò che è stato preso non ritornerà
Le mucche di May Colin mi daranno latte perchè mi amano
in cima alla brughiera senza nessuno attorno.
Coro
Le mucche dell’amato Colin Le mucche di John, l’amore mio,
mucche che riempiranno un secchio da latte
mucche che crescono i vitelli.
C’è un peso sul mio cuore e spesso lacrime sulle mie gote
e sofferenza nella mia mente che non mi lascia dormire.
Non andrò al bosco dei betulle o a raccogliere le noci;
su un plaid logoro e marrone aspetto le mucche

e siccome siamo nelle Highlands scozzesi è inevitabile l’arrangiamento della melodia per cornamusa

continua

FONTI
http://www.skyelit.co.uk/poetry/collect21.html
http://www.lochiel.net/archives/arch116.html
http://scotsgaelicsong.wordpress.com/2014/03/18/scots-gaelic-song-crodh-chailein/
http://plover.net/~agarvin/faerie/Text/Music/54.html
http://www.tobarandualchais.co.uk/en/fullrecord/57427/8;jsessionid=97E1C046ADC0124A757755FF5E401B2F
https://thesession.org/tunes/11647

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Pubblicato da Cattia Salto

Amministratore e folklorista di Terre Celtiche Blog. Ha iniziato a divulgare i suoi studi e ricerche sulla musica, le danze e le tradizioni d'Europa nel web, dapprima in maniera sporadica e poi sempre più sistematicamente sul finire del anni 90

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