I Tre Re

Benvenuti nel Calendario dell’Avvento 2022 ideato da Terre Celtiche Blog su ispirazione del Calendario dell’Avvento illustrato da Paul Bommer[1]

16 dicembre KMB

Paul Bommer “Three Kings

I Magi[2] seguono la stella che brilla da Oriente verso Occidente, chiedono informazioni nei pressi di Gerusalemme, si recano anche dal re della Giudea, ma alla fine trovano Gesù a Betlemme

“Entrati nella casa, videro il bambino con Maria sua madre, e prostratisi lo adorarono. Poi aprirono i loro scrigni e gli offrirono in dono oro, incenso e mirra. Avvertiti poi in sogno di non tornare da Erode, per un’altra strada fecero ritorno al loro paese” (Matteo 2,11)
Fu la vox-populi a farli diventare tre Re come i doni offerti a Gesù:
1) Kaspar, Caspar, Gaspar, Gathaspa, Jaspar o Jaspas.
2) Melchior, Melichior o Melchyor
3) Balthasar, Bithisareuna o Balthassar.
Nelle chiese orientali diventano Hor, Karsudan e Basanater, una tradizione armena (il Vangelo armeno dell’Infanzia) identifica i Magi come Balthasar proveniente dall’Arabia, Mechior proveniente dalla Persia e Gasper proveniente dall’India.[3]

Paul Bommer disegna tre magnifiche corone d’oro incastonate di gemme preziose e tre scrigni altrettanto preziosi, dei capolavori di oreficeria medievale; le scritte sono in lingua ceca e l’artista (di padre polacco) ci racconta della tradizione di far benedire in Chiesa nella vigilia dell’Epifania delle scatoline con un anello d’oro, dell’incenso e un pezzo d’ambra in ricordo dei dono dei re Magi. Le scatoline contengono anche dei gessetti con i quali si traccerà sopra la porta di casa la scritta “K+M+B” con la data, avente funzione di amuleto contro malattie e guai.[3bis]

Consuetudine diffusa anche in Germania oltre che i paesi del vecchio l’Impero Austro-Ungarico, abbinata ai canti della Stella (la questua dei bambini vestiti da re Magi)

I sacerdoti-maghi persiani

adorazione magi Andrea Mantegna
Andrea Mantegna,1497-1500, tempera su tavola Adorazione dei Magi. (da ammirare in alta definizione). Nei tre Re sono raffigurate le tre età dell’uomo e le tre razze umane discendenti da Noè. I tre doni sono delle raffigurazioni di oggetti collezionati da Isabella d’Este, l’incensiere turco in diaspro, la pisside in onice della mirra, la tazza scoperchiata di porcellana cinese contenente l’oro

I maghi sono gli studiosi delle scienze occulte, che un tempo si dedicavano anche allo studio dell’astronomia, della matematica, della fisica, della chimica.

Nel contesto della Natività sono preferibilmente ricordati come i Magi o i Saggi (termine meno scomodo di quello di mago) “che vengono da Oriente” (da qualche parte dell’Impero Persiano) e rappresentano tutti gli altri popoli che tramite la conversione accolgono la salvezza di Dio.
E’ solo dal Duecento in poi che il magio più giovane diventa africano (il re moro rappresentava i figli di Cam nelle fattezze di un Nubiano/Etiope) e tuttavia gli artisti (e i loro committenti) hanno combinato a piacere l’età e il colore della pelle con i nomi dei Magi!

I Tre re

I Maghi di Matteo non erano Re anche se Isaia aveva profetizzato che “Cammineranno i popoli alla tua luce, i re allo splendore del tuo sorgere” e nel Salmo 72  si legge “I re di Tarsis e delle isole gli pagheranno il tributo, il re di Seba e di Saba gli offriranno doni. A lui tutti i re si prostreranno, lo serviranno tutte le nazioni“, tuttavia lo diventano nella letteratura esegetica del Medioevo cristiano.

Franco Cardini racconta i re Magi

Nel mazdaismo si attendevano tre figure di salvatori e rigeneratori del tempo, l’ultimo Saoshyant sarebbe nato da una Vergine e avrebbe portato alla Risurrezione Universale. Per i Maghi il Salvatore doveva essere la reincarnazione del Dio Mithra e una stella lo avrebbe annunziato.

[Franco Cardini “I Re Magi” Leggenda cristiana e mito pagano tra Oriente e Occidente, 2016.]

I Maghi sono i sacerdoti della religione mazdaica, la religione dell’antica Persia preislamica -attuale Adzerbaigian- incentrata sulla lotta eterna tra Luce e Tenebre per cicli entropici e la fede in un “soccorritore divino” (il Salvatore) che “rimetterà a posto le cose” prima che il mondo decada completamente.

Nel Medioevo è stato Federico Barbarossa a incentivare il culto dei Re Magi con la traslazione delle Reliquie da Milano a Colonia e il suo programma di legittimazione della Monarchia Sacra[4]. E in effetti sembrerebbe che il culto dei Re Magi decolli proprio a partire dal XII secolo in una crescendo di affreschi, dipinti, bassorilievi, mosaici, vetrate. A partire dal Duecento si afferma una nuova venerazione dei Tre Re, in cerimonie pubbliche con feste e processioni, proprio per la Festa dell’Epifania, in particolare nei luoghi di passaggio delle reliquie.

A Milano nel 1336 all’epoca dei Visconti abbiamo una cronaca dettagliata scritta da Galvano Fiamma sulla rievocazione del corteo dei Tre Re che attraversò gran parte della città trasformata in Terrasanta, con animali esotici, abiti all’orientale, insegne variopinte.[5]

Sandro Botticelli, Adorazione dei Magi, 1475 ca. Tempera su tavola. Anche a Firenze la cavalcata dei Magi fu presa a pretesto propagandistico per magnificare la famiglia dei Medici. Così il Botticelli raffigura nei Magi Cosimo, inchinato a baciare i piedi di Gesù bambino (con l’offerta dell’oro), e i due figli Piero il Gottoso, con il manto rosso foderato d’ermellino (che offre l’incenso) e Giovanni in bianco (mirra). Lorenzo il Magnifico figlio di Piero è subito dietro a Cosimo con una berretta e una lunga veste bianca, si drappeggia in una preziosa mantella dal colore cangiante blu-rosaceo; il fratello Giuliano si trova sull’altro lato, è il giovane capellone con il vestito corto nero e rosso bordato d’oro, appena dietro allo zio Giovanni.

Il Viaggio dei Magi

Da vivi i Magi andarono fino in Giudea per adorare Gesù Bambino e poi ritornarono nelle loro terre, e se ci misero 13 giorni all’andata, impiegarono un paio d’anni a farvi ritorno.

L’apostolo Tommaso li incontrò nella sua missione di evangelizzazione in “Oriente” quando andarono da lui per farsi battezzare. Secondo la Historia Trium Regnum di Giovanni di Hildesheim i Magi con Tommaso salirono sul Monte Vaus (che l’Hildesheim colloca in India, ma che è stato identificato con il Sabalan, nell’Azerbaigian) dove Tommaso consacrò la cappella fatta costruire dai Magi per onorare il Re dei Giudei. Ai piedi del Monte la città di Sava (Seuva) venne eletta come loro dimora.

Altrettanto avventuroso fu il viaggio delle loro reliquie.

Nel 330 Elena la madre di Costantino a caccia di reliquie in Terra Santa dice di aver mandato a cercare la loro sepoltura nella Cappella sul Monte Vaus e di essersela fatta mandare a casa, dove la sistemò nella nuova basilica di Santa Sofia. Nel 343 Sant’Eustorgio vescovo di Milano si ricordò del reliquiario e lo richiese gentilmente all’imperatore d’Oriente che altrettanto gentilmente glielo recapitò a Milano. Nel 1162 Federico Barbarossa sceso nel Bel Paese per punire i comuni italiani riottosi a riconoscerlo come Imperatore, assediò Milano e si portò a casa la teca dei Magi. Nella traslazione a Colonia, passando per la Svizzera e lungo la valle del Reno, sembrerebbe che tanti frammenti e ossicini dei Tre Re siano stati lasciati per strada (come i sassolini di Pollicino) -o così affermano le tante chiese che ne custodiscono le reliquie!

Milano Capitello Basilica di Sant’Eustorgio: il vescovo è aiutato da un angelo al trasporto dell’arca contenente i tre corpi dei Re magi. I buoi si arrestarono improvvisamente nell’area dove sarebbe sorta la basilica. 
Il reliquiario dei Re Magi a Colonia in legno rivestito d’argento d’orato, XIII secolo[6]

Peccato che nel 1270 Marco Polo abbia visitato le tombe dei Magi a Saba: “In Persia [attuale Iran] è la città è chiamata Sabba (Saba), dalla quale si partirono li tre re che andarono ad adorare Cristo quando nacque. In quella città sono seppelliti gli tre magi in una bella sepoltura, e sonvi ancora tutti intieri e co’ capegli. L’uno ebbe nome Baltasar, l’altro Melchior, e l’altro Guaspar. Messer Marco domandò più volte in quella città di questi tre re: ninno gliene seppe dire nulla, se non ch’erano tre re seppelliti anticamente. E andando tre giornate, trovarono un castello chiamato Galasaca (Cala Ataperistan), cioè a dire, in francesco, castello degli oratori del fuoco. È ben vero che quegli del castello adorano il fuoco, ed io vi dirò perché. Gli uomini di quello castello dicono che anticamente tre re di quella contrada andarono ad adorare un profeta, lo quale era nato, e portarono tre offerte: oro per sapere s’era signore terreno, incenso per sapere s’era Iddio, mirra per sapere s’era eternale.”
Il francescano Odorico da Pordenone (anch’egli in viaggio per la Cina) cinquant’anni dopo Marco Polo ci dice invece che la città dei Re Magi era Cassam l’attuale Kasham, a sud del mar Caspio e di Teheran, nell’attuale Iran.

We three kings / Three Kings of Orient

John Henry Hopkins Jr

Il titolo originale del brano è “Three Kings of Orient” scritto dal reverendo John Henry Hopkins Jr pubblicato per la prima volta nel 1863 (New York).

“We three kings” era stato scritto per una recita teatrale, forse nel 1857, ma venne incluso solo nel 1863 nella raccolta curata dallo stesso autore “Carols, Hymns and Songs”. I tre Re sono guidati da una stella mistica e descrivono in prima persona i loro doni, svelandone il significato.

Brano molto popolare non solo in America è interpretato da solisti di ogni genere musicale, dai Beach Boys ai Jethro Tull!


I
We three kings of Orient are
Bearing gifts we traverse afar
Field and fountain, moor (1) and mountain
Following yonder star (2)
II
Born a King on Bethlehem’s plain
Gold I bring to crown Him again
King forever, ceasing never
Over us all to rein
O Star of wonder, star of night
Star with royal beauty bright
Westward leading,
still proceeding
Guide us to thy Perfect Light
III
Frankincense to offer have I
Incense owns a Deity nigh (3)
Pray’r and praising, all men raising
Worship Him, God most high
IV
Myrrh is mine, its bitter perfume
Breathes of life of gathering gloom
Sorrowing, sighing, bleeding, dying
Sealed in the stone-cold tomb
V
Glorious now behold Him arise
King and God and Sacrifice (4)
Alleluia, Alleluia
Earth to heav’n replies

Traduzione italiana di Cattia Salto
I INSIEME:
Siamo i tre Re d’Oriente
e portiamo doni da terre lontane
per campi e fiumi, colline e montagne
inseguendo una stella lontana.
II GASPARE:
E’ nato un re nella piana di Betlemme,
io porto l’Oro per incoronarlo ancora
Re per sempre, perché non smetta mai 
di regnare su tutti noi
O Stella meravigliosa, stella della Notte
stella rilucente d’oro zecchino
Nel dirigerti verso Occidente
c’indichi il cammino
e ci guidi verso la Luce di Dio

III MELCHIORRE:
Io ho incenso per le offerte,
incenso che è vicino a Dio
chi lo prega e loda, tutti gli uomini riuniti
ad adorare, Dio l’Altissimo
IV BALDASSARRE:
La Mirra è il mio dono, dall’aspro profumo,
per i suoi ultimi respiri  di dolore,
di lacrime, di sangue, di morte
sigillati nella tomba di fredda pietra.
V INSIEME:
E lui risorgerà nella Gloria
Re e Dio e l’Agnello
“Alleluia, Alleluia”
la Terra replica al Cielo

NOTE
(1) moor è la brughiera che in questo caso indica le terre collinose
(2) Gli studiosi della Bibbia hanno cercato di capire che cosa voleva indicare Matteo nel suo Vangelo con la “stella” che guidava i Magi. Tre sono le ipotesi: 1. La stella cometa era un fenomeno miracoloso che potevano vedere solo i Magi; 2. La stella cometa era un vero fenomeno astronomico verificatosi nel cielo; 3. La stella cometa del testo era solo un simbolo della venuta nel mondo di Gesù… il testo non parla mai di stella “cometa”, ma solo di “stella” (astron in greco). Sembra che la tradizione della stella “cometa” sia nata da Giotto nel 1303-1305 quando egli dipinse a Padova nella cappella degli Scrovegni una raffigurazione della natività con sopra la capanna una stella con la scia, appunto una stella “cometa”. Inoltre questa “stella” ha un comportamento anomalo per essere un vero fenomeno astronomico: prima guida i Magi che provengono dall’Oriente verso Gerusalemme (quindi segue un percorso da est verso ovest), poi scompare quando i Magi arrivano a Gerusalemme. Infatti Erode e tutti gli abitanti della città non ne sapevano niente. Poi la “stella” ricompare quando i Magi lasciano Gerusalemme e li guida verso Betlemme (viaggia quindi questa volta da nord verso sud) e poi si ferma sopra la grotta dove nasce Gesù.
Tutte queste perplessità fanno pensare alla maggioranza dei biblisti che la “stella” della natività deve essere interpretata in senso simbolico: la “stella” rappresenta il Messia cioè Gesù stesso che viene nel mondo. Qui si fa riferimento ad una simbologia usata spesso nel testo biblico: Gesù è la luce che viene nel mondo a vincere le tenebre. (tratto da vedi)

stella cometa Giotto
la stella cometa di Giotto

(3) nigh non è un refuso per night, ma una parola desueta per “near”, letteralmente “vicino a Dio”: l’incenso (come le piante aromatiche) fa parte dei riti sacrificali agli dei da gettare nel fuoco per purificare l’aria e far salire le preghiere verso l’alto
(4) agnello sacrificale

La versione strumentale di Jethro Tull in “The Jethro Tull Christmas Album” 2003 (un cd da collezionare per l’Inverno) tra il folk, il jazz e la musica classica. Nel Cd inoltre c’è anche l’ottima “A Christmas Song” che prende l’avvio da “Once in a Royal David’s CIty” (vedi)

The Hound + The Fox (Tim Foust)
Alexander Jean & Casey Abrams
Blackmore’s Night in “Winter Carols”  (strofe I, III, II, I)
Pentatonix
This Hope
Deborah Henson-Conant arpa

[1] Traendo ispirazione dal Calendario dell’Avvento di Paul Bommer (disegnato nel 2010) anche in Terre Celtiche Blog per il 2022 faremo il count-down dal 1 dicembre fino al giorno di Natale. L’artista ci ha dato l’autorizzazione a utilizzare le immagini dei suoi bellissimi disegni, così ogni giorno volteremo virtualmente una pagina del Calendario per gustarci una storia, una canzone, del buon vino cotto, un dolcetto.. https://terreceltiche.altervista.org/ritual-chants/#ca

[2] Nella tradizione cristiana, i Magi fanno visita a Gesù bambino poco dopo la sua nascita, portando in dono oro, incenso e mirra. Nel Vangelo di San Matteo i Magi vengono “da oriente” per adorare Cristo, “il re dei Giudei“. La festa che celebra il loro arrivo a Betlemme cade, come tutti sanno, il 6 gennaio (La dodicesima notte, la festa della Befana) e, in alcuni paesi è la data in cui i bambini ricevono i loro regali di Natale. Sono lì per adempiere ad una profezia fatta da Balaam chiamato da Balak il re di Moab per maledire gli Ebrei nell’esodo dall’Egitto, in modo da frenare la marcia delle tribù ebraiche verso la terra promessa. Il mago giunto su un picco roccioso del deserto trans-giordanico (nonostante i capricci della sua asina che per ben tre volte s’era impuntata e rifiutata di proseguire oltre), dopo aver celebrato il sacrificio consueto, apre la bocca per recitare la maledizione su Israele, e invece ne profetizza il destino glorioso: «Io lo vedo, ma non ora, io lo contemplo, ma non da vicino: una stella spunta da Giacobbe, uno scettro sorge da Israele» (libro dei Numeri 24,17). Di per sé il testo allude alla futura dinastia davidica; ma nella traduzione della Bibbia dall’ebraico in aramaico, la nuova lingua parlata dagli Ebrei, la frase diventa «Un re spunta da Giacobbe; un Messia sorge da Israele». E la frase diventa un’attesa messianica. (per restare in tema di profezie Isaia 7:14 continua)

[3] “The Three Kings’ names apparently derive from a Greek manuscript probably composed in Alexandria around 500 A.D., and which has been translated into Latin with the title Excerpta Latina Barbari. In contrast, the Syrian Christians name the Magi Larvandad, Gushnasaph and Hormisdas, probably Persian in origin. In the Eastern churches,Ethiopian Christianity, for instance, has Hor, Karsudan and Basanater, while the Armenians have Kagpha, Badadakharida and Badadilma. One Armenian tradition identifies the Magi as Balthasar coming from Arabia, Mechior coming from Persia and Gasper coming from India.” (Paul Bommer) http://paulbommerarchive.blogspot.com/2010/12/advent-calendar-16th-dec-three-kings.html

[3bis] In Poland people take small boxes containing chalk, a gold ring, incense and a piece of amber, in memory of the gifts of the Magi, to church to be blessed on the evening of Twelfth Night. Once at home, they inscribe the date and “K+M+B+” with the blessed chalk above every door in the house to provide protection against illness and misfortune for those within. The letters, with a cross after each one, stand for names of the Three Kings — Kaspar, Melchior and Balthasar. They remain above the doors all year until they are inadvertently dusted off or replaced by new markings the next year.  (Paul Bommer) http://paulbommerarchive.blogspot.com/2010/12/advent-calendar-16th-dec-three-kings.html
Su veda anche sulla Benedizione del Gesso
https://it.wikipedia.org/wiki/Benedizione_del_gesso_e_della_casa

[4] “Nel 1162, Federico I, detto il Barbarossa, rase al suolo Milano. Questa decisione rientrò in un quadro di ambizioni egemoniche sull’Europa, che portarono il Barbarossa a cercare di estendere anche all’Italia e ai suoi nascenti comuni la sua autorità. Fu così che dopo un assedio durato due anni, Milano fu costretta alla resa. Nell’ottica di una missione imperiale ricca di significati escatologici e messianici, il Barbarossa diede ascolto al suo arcicancelliere, l’arcivescovo di Colonia Rinaldo di Dassel, che volle per sé le spoglie dei Magi sostenendo che Milano, la città ribelle, non era degna di custodirle. Rinaldo stava cercando di fare di Colonia un nuovo centro di pellegrinaggio, approfittando anche della recente canonizzazione di Carlo Magno, sepolto nella vicina Aquisgrana. Le spoglie dei Magi lo avrebbero aiutato a creare un nuovo tipo di culto cattolico-imperiale basato sul concetto di Monarchia Sacra. Rinaldo partì da Milano per giungere a Colonia. Molti luoghi in Francia, Italia, Svizzera e Germania si fregiarono dell’onore di avere ospitato le reliquie durante il tragitto e in molte chiese si venerano ancora frammenti delle reliquie, ivi lasciati in donohttps://librari.beniculturali.it/it/documenti/Approfondimento_Re_Magi.pdf

[5] «In quel tempo fu introdotta la festa dei tre Re nel giorno dell’Epifania nel convento dei frati Predicatori. E furono incoronati tre re su grandi cavalli, circondati da scudieri, vestiti, con molti svariati giumenti e con un seguito veramente grande. E c’era una stella d’oro che percorreva l’aria e precedeva questi tre re. Giunsero alle colonne di San Lorenzo, dove alcuni rappresentavano re Erode con gli scribi e i dottori. Il copione prevedeva che chiedessero a re Erode dove fosse nato il Cristo. E dopo aver fatto passare molti libri, risposero che doveva nascere nella città di Betlemme alla distanza di cinque miglia da Gerusalemme. Udito ciò questi tre re coronati con corone d’oro, tenendo in mano scrigni dorati con oro, incenso e mirra, con i giumenti e uno straordinario seguito di servi, preceduti dalla stella in aria, annunciati dal suono squillante delle trombe, con scimmie, babbuini e diversi generi di animali, con un meraviglioso tumultuare di popoli, giunsero alla chiesa di Sant’Eustorgio, dove al lato dell’altare maggiore vi era un presepio con il bue e l’asino e nel presepio vi era il piccolo Gesù fra le braccia della Vergine Madre.
E questi re offrirono a Cristo i loro doni; poi finsero di dormire e un angelo alato disse loro di non tornare per la contrada di San Lorenzo ma per Porta Romana: e così fecero. E vi fu così grande concorso di popolo, di soldati, di signore e di chierici che uno simile quasi non lo si vide mai. E fu emanato l’ordine che ogni anno fosse celebrata questa festa
». Galvano Fiamma
https://www.chiesadimilano.it/news/arte-cultura/il-corteo-dei-magi-a-milano-32170.html
Il Corteo dei Magi è stata ripreso a Milano nel 1972. http://www.santeustorgio.it/corteo_dei_magi.html

[6] Il ‘Dreikönigenschrein’ pesa più di trecento chili, è alto un metro e cinquantatré, è lungo due metri e venti e largo un metro e dieci. E’ il reliquiario più grande d’Europa. https://reliquiosamente.com/2018/09/11/reliquiari-fantastici-il-reliquiario-dei-re-magi-a-colonia/

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Pubblicato da Cattia Salto

Amministratore e folklorista di Terre Celtiche Blog. Ha iniziato a divulgare i suoi studi e ricerche sulla musica, le danze e le tradizioni d'Europa nel web, dapprima in maniera sporadica e poi sempre più sistematicamente sul finire del anni 90

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