VALBORG

L’analogo della festa celtica di Beltane era celebrata anche dai norreni con il nome di festa di Walborg o Valborg (leggasi “valbori”)

Berg o Börg sono i castelli (o i forti) costruiti sulle montagne, una festa quindi che si svolgeva sulle alture. La festa venne cristianizzata dedicandola a santa Valpurga, (Wessex, 710 circa – Heidenheim, 25 febbraio 779) la monaca anglosassone mandata dalla Chiesa ad evangelizzare la Germania, dove divenne badessa nel monastero di Heidenheim presso Eichstatt (Baviera). Sebbene la sua festa si celebri il 25 febbraio è diventata la santa scaccia streghe nella Notte di Valpurga quella tra il 30 aprile e il 1° Maggio. Le leggende intorno alla santa richiamano alla mente un’analogia con Santa Brigida nel simile tentativo della Chiesa di Roma di sradicare il paganesimo in Europa.

I GERMANI

Ma in Germania al tempo della Santa vivevano altre popolazioni assoggettate a suo tempo dall’antica Roma, erano i Germani e i Franchi che alla caduta dell’Impero lo depredarono come lupi.
I Germani non erano celti ma rivendicavano origini scandinave, (secondo le testimonianze storiche e archeologiche i Germani furono il risultato dell’indoeuropeizzazione, nell’età del Bronzo, della Scandinavia meridionale e dello Jutland da parte di genti provenienti dall’Europa centrale).

I VICHINGHI

Vita ben più grama era quella dei Norreni che vivevano nell’estremo Nord dell’Europa  e che solo al tempo di Carlo Magno iniziarono le loro incursioni lungo le coste settentrionali della Francia, il regno Normanno era in là da venire e le escursioni vichinghe si dirigevano verso l’Inghilterra, la Scozia, l’Irlanda e l’Islanda (e il Vinland).

vichinghi

In questo contesto emerge un dato storico assodato: migrazioni di stirpi indo-europee si stabilirono nella penisola scandinava attorno al 4.000 a.C. muovendo dall’Asia centrale. Successivamente è proprio nella media Età del Bronzo che popolazioni proto-germaniche causarono profondi mutamenti: un’invasione che di pacifico aveva ben poco. Orde di genti presumibilmente conosciute come ‘Popolo delle Asce’ provocò un violento scontro tra civiltà: gli aggressori non avevano migrato per migliaia di chilometri senza nutrire la ferma volontà di sterminare per dominare. Ne seguì un lungo periodo di guerre, finché il ‘Popolo delle Asce’ ebbe la meglio e colonizzò i territori dell’attuale Scandinavia. Del sistema socio-culturale che vi avevano trovato ne distillarono usi e costumi più vantaggiosi, ma in linea di massima imposero i propri princìpi guerrieri. E da questi discesero i connotati dell’etnìa Lochlann prima e Vichinga poi.
Sebbene col termine Vichinghi si riaccenda un concetto ben radicato nell’immaginario popolare per l’alone di mistero, leggenda ed avventura che li circonda, i Vichinghi propriamente detti ebbero un excursus storico relativamente breve e molto più recente. Si va infatti dalla fine dell’VIII sec. con le prime scorrerie nel sud dell’Inghilterra, al 1.066 d.C. anno della loro sconfitta ad opera di Guglielmo il Conquistatore.
 I Vichinghi raggiunsero le attuali coste francesi e s’inoltrarono nelle terre dei Sassoni. Dopo aver conquistato il Baltico, i Rus (etnìa svedese) mosse verso sud-est discendendo il Volga e il Dnepr sino al mar Nero, poi al mar Caspio e addirittura a Costantinopoli e Baghdad. Altra analogia: al pari dei Celti, anche i Vichinghi non costituirono un impero reale. Mossi dal bisogno di terre coltivabili, dalla necessità di vivere in un clima migliore, dalla sovrappopolazione, furono soprattutto un’etnìa di avventurieri del mare che portarono a compimento viaggi ed esplorazioni straordinarie. Grazie ad imbarcazioni insuperabili per quei tempi in termini di velocità, resistenza e acquaticità, con poco pescaggio adatto anche alla navigazione fluviale e la possibilità d’essere brandeggiabili, ossia caricabili in spalla per attraversare tratti di terreno. Nell’896 tale Bjarni Herjolfsson sbarcò in nord America. Fatto ancor più stupefacente fu che gli riuscì di tornare a casa, organizzando altri viaggi che segnarono anni di spedizioni per colonizzare l’attuale Terranova canadese. In soli due secoli e mezzo i Vichinghi realizzarono gesta che hanno ancor oggi dell’incredibile.
Non dissimili da quelle fiabe che sgorgavano dalle sorgenti iperboree nell’antica cultura scandinava, che narravano degli uomini delle rade, dei fieri navigatori padroni del mare quanto possono esserlo dei corsari, e delle loro gesta umane eroiche in misura pari a quelle degli dèi. Imprese che se fantasticate prima sarebbero potute sembrare sogni.
E che invece divennero storia.
(in “I guerrieri dei Fiordi” Mauro Raccasi tratto da qui)

asi-e-vani

GLI DEI NORDICO-GERMANICI

Dopo aver fatto un doveroso distinguo tra germani e norreni occorre rilevare che le loro divinità sono le stesse: c’erano due gruppi di dei, gli Asi (gli dei della guerra di matrice indoeuropea) e i Vani (gli dei dei campi dei culti primordiali).
Tra i primi Balder (Baldr) è il dio della luce e della bontà, il figlio prediletto di Odino, che muore, colpito dal vischio, a causa dell’inganno di Loki: come la sua morte prefigura e prepara il crepuscolo degli dei, così la sua rinascita alla fine dei tempi, annuncerà una nuova era. continua
Gli studiosi hanno visto una parentela anche fonetica tra il celtico Bel (festeggiato a Beltane) e Balder, e Jan de Vries nel suo “Altnordisches Etymologisches Wörterbuch” associa il nome a bál (fuoco) e anche a varie parole indoeuropee significanti rilucente, bianco. Ma più in là non andiamo e non possiamo affermare che a Balder fosse dedicata una festa della primavera.

Altro labile collegamento è il riferimento alla dea Ostara (antico alto tedesco), o Eostre (anglosassone) citata nel “De Temporum Rationale” (725) del venerabile Beda, una dea della fertilità dei Germani con una festa celebrata in suo onore forse in Primavera o in Estate. “Eostur-monath, qui nunc Paschalis mensis interpretatur, quondam a Dea illorum quæ Eostre vocabatur, et cui in illo festa celebrabant nomen habuit” (traduzione italiano: Eosturmonath ha un nome che è ora tradotto «mese pasquale», e che una volta era usato in onore di una dea dal nome di Eostre, che era celebrata durante questo mese.” Sempre secondo il Venerabile Beda, Eostre era la versione Sassone della dea germanica Ostara. La sua celebrazione si svolgeva durante la prima luna piena dopo l’equinozio di primavera – lo stesso calcolo usato per la Pasqua cristiana in Occidente.
Tuttavia Ostara non appare da nessuna parte nella mitologia nordica, e nella tradizione norrena, così alcuni studiosi sono propensi a ritenere che il monaco Beda abbia frainteso, e che Eostremonth si riferisse ad una festa di primavera.

germanics

IL BLOT

Sappiamo inoltre che in momenti particolari dell’anno si svolgeva un Blót cioè un rito in cui alcuni animali erano sacrificati (per lo più maiali e cavalli) e la carne bollita era condivisa in un banchetto. Una bevanda consacrata (di solito birra o idromele) era passata di mano in mano in modo che tutti bevessero dallo stesso corno o ciotola. Il sangue degli animali sacrificati era asperso sulle statue degli dei, sui muri e sui partecipanti alla festa.
l “goði”, ovvero il sacerdote addetto ad officiare il sacrificio, offriva la bevanda a Freyja se era un blót di primavera o autunno, o ad Odino se era un blót d’estate. Poi bevevano in nome degli antenati defunti, che potevano aver preso parte nel blót. 
L’antica preghiera era til árs ok friðar, “per un anno fausto e pacifico” chiedevano fertilità, buona salute, una vita serena, di pace ed armonia tra il popolo e gli dei. (tratto da wikipedia qui
Un blot particolare si svolgeva ogni nove anni nel tempio di Uppsala in Svezia in cui veniva praticato anche il sacrificio umano.

Ovvio che agli occhi dei Cristiani queste feste fossero ritenute festini satanici!!

SIGR BLOT

I Blot dell’equinozio di primavera e di fine aprile  erano invece dedicati a Odino, si beveva per i guerrieri morti in battaglia e per le vittorie conseguite e poi si partiva per le spedizioni (sigrblot significa “sacrificio per la vittoria“).
Tra le feste che si celebravano nel “Norden” (regione scandinava), quella della primavera aveva luogo proprio quando il ghiaccio iniziava a sciogliersi (qualche mese dopo l’equinozio di primavera).
Di certo era una festa del fuoco ed enormi falò venivano accesi sulle alture, si banchettava e ballava e si faceva sesso libero.
La festa è celebrata ancora oggi soprattutto in Svezia con il nome di Notte di Valpurga: pic nic all’aperto, giganteschi falò, musica e canti tradizionali e soprattutto colossali bevute sono quanto resta.

seconda pare: uno iorram vichingo dalle isole Shetland vedi

FONTI
http://helleland.altervista.org/blog/gli-uomini-del-grande-nord/
http://skayler-ulver.blogspot.it/2013/03/ostara-tra-tradizione-nordiche-e.html
http://skayler-ulver.blogspot.it/2016/03/equinozio-di-primavera-sigrblot-summer.html

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Pubblicato da Cattia Salto

Amministratore e folklorista di Terre Celtiche Blog. Ha iniziato a divulgare i suoi studi e ricerche sulla musica, le danze e le tradizioni d'Europa nel web, dapprima in maniera sporadica e poi sempre più sistematicamente sul finire del anni 90

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