Back home in Derry

Back home in Derry è una irish rebel song il cui testo venne scritto in carcere da Bobby Sands, (1954-1981) attivista politico di Belfast, nonchè volontario dell’IRA, imprigionato dagli inglesi nel carcere “Maze” a Long Kesh (alle porte di Belfast) dove morì dopo un lungo periodo di sciopero della fame.

Bobby Sands
Una scelta d’amore (Some Mother’s Son) film del 1996 diretto da Terry George: Aidan Gillen e John Lynch nei panni di Gerard Quigley e Bobby Sands

I detenuti politici rivendicavano lo status di prigionieri di guerra (condizione privilegiata rispetto ai comuni prigionieri annullata dopo marzo 1976): la protesta iniziò prima con il rifiuto di indossare la divisa carceraria, un paio d’anni dopo fu la volta della “protesta delle latrine”, in cui si rifiutarono di usare le docce e l’acqua per lavarsi e imbrattavano le pareti con le loro feci. 

Ragazzi poco più che ventenni si aggiravano per le celle pallidi ed emaciati. Nel volgere di alcune settimane, sudici e malati, a chi li visitava apparivano irriconoscibili, sinistri come fantasmi. (Luca Galassi)

Ma gli anni passavano senza alcun risultato, infine il 27 ottobre 1980 sette detenuti rifiutarono di nutrirsi arrivando quasi alla morte. Il secondo digiuno protratto ad oltranza si concluse con la morte  di dieci uomini tra il maggio e l’agosto del 1981.
Lo sciopero della fame dei giovani repubblicani non piegò l’animo di ferro di Margaret Thatcher, che, il 6 maggio dell’81 dichiarò: “Il signor Sands era un criminale, condannato a scontare la sua pena. Ha scelto di togliersi la vita. E’ stata una scelta che la sua organizzazione non ha mai lasciato alle sue vittime”. Parole dure, che spinsero molti alla militanza armata. Anche tra i 100 mila che due giorni dopo seguirono il feretro di Sands fino al cimitero di Milltown, nel cuore cattolico di Belfast. Lo status di prigionieri politici fu riconosciuto ai detenuti di Long Kesh solo il 3 ottobre 1981, quando gli ultimi cinque interruppero lo sciopero della fame su pressione dei loro familiari, dell’esecutivo dell’IRA e di alcuni uomini di chiesa. Insieme alla possibilità di indossare abiti civili, fu concesso loro di tenere le chiavi della propria cella e di muoversi liberamente all’interno del loro blocco ‘H’. (Luca Galassi)

Escape from Maze

E solo due anni più tardi(1983) ci fu una fuga in massa di tutti i detenuti politici (ricordata come “The Great Escape”) , che esercitarono un loro diritto di prigionieri di guerra, l’evasione

MARTIRI DELLA LIBERTA’

L’intransigenza degli inglesi che risposero con maltrattamenti e pestaggi, il rifiuto del primo ministro Margaret Thatcher al dialogo, trasformò in martirio il sacrificio di Bobby e dei suoi compagni, e fece accrescere il consenso dell’opinione pubblica al movimento repubblicano; il Sin Féin in seguito crebbe fino a diventare il maggior partito dell’Irlanda del Nord.
Proprio in carcere Sands sviluppò la sua vena poetica e le sue abilità di scrittore e i suoi articoli furono pubblicati dal giornale repubblicano An Phoblacht-Republican News, voce del movimento, con lo pseudonimo di “Marcella”.
Scrisse anche un libro intitolato Un giorno della mia vita.
“Ero soltanto un ragazzo della working class proveniente da un ghetto nazionalista, ma è la repressione che crea lo spirito rivoluzionario della libertà. Io non mi fermerò fino a quando non realizzerò la liberazione del mio paese, fino a che l’Irlanda non diventerà una, sovrana, indipendente, repubblica socialista”.

BACK HOME IN DERRY

Bobby scrisse il testo come una poesia durante lo sciopero della fame in carcere e subito dopo la sua morte già circolava una versione cantata; Christy Moore che si trovava nel Derry per una serie di concerti la sentì in più occasioni e trascrisse il testo, fu lui ad abbinarlo con la melodia  “Wreak of the Edmond Fitzgerald” di Gordon Lightfoot[1].
La canzone tratta della deportazione in Tasmania dei rivoluzionari Irlandesi dopo il fallito tentativo insurrezionale anti-inglese guidato da Robert Emmet nel 1803.


I
In 1803 we sailed out to sea
Out from the sweet town of Derry.
For Australia bound if we didn’t all drown
And the marks of our fetters were heavy
In the rusty iron chains we sighed for our weans.
Our good women we left there in sorrow
As the mainsails unfurled, our curses were hurled
At the English and the thoughts of tomorrow
CHORUS
Oh, I wish I was back home in Derry.
Oh, I wish I was back home in Derry.

II
At the mouth of the Foyle, bid farewell to the soil
As down below decks we were lying.
O’Docherty’s scream woke him out of a dream
By a vision of bold Robert dying.
The sun burned cruel and they dished out the gruel
Dan O’Connor was down with the fever
Sixty rebels that day bound for Botany Bay
How many would reach there this evening?
III
I cursed them to hell, as her bow fought the swell
Our ship danced like a moth on the firelight
Wild horses rode high as the devil passed by
Taking souls into Hades by twilight light.
Five weeks out to sea we were now 43
We buried our comrades each morning
And in our own slime we were lost in a time,
Endless days without dawning
IV
Van Diemen’s Land is a hell for a man
To live out his life in slavery
Where the climate is raw and the gun makes the law
Neither wind nor rain care of bravery
Twenty years have gone by and I’ve ended my bond
My comrades’ ghosts walk beside me
Well a rebel I came and sure I’ll die the same
On a cold winter’s night you will find me.

Traduzione italiana Riccardo Venturi[2]
I
Nel 1803 prendemmo il mare
dalla dolce città di Derry (1).
Diretti in Australia, a meno di non annegar tutti.
Le tracce lasciate dai nostri ceppi erano pesanti,
in rugginose catene di ferro gemevamo di pena.
Lasciammo le nostre brave donne nel dolore
e mentre le vele si spiegavano, urlammo maledizioni
agli inglesi, e le preoccupazioni per il domani
CORO
Oh…oh, voglio tornare a casa a Derry.
Oh…oh, voglio tornare a casa a Derry.
II
Alla foce del Foyle dicemmo addio al nostro paese
mentre giacevamo distesi sotto i ponti della nave.
O’Docherty si risvegliò urlando da un sogno
dove aveva visto il coraggioso Robert (2) morire.
Il sole bruciava crudele e ci misero la brodaglia nei piatti,
Dan O’Connor era disteso in preda alla febbre
Sessanta ribelli, quel giorno, diretti alla baia di Botany (3),
quanti di loro sarebbero arrivati a sera?
III
Li maledissi a morte mentre la prua lottava contro l’onda,
la nave ballava come una farfalla(4) alla luce del fuoco,
dei cavalli selvaggi(5) caracollavano insieme al diavolo
per portare le anime nell’Ade al crepuscolo.
Cinque settimane in mare, eravamo ora quarantatré
seppellivamo i nostri compagni ogni mattina
Sporchi di fango, fuori dal tempo,
giorni infiniti senza un’alba
IV
La Tasmania (6) è un inferno per un uomo
per vivere tutta la sua vita in schiavitù
là dove il clima è orrendo e l’arma è legge
e né al vento né alla pioggia importa del coraggio
Sono passati vent’anni e ho scontato la mia pena
i fantasmi dei miei compagni mi camminano al fianco
sono arrivato da ribelle e di sicuro morirò ribelle,
mi ritroverete una fredda notte d’inverno.

Christy Moore in Ride On, 1984
Derek Warfield & the Young Wolfe Tones
Gary Og & Sean Lyons in Songs of Rebellion
Shebeen

NOTE
1) Derry/Londonderry è la città lacerata anche nel nome tra Inghilterra e Repubblica d’Irlanda: dal gaelico Doire “bosco di querce” è Derry per i cattolici nazionalisti e Londonderry per i protestanti unionisti, perchè così la chiamarono i coloni britannici nel 1613 volendo riprodurre una novella Londra sul fiume Foyle.
2) Robert Emmet (1778-1803) giovane ribelle irlandese (della chiesa anglicana),  convinto sostenitore dell’indipendenza dell’Irlanda dalla Corona Inglese, nonché seguace degli ideali di fratellanza e solidarietà sociale propugnati dalla Rivoluzione Francese. Dopo la rivolta del 23 luglio 1803 Emmet riuscì a fuggire ma il suo nascondiglio venne scoperto e il 25 agosto venne catturato. Processato per alto tradimento il 19 settembre venne impiccato (e poi decapitato) sulla pubblica piazza il giorno dopo. La sua scheda in Terre Celtiche Blog: Il papero di Nell a Dublino (Nell Flaherty’s drake)
3) Botany Bay è l’attuale Baia di Sydney in cui sbarcarono i primi esploratori europei nel 1770, un nome entrato nell’immaginario ottocentesco come sinonimo di Australia.  (vedi)
4) moth è nello specifico una falena; la farfalla che danza nel fuoco potrebbe essere una citazione alla farfalla degli dei, ossia la farfalla dorata simbolo dello spirito del defunto vedi
5) La caccia selvaggia è un’immagine mitica del folklore europeo in Irlanda il capo dell’orda è Nuada
6) La Terra di Van Diemen (da Anthony van Diemen, governatore generale della Indie Orientali Olandesi tra il 1636 e il1645) oggi è chiamata Tasmania, la grande isola dell’Australia famosa per essere stata una colonia penale inglese dal 1800 al 1856. continua

The Maze

L’ultima strofa di Back home in Derry è certamente autobiografica e la colonia penale in Tasmania è in realtà The Maze, (in italiano il labirinto), la prigione di massima sicurezza del Regno Unito costruita proprio nel 1976 con gli H Blocks. La struttura è stata chiusa nel 2000 e demolita in buona parte, l’area è  in attesa di riqualificazione e oggetto di un decennale dibattito per la destinazione a Centro per la Pace.

Raymond McCartney ha trascorso 17 anni della sua vita nelle celle di Long Kesh. Nel 1980 rifiutò il cibo per 53 giorni prendendo parte al primo sciopero della fame, quello che si concluse senza morti. Adesso è un parlamentare eletto nelle liste del Sinn Féin e non ha dubbi: “questo è un luogo unico che è già da tempo un’attrazione per i visitatori di tutto il mondo. Noi ex prigionieri repubblicani siamo sempre stati favorevoli a una riconversione che ne massimizzasse il potenziale economico e storico, e favorisse al tempo stesso la riconciliazione. E siamo convinti che per chiudere le ferite del passato vadano rispettate le diversità e le storie differenti di ciascuna parte in causa”. Anche Jude Collins, anziano giornalista di Belfast, la pensa allo stesso modo. “Non c’è alcun rischio che Long Kesh diventi un tempio del terrorismo. D’altra parte, chi fece lo sciopero della fame non è ricordato per quello che aveva fatto prima di finire in carcere. Ai visitatori sarà ricordato lo straordinario coraggio di quei dieci uomini che preferirono morire piuttosto che essere riconosciuti come criminali comuni”. [3]


[1] Il brano “Wreak of the Edmond Fitzgerald” era stato registrato nel 1976 nell’album Summertime Dream, finito subito nella classifica “Billboard 200” i 200 più venduti negli States http://www.christymoore.com/lyrics/back-home-in-derry/
[2] https://www.antiwarsongs.org/canzone.php?id=4562&lang=it
[3] http://www.linkiesta.it/it/blog-post/2013/04/29/long-kesh-lex-carcere-diventa-un-centro-per-la-pace/16185/

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Pubblicato da Cattia Salto

Amministratore e folklorista di Terre Celtiche Blog. Ha iniziato a divulgare i suoi studi e ricerche sulla musica, le danze e le tradizioni d'Europa nel web, dapprima in maniera sporadica e poi sempre più sistematicamente sul finire del anni 90

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