Le pietre di Bretagna, i Menhir e San Cornelio

Complessi megalitici in Bretagna e la leggenda di San Cornelio nel sito di Carnac

La Bretagna ha iniziato un cerchio di pietre per ricordare i propri poeti, bardi, cantanti, cantastorie, campanari, suonatori…una spirale di alte pietre scolpite nel granito, saranno erette nei prossimi anni. Un bel frutteto di pietra sul Mont des Oiseaux, a rendere omaggio alle figure mancanti della cultura bretone. Krommlec’h significa “luogo curvo” questo è il nome scelto. Già dall’inizio degli anni 2000 sono stati realizzati modelli di poliuretano, utilizzati come sfondo palco durante la Printemps de Châteauneuf , rappresentanti: Anjela Duval, Glenmor, les Sœurs Goadec, Xavier Grall, Per Guillou Poul, Polig Monjarret, Per Poher, Étienne Rivoalan. Altri sono in programma, anche tra quelli che recentemente sono scomparsi: Yann Fanch Kemener, Louise Ebrel, Lucien Gourong… le statue portano, il marchio del loro paese anche nel materiale stesso. (Per Angela Duval, ad esempio il granito di Perros-Guirrec, per Per Guillou, invece il kersanton di Logonna, una pietra selvaggia, non di cava), per altri è previsto il plouescat. Il finanziamento è a base volontaria, la donazione a vita è di 5 euro al mese e i lavori avanzano quando i fondi sono disponibili. Il cerchio di pietre, cronologico, permette di tornare indietro nel tempo, è una sottile alleanza tra il patrimonio materiale e quello immateriale.

Krommlec’h sul Mont des Oiseaux
Krommlec’h sul Mont des Oiseaux

I Monumenti di Pietra

La Bretagna è tutta e da sempre, ricoperta di monumenti in pietra, non esiste solo il famoso e tenebroso luogo denominato Carnac. Ovunque ci sono tumuli, calvari, passerelle coperte. Questo genere di costruzioni è diffuso in tutto il mondo celtico irlandese o scozzese: anche Stonehenge è un krommlec’h. E anche se oramai sono sparite, ci sono state in passato pietre simboliche di grande importanza, come la “Roccia di Confine”. Ricordo che anni fa, una volta prima di mettere piede in Bretagna, passai da Angers e rimasi qualche giorno nel Dipartimento del Maine e Loira. Le atmosfere storico-geografiche di quei luoghi, con campi aridi stesi a perdita d’occhio, collinette bretoni in lontananza, le macchie di arbusti e le canne che si levavano da piccole paludi ad immaginare il mare oramai sempre più vicino, mi emozionarono a tal punto da farmi scrivere una poesia:

Al confine tra Anjou e Bretagna

(Flavio Poltronieri, 1999)

Il vento semina nella brughiera aperta
e le rocce, come un giudizio universale
raccolgono una storia incompleta
scolpita dal fondo delle età.

Terra, mare, Glen-mor, la Bretagna
non è del tutto terrena
ma più vicina di quanto non lo sia il mare
tra i vigneti e l’isola di Batailleuse.

C’è un’Armorica sulle rive della Loira
trappole di vimini sulla banchina bianca
qui un tempo stava la Roccia di Confine
la leggendaria Pietra di Bretagna.(1)

Un’àncora angioina sulle rive ligériennes(2)
sono i granai di sale de La Meilleraie
il ricordo delle guerre di Vandea
in faccia all’Abazia di Saint-Florent.

NOTE
(1) un regno riconosciuto dalla Francia dal Trattato di Angers dell’851 di cui questa pietra di Fresne-sur-Loire fu simbolo fino alla Rivoluzione
(2) del bacino della Loira

La Leggenda di Carnac

C’è una spassosa leggenda legata a Carnac (il Carnaio o il Campo dei Carnami) risalente al breve periodo in cui Santo Cornelio era il papa di Roma. Siccome maldicenze e cattiverie non mancavano di certo neppure allora, veniva spesso accusato di essere troppo indulgente e debole. Davanti alle incombenti minacce di martirio, pensò bene di scappare dalle milizie romane, assieme ad una coppia di buoi che portavano i suoi bagagli. E’ risaputo che i santi non hanno difficoltà ad attraversare valichi montuosi e corsi d’acqua, perchè è la fede che dona loro chiaroveggenza, innocenza, ardore ed impeto, più altre cose che noialtri viaggiatori normali non immaginiamo neppure.

E così ben presto giunse in Bretagna. Costeggiò il golfo del Morbihan e mentre percorreva la strada che da Auray porta a Carnac, incontrò dei contadini che seminavano i campi. «Cosa seminate?» chiese e quelli risposero «Avena». E lo sconosciuto Cornelio sentenziò «Domani la mieterete!». I contadini pensarono ad un povero cretino che farneticava, stravolto dalla fatica del viaggio e continuarono a seminare a testa bassa. L’indomani i campi erano per davvero tutti coperti di spighe mature e i granai della zona si colmarono. Bisogna precisare che non si stupirono perchè da sempre in questi luoghi la gente di campagna viene affascinata dai miracoli ma non conosce lo stupore.

Mentre stavano terminando di ammassare l’avena, ecco che apparvero i centurioni romani che inseguivano Cornelio per riportarlo a Roma. « Avete visto un uomo con due buoi passare da qui?» «Certamente, l’abbiamo visto mentre stavamo seminando» «Ah, allora è inutile proseguire, ha troppo vantaggio su di noi, non riusciremo mai a raggiungerlo». Cornelio nel frattempo era giunto in una località chiamata Le Moustoir e, fiutato il pericolo incombente, per non farsi scoprire si era nascosto dentro l’orecchio di uno dei buoi. Stava un po’ stretto ma si sentiva al sicuro. Però dopo un certo tempo si accorse che tre soldati stavano venendo esattamente nella sua direzione e capì di non avere scampo.

Sourdardet Sant Cornély

complessi megalitici in Bretagna il sito di Carnac
allineamenti di pietre a Carnac

Non gli restava altra scelta, siccome tutto intorno il terreno era piatto e privo di vegetazione, di trasformare tutti quei Romani in pietre. Per chilometri e chilometri la terra fu seminata di questi obelischi piantati a testa in giù. Lunghe file serrate di pietre che parlano solo la lingua dell’immobilità lungo i secoli e conferiscono alla landa un aspetto sinistro che è difficile descrivere a parole. Sono i Sourdardet Sant Cornély (i soldati di San Cornelio).
Non vennero risparmiati neanche quelli in ritardo, quelli malconci o ubriachi. Il «Gigante di Kerdreff», «I soldatini di Le Petit Ménec» «Le Pietre di Luffang». Vicino a Kerdreff, la pietra chiomata, si trova il menhir di Krifol, è al fianco nord degli allineamenti di Ménec e pare proprio una sentinella. Si distingue per la sua bellezza, è fine, slanciato, cinto di pennacchi di licheni giallo paglia. Troneggia in campo aperto, in mezzo al verde tenero e si eleva rispetto a tutti. Lui si era attardato a bere il dolce latte del villaggio di Kerlann. Un’altra storia narra che era talmente tanta la sua bellezza che faceva rabbia perfino a Dio e la sua condanna a diventare pietra si deve in fondo proprio a questo.

Il pardon di San Cornelio nella diocesi di Vannes

Cornelio comunque, scampato il pericolo, visse felicemente in Bretagna, onorato da tutti. Anche se questa è una leggenda simbolica e non la verità storica. Cornelio, santo prodigioso, è trasformato in uno sciamano-druido. Il fatto che nella diocesi di Vannes la sua immagine sia sulle tavole e il suo «pardon» sia uno dei più belli dell’intera regione, è dovuto ad una «bretonizzazione» avvenuta nel corso dei secoli. Questo pardon prevede un rituale nel quale il sacerdote e i fedeli fanno il giro in circolo di tutto il paese, al cui centro c’è la fontana dove l’officiante bagna del vischio (sacro ai Druidi). Nessuno ha mai asserito d’averlo visto da queste parti, nè tantomeno che le sue origini siano celtiche. Quello che è senz’altro vero è invece che i contadini del Morbihan spesso hanno dipinto nelle chiesette campagnole, piccoli buoi di legno che poi ripongono sulle mensole dei muri, in omaggio alle brave bestie del santo. E che è diventato il patrono degli animali dotati di corna in questa parte della Bretagna.

Nella chiesa parrocchiale di Carnac c’è una statua di san Cornelio intento a benedire due tori, circondato da pietre erette. Il 16 settembre di ogni anno, il giorno a lui consacrato, i contadini portano sul luogo il loro bestiame per la benedizione. Anche in Cornovaglia, tra le popolazioni bretoni d’oltremanica, c’è lo stesso culto del santo e pure una parrocchia, chiamata di Saint Cornelly.

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Pubblicato da Flavio Poltronieri

Etnomusicologo. Autore e traduttore di canzoni. Ha pubblicato su riviste di avanguardia musicale in Italia/Francia/Germania. Fa parte della redazione giornalistica di Blogfoolk, Lineatrad e leonardcohenfiles.com

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