Fith fath song: L’incantesimo del cervo

Fith Fath è un’incantesimo celtico di occultamento o di trasmutazione, utile ai cacciatori, ai guerrieri ed ai viaggiatori

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Fith fath song: THE  BELTANE CHASE SONG

Il testo di Fith Fath è stato scritto da Paul Huson nel suo “Mastering   Witchcraft“- 1970 (pubblicato in lingua italiana dalla casa editrice Astrolabio con  l’infelice titolo Il dominio della magia nera) ispirandosi alla ballata scozzese “The Twa  Magicians”.
Caitlin Matthews nel 1978 ci aggiunse una melodia. Oggi il brano è considerato un tradizionale.

Fith fath - beltane chase

Nel testo si compie il ciclo stagionale delle trasmutazioni. Il rituale della Caccia d’Amore che doveva essere tipico a Beltane quando la Regina del Maggio ossia la Dea Fanciulla e il Re del Maggio, l’Uomo Verde si univano per rinnovare la vita e la fertilità della Terra: ancora nel Medioevo i ragazzi vestiti di verde come elfi dei boschi si avventuravano nel greenwood (il bosco sacro), suonando un corno di modo che le ragazze potessero trovarli. Oppure si trasformavano in cacciatori e seguivano le trasmutazioni magiche con le loro prede.

Caitlin Matthews
Pixi Morgan
Damh The Bard in Herne’s Apprentice – 2003

I
I shall go as a wren(1) in Spring
With sorrow and sighing on silent wing(2)
CHORUS I
I shall go in our Lady’s name
Aye till I come home again
II
Then we shall follow as falcons grey
And hunt thee cruelly for our prey
CHORUS II
And we shall go in our Horned God’s name(3)
Aye to fetch (bring) thee home again
III
Then I shall go as a mouse in May
Through fields by night and in cellars by day.
CHORUS I
IV
Then we shall follow as black tom cats
And hunt thee through the fields and the vats.
CHORUS II
V
Then I shall go as an Autumn hare
With sorrow and sighing and mickle care.(4)
CHORUS I
VI
Then we shall follow as swift greyhounds
And dog thy steps with leaps and bounds
CHORUS II
VII
Then I shall go as a Winter trout
With sorrow and sighing and mickle doubt.
CHORUS I
VIII
Then we shall follow as otters swift
And bind thee fast so thou cans’t shift
CHORUS II

I
Uno scricciolo di primavera cavalcherò
con dolore e affanno sull’ali silenti
Coro I
Mi trasformerò nel nome di nostra Signora,
finchè ritornerò in me.
II
Così t’inseguiremo come falchi grigi
e ti cacceremo spietati come  nostra preda
Coro II
E ci trasformeremo  nel nome del Signore Cornuto
per riportarti a casa.
III
Mi trasformerò in un topo di Maggio, 
per i campi di notte e nelle cantine di giorno.
Coro I
IV
Allora ci trasformeremo in grossi gatti neri,
e ti daremo la caccia per i campi e le botti.
Coro II
V
Poi mi trasformerò in lepre d’autunno
con dolore e affanno e grande tribolazione.
Coro I
VI
Allora ci trasformeremo in rapidi levrieri
e inseguiremo le tue orme con grandi balzi.
Coro II
VII
Poi mi trasformerò in  trota d’Inverno
con dolore e affanno e grande tribolazione.
Coro I
VIII
Allora ci trasformeremo in lontre veloci e t’incateneremo bene in modo che tu non possa mutare.
Coro II

NOTE Versione italiana Cattia Salto
1) Il nome gaelico “Druidh dhubh” si traduce come “druido degli uccelli” detto anche “passero di Bran” (il dio della profezia). Animale sacro la cui uccisione era considerata tabù e portatrice di sventura, ma non durante il tempo di Yule. Nel suo libro “La dea bianca”, Robert Graves spiega che nella tradizione celtica, la lotta tra le due parti dell’anno, è rappresentata dalla lotta tra il re-agrifoglio (o vischio), che rappresenta l’anno nascente e il re-quercia, che rappresenta l’anno morente. Al solstizio d’inverno il re-agrifoglio vince sul re-quercia, e viceversa per il solstizio d’estate. Nella tradizione orale, una variante di questa lotta è rappresentata dal pettirosso e lo scricciolo, nascosti tra le foglie dei due rispettivi alberi. Lo scricciolo rappresenta l’anno calante, il pettirosso l’anno nuovo e la morte dello scricciolo è un passaggio di morte-rinascita. continua
2) il mistero non può essere rivelato a parole: il percorso iniziatico viene compiuto e una volta compreso non si riesce ad esprimere.
3)  l’Horned God è un dio sincretico somma di antiche divinità rappresentate con le corna e simboli di fertilità e abbondanza (il Cernunnos celtico e le divinità greco-romane Pan e Dioniso). Secondo alcuni studiosi tale divinità era l’alternativa pagana del Dio cristiano, al quale coloro che restarono ancorati alle vecchie tradizioni continuarono a tributare venerazione, insomma il candidato ideale per la figura del Diavolo! Ma a mio parere è stato più il fanatismo cristiano ad appiattire e uniformare i culti tributati agli antichi dei in un unico culto diabolico.
L’idea del Dio Cornuto si sviluppò nei circoli  occultistici di Francia e Inghilterra nel XIX secolo e la sua prima raffigurazione moderna è quella di Eliphas Levi del 1855, fu però Margaret Murray nel The Witch-cult in Western Europe (Il culto delle streghe nell’Europa Occidentale, 1921) a costruire la tesi di un culto pagano unico sopravvissuto all’avvento del cristianesimo. Tale teoria non è però supportata da documentazioni  rigorose e di certo si può riscontrare la persistenza fino all’età moderna di culti o credenze presenti in varie parti d’Europa riconducibili alla religione verso gli Antichi Dei. Molte di tali credenze sono state assorbite nel Cristianesimo e infine combattute come diaboliche quando non si riusciva ad inglobarle nei nuovi culti.
Il Dio, secondo la tradizione Wicca, nasce al solstizio d’Inverno, sposa la Dea a Beltane e muore al Solstizio d’Estate essendo il principio maschile equivalente alla triplice Dea lunare che governa la vita e la morte.

4) Similmente Isobel Gowdie, processata per stregoneria nel 1662 in Scozia rivela ai suoi aguzzini la formula di un Fith Fath

I sall gae intil a haire,
Wi’ sorrow and sych and meikle care;
And I sall gae in the Devillis name,
Ay quhill I com hom againe.
in lepre entrerò
con dolore e affanno e grande tribolazione.
e andrò nel nome del diavolo
finchè ritornerò un’altra volta nella mia forma

Molto è stato scritto sulle streghe, specialmente sulla grande caccia alle streghe che ebbe luogo sui due versanti della religione cristiana a un passo dal “Secolo dei Lumi” e non nell’oscuro medioevo.  Sintomo di un  cambiamento culturale che scuoterà le “certezze” della religione occidentale.  Streghe o fattucchiere (come stregoni e maghi) sono sempre esistiti, sono coloro che fanno uso della magia, che riescono a vedere oltre agli accidenti materiali e intraprendono un cammino di ricerca e di antica conoscenza. Turpe e osceno è stato quello che cattolici e protestanti hanno fatto nella loro “lotta” per il potere, per annientare coloro che erano visti come una minaccia contro la Vera Fede: una sanguinosa lotta di religione che ha inasprito i confini della tolleranza.

Fith fath - l'incantesimo della lepre
Fith fath – l’incantesimo della lepre

Hare spell

Fay Hield in Hare Spell 2020

Nel post “Go into a hare” del suo blog Fay Hield esplora il tema della lepre nel Folklore e spiega come abbia fatto a trasformare le parole di  Isobel Gowdie in musica.

La credenza che le streghe potessero trasformarsi in lepri deriva forse dal grido quasi umano che emette quando si trova in pericolo.

Vedi approfondimento in Hare spell (l’incantesimo della lepre) – Fith Fath

Fith fath -Hare spell

Fith Fath: L’INCANTESIMO DEL CERVO

Fith Fath

Il Fith Fath è un’incantesimo di occultamento o di trasmutazione. E’ riportato e descritto nel libro “Carmina Gadelica” di Alexander Carmichael (vol II, 1900)

“Uomini e donne venivano resi invisibili o gli uomini venivano trasformati in cavalli, tori o cervi, mentre le donne venivano mutate in gatti, lepri o cerve. Queste trasformazioni erano talvolta volontarie, talvolta no. Il “fīth-fath” era particolarmente utile ai cacciatori, ai guerrieri ed ai viaggiatori, rendendoli invisibili o irriconoscibili ai nemici ed agli animali.” (traduzione del testo tratto da qui)

FATH fith
Ni mi ort,
Le Muire na frithe,
Le Bride na brot,
Bho chire, bho ruta,
Bho mhise, bho bhoc,
Bho shionn, ‘s bho mhac-tire,
Bho chrain, ‘s bho thorc,
Bho chu, ‘s bho chat,
Bho mhaghan masaich,
Bho chu fasaich,
Bho scan (4) foirir,
Bho bho, bho mharc,
Bho tharbh, bho earc,
Bho mhurn, bho mhac,
Bho iantaidh an adhar,
Bho shnagaidh na talmha,
Bho iasgaidh na mara,
‘S bho shiantaidh na gailbhe

Versione inglese*
FATH fith(1)
Will I make on thee,
By Mary(2) of the augury,
By Bride(3) of the corslet,
From sheep, from ram,
From goat, from buck,
From fox, from wolf,
From sow, from boar,
From dog, from cat,
From hipped-bear,
From wilderness-dog,
From watchful ‘scan,’(4)
From cow, from horse,
From bull, from heifer,
From daughter, from son,
From the birds of the air,(5)
From the creeping things of the earth,
From the fishes of the sea,
From the imps of the storm.
Versione italiana Cattia Salto
L’incanto del cervo
farò su di te
per Danu delle Profezie
per Bride dalla Corazza,
da pecora, da ariete,
da capra, da caprone,
da volpe, da lupo,
da scrofa, da cinghiale,
da cane, da gatto,
da orso dai fianchi opimi,
da cane selvatico,
da lepre,
da mucca, da cavallo,
da toro, da giovenca,
da figlia, da figlio,
dagli uccelli dell‟aria,
dalle creature che strisciano sulla terra
dai pesci del mare
dai folletti della tempesta

NOTE
* tradotto da Alexander Carmicheal
1) letteralmente si traduce con “deer aspect; in realtà con l’incantesimo è possibile mutare in una qualunque forma animale. Il cervo nobile o cervo rosso (red deer) è l’animale per eccellenza dei boschi, preda ambita della caccia, ma anche animale mitologico signore del Bosco e della Rinascita. Per i Celti delle Gallie Cernunnos era il dio della fertilità con palchi di cervo sul capo, l’equivalente animale dello Spirito del Grano. Guida magica, messaggero delle fate o animale psicopompo, il cervo (specie se bianco) è associato alla Grande Madre (e alle dee lunari) ma anche a Lugh (l’equivalente celtico di una divinità solare). Come animale di Lugh rappresenta il sole nascente (con le corna che raffigurano i raggi) e così nel Cristianesimo è la rappresentazione di Cristo (o dell’anima che anela a Dio): è il re Cervo ciclicamente sacrificato alla Dea Madre per assicurare la fertilità della terra. “Io sono cervo dai sette palchi” canta il bardo Amergin e così doveva essere vestito il druido-sciamano durante i rituali con corna e pelli di cervo continua
2) Danu (o Anu) dea madre delle acque. Era il tempo del caos primordiale: aridi deserti e vulcani ribollenti, era il tempo del grande vuoto. Allora dal cielo oscuro un rivolo d’acqua cadde sulla terra e la vita cominciò a fiorire: dal suolo crebbe l’albero sacro e Danu (la dea Madre), l’acqua che scende dal cielo, lo nutrì. Dalla loro unione nacquero gli Dei..
Acque ipogeiche, grotte labirintiche, acque sorgive ma anche acque correnti dei fiumi furono i siti del culto preistorico e protostorico in tutta l’Europa. In particolare per i Keltoi Danu era il Danubio presso le cui sorgenti nacque la loro civiltà. continua
3) Il nome deriva dalla radice “breo” (fuoco): il fuoco della fucina del fabbro unito a quello dell’ispirazione artistica e dell’energia guaritrice. Conosciuta anche come Brighid, Brigit o Brigantia, è la dea del triplice fuoco, patrona dei fabbri, dei poeti e dei guaritori. Portava il soprannome di Belisama, la “Splendente” ed era una Dea Solare(presso i Celti e i Germani il Sole era femmina). A lei era dedicata la Festa di Fine Inverno che si celebrava nell’Europa celtica alle Calende di Febbraio. Era la festa di IMBOLC, la festa della purificazione dei campi e della casa a segnare il lento risveglio della Natura. continua
4) letteralmente “vigile esploratore”, io credo si riferisca alla lepre, un animale particolarmente caro agli dei, continua
5) segue una invocazione dei tre regni, Nem (cielo), Talam (Terra) Muir (mare) e o se vogliamo mondo di sopra, di mezzo e di sotto

LA NEBBIA DI AVALON

Con l’invocazione del Fith Fath si materializza una nebbia magica ovvero la nebbia di Avalon (o di Manannan), che funge da mezzo di trasporto verso l’Altromondo. La nebbia ha una duplice natura, di occultamento e di passaggio. Un’altra parola per “nebbia”, nell’irlandese delle origini, è féth fiadha che significa “l’arte di rassomigliare”. Sia gli dei che i druidi possono evocare la nebbia magica come mezzo di comunicazione tra i due mondi. La divinazione era quindi la féth fiadha.
La preghiera “Fith Fath” sembra proprio l’invocazione del cacciatore per occultarsi  dalle sue prede, ma era anche usata come forma di divinazione in un “luogo di soglia” per l’esperienza magica,  dello spazio come ad esempio la riva del fiume o il litorale del mare, il vano di una porta d’accesso all’edificio oppure un ponte. Ma  anche del tempo come l’alba e il tramonto che non sono nè giorno, nè notte o i giorni sacri che stanno a confine tra le stagioni.
Così facendo ci si trova in un luogo che è un non-luogo che alcuni chiamano il mondo opaco.

Fith Fath

Il Racconto di Ossian e la Cerva

Ancora Alexander Carmicheal sempre nel capitolo del Fith Fath  racconta l’incontro del fanciullo Oisin (Ossian) con la madre: Ossian è un bardo leggendario dell’antica Scozia o Irlanda, paragonato ad Omero e a Shakespeare, grazie al presunto ritrovamento dei suoi poemi in Scozia. Le sue leggende si rincorrono in Irlanda, Isola di Man e Scozia, ma la sua popolarità crebbe solo nella metà del 1700 quando James MacPherson scrisse “I Canti di Ossian” affermando di aver ritrovato suoi manoscritti e frammenti nelle Highlands scozzesi, tra i quali un poema epico su Fingal, il padre, che disse di aver “semplicemente” tradotto, in realtà inventando di sana pianta: la moda ossianica divampò per tutta Europa dando vita al Romanticismo. continua

Secondo questa versione scozzese Oisin è stato generato da Finn Mac Coll (Fionn Mac Cumhaill) e da una donna mortale, ma precedentemente Finn era stato l’amante di una fata che aveva abbandonato per sposare la figlia degli uomini; così la fata per vendetta fece l’incantesimo del “Fith Fath” sulla donna trasformandola in cerva che andò raminga e poco dopo partorì Oisin (il piccolo cerbiatto)  nell’isola di Sandray  (Ebridi Esterne) nel Loch-nan-ceall ad Arasaig.
Ora dobbiamo fare un salto temporale e riprendere il racconto al tempo della fanciullezza di Ossian quando era ritornato a vivere con il padre e il resto dei Fianna. Un bel giorno intenti come di consueto alla caccia erano all’inseguimento di un maestoso cervo sulla montagna, quando una nebbia magica calò su di loro, facendoli separare e disperdere.
Così Ossian vagava senza più sapere dove fosse e si ritrovò in una profonda valle verde circondata da alte montagne azzurre, quando vide una cerbiatta talmente bella e aggraziata che restò ammirato a guardarla. Ma quando lo spirito della caccia prese il sopravvento in lui e stava per scagliare la lancia, lei si voltò a guardarlo fisso negli occhi e gli disse “Non farmi del male Ossian, sono tua madre sotto l’incantesimo del cervo, e sono cerva fuori e donna in casa. Tu sei affamato, assetato e stanco, vieni con me, cuore mio” E Ossian la seguì e oltrepassarono una porta nella roccia e appena attraversata la soglia la porta scomparve e ci fu solo la parete rocciosa, mentre la cerva si mutò in una bella donna vestita di verde e con i capelli dorati.
Dopo aver banchettato a sazietà, dilettato da bevande e musiche ed essersi riposato per tre giorni, Ossian volle ritornare dai Fianna, così scoprì che i tre giorni nel tumulo sotto la collina, equivalevano a tre anni sulla terra. Allora Ossian scrisse la sua prima canzone per avvertire la madre-cerva di stare lontano dalle zone di caccia dei Fianna  ‘Sanas Oisein D’a Mhathair (Ossian’s Warning To His Mother) di cui Carmicheal riporta una decina di strofe (vedi)

Fith Fath -incantesimo cervo
Stanilaus Soutten Longley (1894-1966)-Autumn

prima parte

FONTI
“I misteri del druidismo” di Brenda Cathbad Myers
https://terreceltiche.altervista.org/beltane-love-chase/
http://www.sacred-texts.com/neu/celt/cg2/cg2014.htm
http://www.annwnfoundation.com/ians-blog/pwyll-pen-annwn-shapeshifting-and-the-fith-fath
http://www.devanavision.it/filodiretto/default.asp?id_pannello=2&id_news=6950&t=IL_DRUIDISMO
http://mudcat.org/thread.cfm?threadid=59312
http://www.ynis-afallach-tuath.com/public/print.php?sid=252
https://fayhield.com/blog/hares

/ 5
Grazie per aver votato!

Pubblicato da Cattia Salto

Amministratore e folklorista di Terre Celtiche Blog. Ha iniziato a divulgare i suoi studi e ricerche sulla musica, le danze e le tradizioni d'Europa nel web, dapprima in maniera sporadica e poi sempre più sistematicamente sul finire del anni 90

Una risposta a “Fith fath song: L’incantesimo del cervo”

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