I am stretched on your grave

“I am stretched on your grave” è un’insolita canzone nel panorama della musica tradizionale di area celtica, che piacerà molto agli amanti del gothic-dark: lei muore e lui resa accanto alla tomba di lei giorno e notte affranto dal dolore.

La storia della canzone inizia con una poesia irlandese anonima del 1600 Táim Sínte ar do Thuama (in ingleseI lie on your grave) a cui era abbinata la melodia An Lóchrann March. Il testo è stato ripetutamente tradotto da vari autori dell’Ottocento (vedi Donal O’Sullivan in “Songs of the Irish” oppure Edmund Walsh in “Irish Popular Songs”) forse sulla scia del revival gotico.

Il tema dell’amore oltre la morte che oggi non esitiamo a definire malsano al limite della necrofilia, era per i poeti romantici il non plus ultra del sentimento, parallelamente al tema della “sepoltura lacrimata“, cioè la speranza di essere compianto, ed è proprio nelle lacrime che bagnano il sepolcro che si perpetua il legame con il mondo dei vivi.

[English Translation]
“I am stretched on your grave” is an unusual song in the panorama of traditional music from the Celtic area, which will appeal to gothic-dark lovers very much: she dies and he is laid on her grave day and night in despairing.

The story of the song begins with an anonymous Irish poem from 1600 Táim Sínte ar do Thuama (in English I lie on your grave) to which the melody “An Lóchrann March” was combined. The text has been repeatedly translated by various nineteenth-century authors (see Donal O’Sullivan in “Songs of the Irish” or Edmund Walsh in “Irish Popular Songs”) perhaps in the wake of the Gothic revival.

The theme of love beyond death that we do not hesitate to define today as unhealthy on the verge of necrophilia, was for romantic poets the non plus ultra of sentiment, parallel to the theme of “teared burial“, that is, the hope of being mourned, and it is just in the tears that bathe the sepulcher that it is perpetuates the link with the world of the living

I am stretched on your grave

E’ poco prezzo, o mio angelo, la morte
per chi ha potuto udir che tu l’ami,
e sentirsi scorrere in tutta l’anima

la voluttà del tuo bacio,
e piangere teco.”


(“Ultime lettere di Jacopo Ortis”)

Iarla O’Lionáird & Crash Ensemble
Síle Ní Fhlaithearta
The Sound of WomenThe Sound of Women 2005 un po’ in gaelico e un po’ in inglese

[gaelico irlandese]
Táim Sínte ar do Thuama
I
Táim sínte ar do thuama agus gheobhair ann de shíor mé.
Dá mbeadh barra do dhá láimh agam, ní scarfainn leat choíche.
A phlúirín is an tsearc sé ann domsa luí leat.
Mar tá boladh fuar na cré uait, dath na gréine is na gaoithe.
II
Is nuair is dóigh le mo mhuintir go mbímse ar mo leabaigh.
Is ar do thuama sea a bhím sínte ó oíche go maidin.
Ag cur síos ar mo chruatan is ag cruaghol go daingean.
Sí mo chailín chiúin, stuama do ghluais liom ina leanbh.
III
Is tá na sagairt is na bráithre gach lá liomsa i bhfearg.
D’fhonn a bheith i ngrá leat a stórmhnaoi is tú marbh.
Dhéanfainn foithnín ón ngaoth duit, is díon díot ón bhfearthainn.
Agus brón ar mo chroíse tú a bheith thíos ins an talamh.
IV
Is an gcuimhin leatsa an oíche úd a bhíosa agus tusa.
Fé bhun an chrann draighnigh, is bhí an oíche ag cur cuisne.
Céad moladh le hÍosa nár dheineamar an milleadh.
Is go bhfuil an choróin Mhaighdein mar chrann soilse inár gcoinne.
V
Is tabhair mo mhallacht dod’ mháithrín is ní áirímse d’athair.
Is a maireann de do chairde gach lá faid a mhaireann.
Nár lig dom tú a phósadh is tú beo agam i do bheathaigh
Mar nach n-iarrfainn mar spré leat ach luí leat sa leabaigh.
VI
Is tá brón ar mo chroíse atá líonta le grá dhuit.
Is an londubh taobh thíos dó atá chomh dubh leis na háirne.
Sara dtiocfaidh aon ní orm is go gcloífidh an bás mé
Ó béadsa i mo shí gaoithe romhat thíos ar na bántaibh.

La traduzione che ha avuto più fortuna è stata quella di Frank O’Connor, pubblicata nel suo “Kings, Lords, and Commons” (1959), messa in musica quasi vent’anni dopo da Philip King e registrata dal gruppo Scullion nel loro album d’esordio (1979).
La registrazione di Sinead O’Connor ha poi diffuso il brano al grande pubblico.

The most fortunate translation was that of Frank O’Connor, published in his “Kings, Lords, and Commons” (1959), set to music almost twenty years later by Philip King and recorded by the Scullion group on their album debut (1979).
The recording of Sinead O’Connor then spread the song to the general public.

Scullion
Kate Rusby in “Hourglass” 1997
[melodia su arrangiamento di Kate Rusby]
Dead Can Dance in Toward the Within 2007
Antje Duvekot
Sinead O’Connor – in “I Do Not Want What I Haven’t Got” 1990, non a tutti i puristi piace questa versione con la batteria campionata
Dominie Hooper
Eithne Ní Uallacháin in Bilingua 2014

Traduzione italiana di Cattia Salto
I
Sono steso sulla tua tomba
e ci resterei per sempre;
se le tue mani fossero nelle mie
di certo non ci separerebbero.
Mio melo (1), mia luce
è tempo di stare insieme,
chè sento odor di terra
e sono consumato (2) dalle intemperie.
II
Mentre la mia famiglia mi crede
al sicuro (3) nel mio letto,
da sera a mane (4)
sono steso ai tuoi piedi,
urlando al vento (5)
con lacrime calde e aspre
il mio dolore per la ragazza (6)
che amavo fin da bambino (7)
III
Ti ricordi
la notte che ci siam persi
all’ombra del prugnolo
e il freddo (8) del gelo?
Grazie a Gesù
abbiamo fatto ciò che era giusto
e la tua virtù ancora
si fonda sulla luce (9)
IV
I preti e i frati
si avvicinano a me intimoriti (10)
perché io ti amo ancora,
amore mio, anche se sei morta (11),
io sarò ancora il tuo riparo (12)
dalla pioggia e dalla tempesta
perchè con te nella fredda tomba
non mi riesce di dormire al caldo

NOTE
(1) il melo selvatico sboccia a maggio e produce piccole ma profumate mele nel tardo autunno. E’ un albero associato con l’Altromondo celtico o la Terra delle Donne in cui la donna-fata accoglie il protagonista con un ramo del melo sacro (o una mela dorata) come suggello per la realizzazione del desiderio segreto dell’eroe. La mela è l’offerta dell’immortalità e della conoscenza, nonché dell’ispirazione poetica.
(7) ho aggiunto un “fin” da bambino per dare un senso più completo alla frase
(9) un modo un po’ involuto per dire che la ragazza è rimasta vergine nonostante la notte trascorsa insieme nel bosco
(10) la Chiesa, nonostante la sua credenza nella vita dopo la morte, non ha mai approvato le dimostrazioni estreme degli affetti dei vivi per i morti


I
I am stretched on your grave
And would lie there forever;
If your hands were in mine
I’d be sure we’d not sever.
My apple tree (1), my brightness,
‘Tis time we were together
For I smell of the earth
And I am worn (2) by the weather.
II
When my family thinks
That I’m safe (3) in my bed
From night until morning (4)
I am stretched at your head,
Calling out to the air (5)
With tears hot and wild
My grief for the girl (6)
That I loved as a child (7).
III
Do you remember
The night we were lost
In the shade of the blackthorn
And the chill (8) of the frost?
Thanks be to Jesus
We did what was right,
And your maidenhead still
Is your pillar of light (9).
IV
The priests and the friars
Approach me in dread (10)
Because I still love you
My love and you dead (11),
I still would be your shelter (12)
From rain and from storm,
And with you in the cold grave
I cannot sleep warm.

NOTE
(1) my apple tree: the wild apple tree blossoms in May and produces small but fragrant apples in late autumn. It is a tree associated with the Celtic Otherworld or the Land of Women in which the fairy woman welcomes the protagonist with a branch of the sacred apple tree (or a golden apple) as a seal for the realization of the hero’s secret desire. The apple is the offering of immortality and knowledge, as well as poetic inspiration.
(2) Frank O’Connor “stained”
(3) Kate Rusby “safely”
(4) Kate Rusby “Oh from morn until night”
(5) Kate Rusby “Calling out into the earth”
(6) Kate Rusby “For the loss of a girl”
(8) Kate Rusby “touch”
(10) the Church, despite the belief in life after death, never approved the extreme demonstrations of the affections of the living for the dead
(11) Kate Rusby “Oh, my life, and you are dead”
(12) Frank O’Connor “And would still be your shelter”.

Link
http://mudcat.org/thread.cfm?threadid=12316
https://www.blogfoolk.com/2020/02/dead-can-dance-il-morto-puo-danzare-e.html

Il tema della Morte lacrimata è come dicevo caro ai poeti del Romanticismo ma ricorre anche nella poesia del Novecento, ecco alcuni esempi trasformati in canzone

Annabel Lee (E.A.Poe)
Requiescat (Oscar Wilde – Anton Brejestovski)

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Pubblicato da Cattia Salto

Amministratore e folklorista di Terre Celtiche Blog. Ha iniziato a divulgare i suoi studi e ricerche sulla musica, le danze e le tradizioni d'Europa nel web, dapprima in maniera sporadica e poi sempre più sistematicamente sul finire del anni 90

7 Risposte a “I am stretched on your grave”

  1. Infatti, se pensi che Brigida è conosciuta anche come la dea dei poeti e dell’ispirazione e che il suo nome significa “high or exalted one”…..quando ero piccolo sapevo che Santa Brigida nutriva il desiderio di sapere quanti colpi di frusta aveva ricevuto Gesù durante la sua passione…..(per inciso 5480 colpi), poi da adolescente mi piaceva tantissimo la canzone di Venditti “Santa Brigida mia divina nun fa’ piove alle castagne senza tuoni e senza lampi e senza rane nahh… o sole che nasci povero illumina ‘sta terra illumina ‘sta terra e nun fa’ cresce ortica” ma tocca a te illuminarmi se ci siano collegamenti tra queste tre Brigide…

  2. grazie Flavio, data l’ora preferisco terminare due o tre cosette lasciate in sospeso e dedicarmi al pezzo nel week end.
    a prima lettura la canzone è perfetta per l’avvicinarsi della transizione equinoziale, posso solo immaginare tutte le altre implicazioni.

  3. Eithne era la sorella di Pádraigín che tu hai già trattato nel sito. Non ho guardato se hai inserito anche il mio brano preferito dei Lá Lugh ovvero Brighid’s Kiss: “Gar dúinn Earrach Éireann” “La Primavera Irlandese è vicina” ma Bealtaine Song o la versione della bellissima Tá sé ‘na Lá non sono da meno (non avrei mai pensato che ci si potesse avvicinare alla versione dei Clannad)

    1. finita la revisione del post; Brighid’s Kiss manca ma sarà tra le prossime news.. se hai (o conosci) la traduzione della parte in gaelico mi risparmi una lunga ricerca

  4. Non si può dimenticare la meravigliosa interpretazione della cara, compianta Eithne Ní Uallacháin tratta dal suo unico disco uscito postumo nel 2014, ben sedici anni dopo la sua incisione! Io l’ho conosciuta nel 1996, una bellissima, sfortunata, dolce, indimenticata donna che si tolse la vita a 42 anni, per colpa del male, dopo averci lasciato alcuni dischi straordinari assieme al marito violinista Gerry O’Connor e al loro gruppo Lá Lugh. Che tristezza infinita questo ricordo.

    https://www.youtube.com/watch?v=LGGA23bjsHM

    1. Credo di aver occasionalmente segnalato nel blog alcune interpretazioni di Eithne, questa mi mancava, grazie mentre riascolto vedrò anche di migliorare la traduzione del brano

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