Altre guerre

Anjela Duval contadina-poetessa e Fañch Vidament contadino-pittore dalla Bretagna, tra le due guerre mondiali

“E’ la peggiore fra le creazioni, quella delle masse armate, del regime militare che odio con tutto il cuore. Disprezzo profondamente chi è felice di marciare in ranghi e nelle formazioni al seguito di una musica; costui ha ricevuto solo per errore il cervello: un midollo spinale gli sarebbe stato più che sufficiente.” – Albert Einstein –

Anjela Duval

Piv ?

M’am befe bet mibien
Am befe o armet
Am befe graet anezho marc’heien
Marc’heien an douar
O armet am bije
Gant va armoù din-me
An armoù-se am eus stourmet ganto
Va Buhez-pad
Stourmet ouzh an drez
Stourmet ouzh ar spern-du
Ouzh ar brulu hag an askol
Ouzh ar raden alouber
An onkl hag an treuzc’heot
Ar gweg… ha mil louzaouenn fall all
Ken ar re a voug an trevadoù
Ken ar re a voug ar goustiañs
Feal on bet atav d’am ger-stur

Stourm a ran war bep tachenn
Va buhez ‘vo bet ur stourm
Hag e dibenn va amzer
E dibenn va nerzh
E huanadan
Piv a gemero va ger-stur ?
War va lerc’h ?
Piv a gemero va armoù ?
Pa gouezhint eus va daouarn
Pa n’em eus ganet mab ebet

– Anjela Duval, 9 a viz Here 1978 –

Anjela Duval
Anjela Duval

All’opposto della guerra c’è la natura che nutriva e amava Anjela contadina-poetessa, così come altrettanto faceva con un contadino-pittore autodidatta il quale aveva una piccola fattoria nel centro della Bretagna, nell’entroterra vicino a Callac.

Chi?

Se avessi avuto dei figli
Li avrei armati
Ne avrei fatto dei cavalieri
Dei cavalieri della terra
Li avrei armati
Con le mie armi
Queste armi con cui ho lottato
Durante tutta la vita
Ho lottato contro i rovi
Contro il biancospino nero
I digitali, il cardo
Contro la felce infestante
L’avena sterilizza e la gramigna
La veccia…e mille altre erbe cattive
Tante sono quelle che soffocano i pascoli
Quante quelle che soffocano le coscienze
Sono sempre rimasta fedele alla mia divisa
Lotto su tutti i fronti
La mia vita è stata un combattimento
E al termine del mio tempo
Al limite della mia forza
Sospiro
Chi riprenderà la mia divisa?
Chi mi farà seguito?
Chi riprenderà le mie armi?
Quando mi cadranno di mano
Visto che non ho avuto alcun figlio


Anjela Duval, 9 ottobre 1978, traduzione Flavio Poltronieri (dal volume “Koroll Ar C’hleze” “Danza della Spada” – Raccolta di testi bretoni contemporanei, 1985)

Una registrazione live è ascoltabile dalla voce di Nolwenn Korbell nel cd Hepken della Bagad Cap Caval, all’interno del brano An Intañvez’barzh Al Loñch (melodia del Pays Bigouden del nord raccolta da Bernez Breton e Jean-Pierre Hélias).

Anjela Duval statua a Le Vieux-Marché
statua eretta in onore a Anjela Duval il 6 novembre 2011 sulla piazza del suo paese natale, Le Vieux-Marché[2]

Fañch Vidament

Il suo nome era Fañch Vidament (Kérity, 13 giugno 1948 – Saint-Servais, 11 novembre 1982).

Xavier Grall sosteneva che Van Gogh avrebbe amato le sue tele che odoravano di granai e stalle e anche Glenmor lo incensava. Fañch Vidament diceva che bisognava “piantare il riso per vivere e i fiori per avere la voglia di vivere”.

[1] Anjela Duval (Le Vieux-Marché 3/4/1905 – Lannion 7/11/1981)
[2] http://ccgad-paimpol.over-blog.fr/page-anjela-duval-5992117.html

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Pubblicato da Flavio Poltronieri

Etnomusicologo. Autore e traduttore di canzoni. Ha pubblicato su riviste di avanguardia musicale in Italia/Francia/Germania. Fa parte della redazione giornalistica di Blogfoolk, Lineatrad e leonardcohenfiles.com

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