Ariondassa e un sorso di vino

Il gruppo Ariondassa nasce nel 1996 da  quattro musicisti presenti da oltre 25 anni nel campo del folk piemontese: i canavesani Simone Boglia (piffero, gralla[1] , cornamusa, clarinetto, flauti) e Rinaldo Doro (organetto diatonico, ghironda); gli alessandrini Vincenzo Marchelli (canto, organetto diatonico)  e Lorenzo  Boioli – l’ultimo bohémien finito a Serravalle Scrivia  – (piffero, gralla, cornamusa, flauti) che sono letteralmente una costola dei Tre Martelli.

Il tabernacolo dell'onesto peccato

Sancisce il sodalizio l’album “Il tabernacolo dell’onesto peccato” (2001), l’atmosfera è quello della piola, una live performance dopo un abbondante pasto con specialità gastronomiche piemontesi e il vino che scorre nelle vene;  sono canti di osteria, quelli legati al lavoro della povera gente o quelli dei cantastorie, nati spesso proprio nelle tavolate del dopo pasto, nei “pranzi dei coscritti” o nelle “crote” dove si conservava il vino per tutto l’anno, “per godere il lento ritmo del tempo che fu“. Ballate che raccontano storie illustrate con i teloni dipinti (dal professor Boioli) come facevano un tempo i musicisti ambulanti. Tra gli ospiti Bruno ‘Brav om’ Carbone l’ultimo cantastorie ‘originale’ delle Langhe.

“Il Contadino” di Bruno Carbone e G. Marenco.
Il ‘Brav om’  di Prunetto, Bruno Carbone, che ad ottant’anni suonati girava ancora per le Langhe con la sua fisa: canta la sua terra, le leggende che la caratterizzano, il cibo tipico, le abitudini, i colori dei vigneti e dei noccioleti, le Rocche del Roero, il vento che arriva dal mare, le storie d’amore. Testi antichi, che ripete da decenni, ma anche versioni nuove, improvvisate o scritte, nella musica e nelle parole. (continua)

Vincenzo Marchelli è un figlio d’arte, innamorato del Canto Popolare, gran ballerino di danze tradizionali, voce autorevole del Canto Piemontese, le numerose collaborazioni con musicisti d’Oltralpe lo portano a calcare i migliori palcoscenici d’Europa; la canzone “i Calzolai e i muratori” (E ij ciavatin e ij murador) è sul lavoro della monda e mescola il sudore dei campi con il sudore del ballo, è tratta dai canti raccolti sul campo dal Coro di Bajo Dora

Grande risalto nelle esibizioni live agli strumenti poveri, realizzati con materiale di recupero come le ravi (piccole zucche ornamentali lasciate seccare), la fruja (sonaglietto di latta e legno), le tacchenettes (due ossa bovine o suine) o le ocarine e i fischietti in terracotta .

Ai magnifici quattro si uniscono ben presto Emanuela Bellis (ghironda) e Robert Amyot (canto, cornamuse, clarinetto, flauti e percussioni).

Il secondo album Del Piemont als Pirineus – dal piemonte ai Pirenei (2004) è stato registrato dal vivo a Barcellona (da ascoltare su Spotify) testimonianza del gemellaggio con i catalani El Pont d’ Arcalis (forse il più famoso gruppo di Catalunya). “Dal Piemonte ai Pirenei” è il progetto-spettacolo che ha fatto incontrare queste due formazioni protagoniste della musica tradizionale in Piemonte e in Catalogna . Due musiche con una radice comune, una sola tradizione. Il suono della montagna pireanica e quello delle montagne e pianure piemontesi scoprono un denominatore comune e  ritrovano una continuità di voci, di danze, di lingua, di strumenti. Nel novembre 2003 lo spettacolo è stato registrato dal vivo a Barcellona ed è diventato un  CD, con undici musicisti.” (tratto da qui)

La desgràcia d’un pobre home, voci Jordi Fàbregas e Vincenzo Marchelli

della ballata tradizionale catalana esistono varie versioni testuali (qui, qui e qui)


La desgràcia d’un pobre home
té una filla per casar,

‘namorada d’un gitano
no la’n pot desolbidar.

Traduzione italiana Cattia Salto
La disgrazia di un pover’uomo
che tiene una figlia da sposare
innamorata di un gitano
che non riesce a dimenticare

Altri gruppi con cui hanno condiviso repertori ed esperienze musicali sono stati le Kanta (trio vocale bretone – gallese) e La Kinkerne (storico gruppo della Savoia, formato nei primissimi anni ’70 da Jean – Marc Jacquer, il più grande ricercatore – custode della tradizione musicale delle Alpi).

In cerca di Grane, 2006

Nel 2006 pubblicano “In cerca di Grane” Simone Boglia, Lorenzo Boioli, Rinaldo Doro, Vincenzo Marchelli, Robert Amyot, Emanuela Bellis e come ospiti l’intero gruppo corale dei Calagiubella, Sylvie Berger, Maurizio Verna e Eraldo Mania, rispettivamente alla voce, alla chitarra acustica e al basso tuba. Anche quest’album è ascoltabile su Spotify (qui)
Ma se avete una quarantina di minuti guardatevi il video In cerca di grane, anche solo per vedere il Boioli e il Chacho che fanno gli spaventapasseri in un campo di grano..


Così scrive Roberto Sacchi nella sua recensione per lo storico Folk Bulletin: “Dopo aver acquistato il disco, e prima di ascoltarlo, è fondamentale leggere le venti righe che lo presentano, scritte giusto all’inizio del libretto, altrimenti si rischierebbe di avere una visione parziale o errata del contenuto. In questa breve introduzione, gli autori dichiarano che il disco vuole essere un omaggio allo spirito “goliardico e vitale che anima il nostro gruppo” e a come questo spirito abbia funzionato da collante di fronte alle mille disavventure (le “grane”, appunto) che possono capitare in anni e anni di concerti, fra Italia, Savoia, Catalogna, Belgio, Svizzera e Usa. Ecco che allora ha un senso la scelta stilistica di privilegiare l’immediatezza alla rarefazione, lo sberleffo alla riflessione, l’allegria alla meditazione.” (continua)
Un approfondimento in merito “alla tradizione vivente” era già stato pubblicato su questo blog per il rituale dei canti di questua sull’arrivo della Primavera a cui rimando per l’approfondimento (vedi)

Ariondassa
da sinistra in basso Rinaldo Doro, Vincenzo Marchelli, Emanuela Bellis
da destra Lorenzo  Boioli, Andrea Peasso, Sonia Cestonaro

Per anni la formazione resta invariata con l’aggiunta nel 2006 di Andrea Peasso: contrabbasso e Sonia Cestonaro  oboe, ciaramella, tarota, arpa diatonica, gralla, zufoli e ocarina. Pochi anni dopo però Simone Boglia lascia il gruppo.

Nel 2011 è la volta del loro ultimo album dal titolo “Campagne Grame” – ascoltabile su Spotify (il gruppo si scioglie nel 2015). Così scrivono nelle note: Una volta i nostri vecchi dicevano che, quando i raccolti andavano male o la tempesta rovinava tutto il seminato, erano tempi di “campagne grame”. E dicevano anche che “la terra è bassa”, difficile da lavorare e massacrante per la fatica sopportata. Ma le “campagne grame” pare che non abbandonino l’uomo moderno: crisi a livello mondiale, guerre per l’ acqua o il petrolio, mafie internazionali, ingordigia economica, pressapochismo e indolenza… pare che questo mondo sia destinato alle più terribili conseguenze, se non ci si ferma in tempo e si torna ad uno stile di vita più lento e consapevole della priorità di un uso oculato delle risorse naturali. In mezzo a tutto ciò, cosa può fare l’Ariondassa? Quello che sappiamo fare meglio: cantare e suonare la musica del nostro paese, della nostra terra. Non vogliamo fare un museo delle “Belle Cose Andate Perdute” (e forse mai esistite!), ma continuare ad essere un gruppo di ricerca e riproposta della Musica della Gente. Sono solo Canti e Musiche… ma che forza ha un Canto sulla bocca della Gente! Sogni, lacrime, speranze, illusioni, amori perduti o ritrovati… tutto questo nel Canto Popolare e tutto questo dedicato a voi… per cantare con noi e superare queste “campagne grame”… Grazie!

Ombre da “Campagne Grame” 2011 il testo è una poesia di Nino Costa mentre la musica è composta da Rinaldo Doro

Nino Costa in Ròba Nòstra, 1938
I
J’ani a chërso: la vita a j’ambaron-a
e ‘l temp a cor parèj d’ un can da cassa;
tuti ij di i é ‘n sagrin ch’a në scopassa,
tuti ij di i é ‘n bel seugn ch’ a n’ abandon-a.
II
Aso vej e bast neuv(1)! ….La stra l’é dura
e ‘l cheur l’é strach: le pen-e a l’han frustalo,
j’ombre, lontan-e sl’ orisont, a calo
e l’aria tut antorn ven già pi scura…
III
Ma fin ch’as sent canté da ‘n lontanansa
na lòdola (2) ‘nt ël cél, seren-a e àuta,
fin che sla tèra i é ‘n cunòt ch’a biàuta (3)
e fin che drinta ‘l cheur i é na speransa,
IV
sì ch’a-i n’anfà se ‘l temporal ch’a monta
an manda ‘ncontra nìvole ‘d tempesta:
i é sempre ‘l pòst për na canson da festa
contra ij maleur che nòstr destin an pronta.

Traduzione italiana di Cattia Salto
I
Gli anni crescono accumulati dalla vita,
il tempo corre come un cane da caccia,
tutti i giorni c’è un dispiacere che ci strapazza,
tutti i giorni c’è un bel sogno che ci abbandona.
II
Asino vecchio e  basto nuovo! .. La strada è dura
il cuore è stanco, i dispiaceri l’hanno frustato,
le ombre lontane  sull’orizzonte scendono
e l’aria tutt’intorno vien già più scura.
III
Ma finchè si sente cantare in lontananza
un’allodola in cielo, serena e in alto,
finchè sulla terra c’è una culla che dondola
e finchè nel cuore c’è una speranza.
IV
cosa c’importa se il temporale in arrivo
ci manda incontro nuvole di tempesta.
c’è sempre posto per una canzone della festa.
contro i malanni che il nostro destino ci prepara

NOTE
1) detto proverbiale: se all’asino metti un basto nuovo sempre asino è
2) l’allodola è un animale che racchiude molti simbolismi vedi
3) Cunòt (Culla da braccio) Era la carrozzina per bambini di una volta. Le ruote erano rappresentate dal braccio materno sotto cui la si portava.  biàuta vuol dire “su e giù”

Ma ascoltiamoli live (Rinaldo Doro, Vincenzo Marchelli, Lorenzo  Boioli, Emanuela Bellis, Andrea Peasso e Sonia Cestonaro)  in una bella ripresa audio-video del 2009
“Spazzacamino” è un loro “classico”  nel montaggio video si mostrano anche le tavole dipinte dal Boioli per raccontar la storia

e dal loro ultimo concerto live senza più Boglia e Boioli nell’estate 2015 La Teresina:

FONTI
http://www.mustrad.org.uk/reviews/ariondas.htm
https://www.rivistailcantastorie.it/cantastorie-e-liscio/
http://lasentinella.gelocal.it/ivrea/cronaca/2015/02/16/news/boglia-primo-piffero-e-appassionato-musicista-di-talento-1.10880669
http://www.comune.serravalle-scrivia.al.it/news.php?Id=559
http://www.inchiostrofresco.it/blog/2014/11/21/mostra-personale-lorenzo-boioli-nelle-sale-espositive-serravalle-scrivia/
http://www.folkclubethnosuoni.com/html/schede/ariondassa.html
http://www.folkclubethnosuoni.com/html/schede/ariondassa2.html
http://www.sav.org/ariondassa/index-i.html
http://www.cantut.cat/canconer/cancons/item/108-la-desgracia-d-un-pobre-home-el-gitano
http://www.parsifal.be/product/cd/ariondassa-campagne-grame/

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Pubblicato da Cattia Salto

Amministratore e folklorista di Terre Celtiche Blog. Ha iniziato a divulgare i suoi studi e ricerche sulla musica, le danze e le tradizioni d'Europa nel web, dapprima in maniera sporadica e poi sempre più sistematicamente sul finire del anni 90

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