An thou were my ain thing

Ancora una composizione attribuita a David Rizzio, musico di origine piemontese alla corte della regina di Scozia, Maria Stuarda della quale divenne segretario personale e confidente. Proprio questa vicinanza alla regina gli costerà la vita(1)

Davide era entrato alla corte di Edimburgo come cantore e poi si distinse per le sue doti di polistrumentista e compositore a tal punto da essere scelto come musicista favorito dalla giovane regina, la quale, cresciuta alla corte di Francia, mal si adattava alle austerità imposte dalla Scozia calvinista.

chitarra Rizzio
Alfred James Hipkins litografia della chitarra Rizzio

David Rizzio suonava di certo la chitarra (il cui modello a dieci corde prese il suo nome), il liuto (o il liuto attiorbato) e il violino(2).
La chitarra Rizzio(3) è conservata al Royal College of Music Museum di Londra, reperto n. 32.

Molte sue melodie sono entrate nella tradizione scozzese e furono trascritte nelle maggiori raccolte di collezioni settecentesche e arrangiate dai compositori più in voga del periodo.

Ad esempio proprio questa “An thou were my ain thing” che Robert Burns presenta nello SMM (Vol I). (4)

La Melodia: “Scotch Air”

Ann Thou Were My Ain Thing, Op. 8 No. 1, H. 400: Var. 5, Andante nell’arrangiamento barocco di Francesco Geminiani 

Dick Glasgow -arrangiamento per chitarra tenore, concertina inglese e banjo tenore.

La versione più antica della melodia è nello Straloch Manuscript (c.1627), ‘An thou wer myn own thing’. -partiture per liuto-
Pubblicata anche in “Orpheus Caledonius” (editore William Thomson 1725) “An thou were my ain thing” e attribuita a David Rizzio

al violino Derek Hoy(5)

David Rizzio
David Rizzio (c.1533-66)

An thou were my ain thing/Gin Thou Wert Mine Awn Thing

Si tratta di un brano piuttosto famoso, ripreso da John Gay ne “L’Opera del Mendicante” (The Beggaer’s Opera, 1728) con il titolo di “O what pain it is to part”.
Le prime cinque strofe (con ritornello) -di autore anonimo- sono trascritte in Tea-Table Miscellany pubblicato nel 1733 e seguite da ulteriori cinque strofe di Allan Ramsay(6) . La versione che Robert Burns invia per la pubblicazione nello Scots Musical Museum (Vol I 1797) riguarda proprio solo queste cinque strofe ritoccate da Burns solo per alcuni versi .
Se la canzone fosse stata composta da Rizzio sarebbe sicuramente una dichiarazione d’amore alla sua Regina. Che tra i due personaggi fosse nata una passione amorosa non è dato sapere, così ritenevano i congiurati e lo stesso Darnley. La regina sicuramente viziava il suo musico nominato anche segretario personale, gli regalava abiti e gioielli (come i re facevano con le loro favorite), segni sontuosi e raffinati di amicizia che Rizzio si compiaceva di esibire.

Maria regina di Scozia e David Rizzio Alexandre-Evariste Fragonard (Grasse, 1780 – Parigi, 1850)
Dietro le cortine socchiuse un Darnley geloso che medita la vendetta

La regina lo alloggiò al castello di Melville e David vi piantò un castagno a perenne memoria (il riccio della castagna presente nello stemma della famiglia Riccio), ancora vivo e vegeto ai nostri giorni. La Regina rispose al suo gesto d’affetto facendo piantare cinque querce lungo la passeggiata fino al castagno.
Se all’epoca dei fatti i detrattori cercarono di screditare in tutti i modi il Rizzio e sminuire il suo legame con la Regina, nell’Ottocento romantico la loro presunta relazione, conclusa fatalmente con il brutale assassinio dell’amante per mano dei Lords scozzesi, corrispondeva ai gusti sentimentali degli animi; così numerosi dipinti e stampe li ritraggono in pose affettuose o sguardi languidi.


trascrizione di Robert Burns attribuita a David Rizzio
CHORUS
An(i) Thou were my ain thing,
I wou’d love thee, I wou’d love thee,
Ann thou were my ain Thing,
How [so] dearly wou’d I love thee!

I
I would clasp [take] thee in my Arms,
I’d secure thee from all Harms;
For above Mortal thou hast Charms,
How [so] dearly do I love thee?
II
Of Race divine thou needs must be,
Since nothing earthly equals thee;
[For heaven’s sake, the pity me, (oh favour me)
Who only lives to love thee.](ii)
III
To Merit I no Claim can make,
But that I love, and for your sake,
What Man can do, I’ll undertake,
So dearly do I love thee.
IV (iii)
The Pow’rs one Thing peculiar have,
To ruin none whom they can save;
O! for their sake support (iv) a Slave,
Who ever on shall love thee
V
My Passion, constant as the Sun,
Flames stronger still, will ne’er have done,
Till Fates (v) my Thread of Life have spun,
Which breathing out, I’ll love thee.

Traduzione italiana Cattia Salto
Coro
Voi sareste il mio tutto,
vorrei amarvi, vorrei amarvi
Voi sareste il mio tutto,
così teneramente vorrei amarvi!
I
Vi stringerei tra le mie braccia
per proteggervi da ogni pericolo,
che tra tutti i Mortali Voi siete ricca di fascino
come non amarvi così tanto?
III
Dovete appartenere alla razza divina
poichè nulla di terreno Vi eguaglia;
per l’amor del Cielo, pietà di me (favoritemi),
colui che solo vive per amarvi
III
Al Merito nessuna pretesa posso fare
tranne che Vi amo, e per il Vostro bene
ciò che uomo può fare, io farò
così tanto Vi amo.
IV
Le Potenze (del Cielo) una cosa hanno di peculiare
non rovinano colui che possano salvare;
oh per grazia loro confortate uno Schiavo,
colui che per sempre Vi amerà
V
La mia Passione costante come il Sole
divampa ancora più forte, mai avrà fine
finchè le Parche avranno tessuto il filo della mia vita
fino all’ultimo respiro, Vi amerò

(i) An= and ma scritto come Ann =Anne nome proprio femminile
(ii) Ramsay scrive: [So I must still presumptuous be, To show how much I lo’e thee.]
(iii) per Ramsay è la III strofa; i versi sono abbastanza simili
[The Gods one Thing peculiar have,
To ruin none whom they can save;
O! for their sake support a Slave,
Who only lives to lo’e thee.]
(iv) support allude sia ad un appoggio morale (conforto) che economico: il Bardo dice, “favoritemi mia Regina che tanto v’amo per la vostra grazia divina!”
(v) il Fato in inglese al plurale perchè riferito alle tre Parche (Moire nella mitologia greca) del destino. La prima filava il filo della vita; la seconda dispensava i destini, la terza, tagliava il filo della vita al momento stabilito. Le loro decisioni erano immutabili: neppure gli dei potevano cambiarle. Venivano chiamate anche Fatae

Maddy Prior & The Carnival Band in Hang Up Sorrow and Care 1995 (strofe I, II, V)
Diane Taraz in Celtic Melodies 2018 (strofe I, II, V)
versione folk di “O what pain it is to part” in “The Beggars Opera”
la versione classica “O what pain it is to part”

Il Castagno di Rizzio al Melville Castle

Nella campagna edimburghese sulle rive del North Esk il castello di Melville e stato recentemente restaurato : non solo hotel ma anche location per eventi e in particolare matrimoni in scottish style
https://melvillecastle.com/

RIFERIMENTI
(1) il 9 marzo 1566 venne brutalmente assassinato con 57 coltellate, negli appartamenti privati della Regina con la complicità del re consorte https://terreceltiche.altervista.org/auld-rob-morris-by-david-riccio/
Una ricerca approfondita sul musicista-compositore piemontese e la sua influenza sulla musica tradizionale scozzese è confluita in una pubblicazione a firma del musicista omonimo “Il musico David Rizzio, una storia ritrovata” (Davide Riccio) http://kultunderground.org/art/305/
(2) Salvatore Betti scrive ne “L’illustre Italia” del 1854: “Se cercate infine coloro che eccellentissimi del pari ne’ fasti dell’arte moderna fecero del violino, non altrimenti che i greci della cetra, il re degli istrumenti armonici; benché per la gloria italiana basterebbero soli colà quel Corelli, quel Tartini, quel Viotti, quel Paganini: abbiatevi nondimeno e il Baltassarini, che di tutti fu il padre nella rinnovata musica del secolo decimosesto, e con esso il Veracini, il Clari, il Boccherini, il Lolli, il Pugnani, il Nardini: e, come richiedo ossequio e gratitudine di discepoli, più presso al Corelli il Geminiani, il Locatelli ed il Somis, e al Tartini il suo carissimo Pasqualino. E tutti con varii atti sono intorno al torinese David Ricci (Rizio lo chiamano gli stranieri) che nobilitò l’arte colle virtù dell’uomo politico, per le quali pervenne segretario di Stato a reggere i consigli di Maria Stuarda, regina di Scozia”. (op cit “Il musico David Rizzio, una storia ritrovata” (Davide Riccio) )
(3) i londinesi Stephen Barber e Sandi Harris eseguono su richiesta la copia perfetta della Rizzio
(4) http://www.burnsscotland.com/items/v/volume-i,-song-002,-page-2-an-thou-were-my-ain-thing.aspx
(5) Derek Hoy ha utilizzato le sue competenze informatiche per creare l’archivio audio online RareTunes, in collaborazione con l’amico e collega musicista Stuart Eydmann https://archive.org/details/raretunes__an_thou_were_my_ain_thing
(6) Il principale contributo di Allan Ramsay alla letteratura scozzese nel XVIII secolo è sia come scrittore che come collezionista ed editore di antiche poesie scozzesi. The Tea-table Miscellany  era una raccolta di canzoni tra cui alcune di Ramsay e dei suoi amici, diverse ballate e canzoni famose e alcuni versi precedenti del XVII secolo.
https://en.wikisource.org/wiki/The_Book_of_Scottish_Song/An_thou_were_my_ain_thing

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Pubblicato da Cattia Salto

Amministratore e folklorista di Terre Celtiche Blog. Ha iniziato a divulgare i suoi studi e ricerche sulla musica, le danze e le tradizioni d'Europa nel web, dapprima in maniera sporadica e poi sempre più sistematicamente sul finire del anni 90

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