Un viaggio nella discografia dei Malicorne
Almanach un concept album dedicato ai mesi dell’anno è a mio parere il capolavoro della discografia malicorniana. La confezione del vinile si apriva a mo’ di libro con le pagine interne contenenti la descrizione dei brani e le pratiche rituali relative ai singoli mesi. L’album, premiato con il disco d’oro, contiene alcune tra le più belle e note canzoni del gruppo
Salut à la compagnie (part à Dieu)
Quand j’étais chez mon père
Margot
Les tristes noces
Voici venir le joli mai
Voici la saint jean (ronde)
Le luneux (work in progress)
Branle de la haie
Quand je menai mes chevaux boire
La fille au cresson
L’écolier assassin (work in progress)
Noël est arrivé
La fiancée du timbalier
Salut à la compagnie L’album si apre con una canzone di questua dell’Epifania proveniente dalla regione di Orleans
Quand j’étais chez mon père Un brano cantato a due voci da Gabriel e Marie con un arrangiamento compiutamente folk rock e “steeleyano”
Margot Un breve ma struggente canto a cappella che ricorda un rituale piuttosto crudele diffuso nel Berry, durante le cerimonie della Passione; un gruppo di ragazzi catturava una averla (considerata “uccello del diavolo”) e le conficcava nella testa due spine (simbolo della corona di Cristo crocifisso) portandola poi in processione infilzata in una picca
Les tristes noces Versione francese della Child Ballad Lord Thomas and Fair Annet, questo è uno dei brani più intensi di Almanach. Il solito rossignolet qui è chiamato a cantare la tragica storia del matrimonio combinato e dell’incursione dell’amante tradito; storia che, va da sé, finisce male per tutti. Bellissimo l’arrangiamento che procede con tono drammatico per interrompersi a metà con una briosa aria di danza (suonata dai musicisti della Bamboche, gruppo di amici/rivali dei Malicorne) che rappresenta l’incontro dei vecchi amanti durante la cerimonia nuziale.
Voici venir le joli mai Un’altra canzone di questua, di provenienza borgognona
Voici la Saint Jean Su uno scatenato ritmo di ronde si sviluppa una delle più allegre e trascinanti canzoni malicorniane, dedicata alla festa che saluta l’inizio dell’estate
Le luneux uno straordinario arrangiamento minimalista sostiene la meravigliosa interpretazione di Marie che canta la storia di questo mendicante cieco; uno dei vertici della discografia del gruppo
Branle de la haie Dalla Orchesographie di Thoinot Arbeau una musica di danza per un ballo estivo
Quand je menai mes chevaux boire Originaria dell’Alta Normandia, un’altra tragica canzone, protagonista un cuculo che annuncia ad un giovane la morte dell’amata
La fille au cresson Un allegro gioco di corteggiamento tra tre cavalieri e una fanciulla andata a cogliere il crescione; l’accompagnamento musicale in forma di ronde è stato composto dai Malicorne stessi
L’éecolier assassin Forse la più classica delle murder ballad riarrangiate da Yacoub e compagni. In questa storia di madre crudele, crudelissima anzi, versione canadese di una complainte medioevale, il rossignolet joli del ritornello suona come uno straziante contraltare, così come l’accompagnamento dell’Hammond accentua il carattere tragico della storia
Noel est arrivé In chiusura dell’album un nouvé provenzale riadattato in francese