TEMPUS EST IOCUNDUM

“Tempus est iocundum” Codex_Buranus-72v-dettaglio, di anonimo del XIII secolo, è contenuto nella raccolta dei Carmina Burana ovvero il Codex Buranus proveniente dal convento di Benedikbeuern (Baviera).
Si tratta di una mole imponente di canti di natura goliardica e per lo più in latino ad opera dei clerici vagantes, gli studenti che si trasferivano nelle grandi città sedi delle Università del tempo per conseguire il dottorato: come tutti i giovani relativamente benestanti e privilegiati, fuori dal controllo genitoriale e non ancora responsabilizzati ai doveri della età adulta, la propensione allo studio era inversamente proporzionale al desiderio di divertirsi …

Il testo è un inno al risveglio primaverile con il giovane gaudente che arde dal desiderio sessuale per una giovane verginella, infatti la rosa delle rose a cui brama non è un fiore in senso botanico.

Solo di una cinquantina dei Carmina Burana è riportata la linea melodica del canto secondo la scrittura neumatica (mancante quindi delle indicazioni sul ritmo e l’armonia) per cui gli arrangiamenti musicali sono sempre delle interpretazioni più che delle riproposizioni filologiche tra queste, quella  di Carl Orff è forse la più famosa (ASCOLTA)

ASCOLTA Ensemble Oni Wytars & Ensemble Unicorn


RIT Oh – oh, totus   floreo, 

iam amore virginali totus ardeo, novus, novus amor est, quo pereo. 
Tempus est jocundum, o virgines
modo cum gaudete vos juvenes!
Cantat philomela sic dulciter
et modulans auditur intus caleo
Flos est puellarum quam diligo
et rosa rosarum quam sepe video
“Mea me confortat promissio
mea me deportat negatio”
“Mea mecum ludit virginitas
mea me detrudit simplicitas”
Sine philomela pro tempore
surge cantilena de pectore
Tempore brumali vir patients
animo vernali lasciviens
“Veni domicella cum gaudio
VENI VENI PULCHRA IAM PEREO”
TRADUZIONE ITALIANO
RIT: Oh! Oh! Tutto in fiore sto e di un amore virginale tutto brucio, nuovo, nuovo amore, mi farà morire
Giunto è il tempo felice, o vergini insieme con noi godete, voi giovani.
L’usignolo canta si dolcemente e lo si ode modulare e io dentro brucio.
Delle ragazze è il fiore ciò che amo
e la rosa delle rose quella che spesso vedo.
“La promessa mi dà coraggio, il rifiuto mi raffredda, la verginità mi stuzzica
l’ingenuità mi facilita.”
Taci, usignolo, per un momento!
Levati, canzone, dal petto.
In inverno l’uomo è svogliato.
L’animo della primavera rende lascivi
“Vieni mia padroncina con gioia
Vieni, vieni bella. Sto già morendo”
4,0 / 5
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Pubblicato da Cattia Salto

Amministratore e folklorista di Terre Celtiche Blog. Ha iniziato a divulgare i suoi studi e ricerche sulla musica, le danze e le tradizioni d'Europa nel web, dapprima in maniera sporadica e poi sempre più sistematicamente sul finire del anni 90

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