Il brano “Ny Kirree fo Niaghtey” (in italiano “Le pecore sotto alla neve”) proviene dall‘Isola di Man, una dolente slow air il cui testo racconta di un terribile inverno in cui le pecore restarono sepolte vive sotto la neve.
LE PECORE CON LE CORNA
Le pecore dell’isola sono di una razza particolare il Loghtan, o Loagthan (pronuncia: loctan), dal caratteristico manto marroncino dalla quale si ricava una lana pregiata utilizzata esclusivamente per la lavorazione manuale a maglia.
Che la razza sia autoctona o portata nientemeno che dai Vichinghi, è a tutt’oggi la razza nativa di Man. Il nome deriva dal gaelico lugh [topo] e dhoan [marrone, o scuro], gli agnelli nascono di colore nero che si schiarisce fino all’età adulta, una colorazione così particolare che la lana è lasciata al naturale.
Il Loghtan ha un’altra caratteristica, le corna multiple da 2 a 4, molto sviluppate nei maschi e più piccole nelle femmine.
L’allevamento sull’isola è free range cioè le pecore sono lasciate libere nei campi anche d’inverno essendo il clima sostanzialmente mite. La carne è particolarmente pregiata per il suo sapore leggermente selvatico e per il basso contenuto di colesterolo. Di fatto la pecora è oggi allevata solo nel sud dell’isola nel villaggio di Cregneash in una sorta di “museo vivente” della civiltà contadina (e in poche altre zone) gestito dal Manx National Heritage .
Occasionalmente durante gli inverni più rigidi, le abbondanti nevicate intrappolano sotto alti cumuli di neve le povere pecore, che nottetempo, muoiono congelate.
E tuttavia è dal 2009 che gli inverni nelle Isole Britanniche sono diventati sempre più rigidi e nevosi.
L’ERA GLACIALE
Ci sono già stati 4 periodi di forte raffreddamento nell’ultimo millennio distanziati di circa 200 anni: è quella che viene definita in italiano PEG (“Piccola era glaciale”) o in inglese LIA (“Little Ice age”) con questi 4 picchi di freddo Wolf (1280-1350), Sporer (1460-1550), Maunder (1635-1715), Dalton (1790-1820) coincidenti con una ciclica fase di “ibernazione solare“: in questa fase di debole se non nulla attività solare, la terra si raffredda e i ghiacci si espandono. Il fenomeno è complesso ed è collegato con l’intensificarsi delle attività vulcaniche (pare che il basso numero di macchie solari faccia aumentare il vulcanismo). Il minimo solare porterebbe fenomeni di eccessiva piovosità e inondazioni accanto a fenomeni di siccità tali da mettere in crisi l’attuale equilibrio delle coltivazioni.
Fino a pochi anni fa il ghiaccio artico si stava sciogliendo in un modo preoccupante, anche a seguito dell’effetto serra causato a detta di alcuni scienziati (battezzati “serristi”) dall’accumulo dell’emissione di CO2, e gli effetti paventati del “Global Warming” erano allarmanti: innalzamento degli oceani, indebolimento e deviazione della corrente del Golfo con conseguente raffreddamento delle temperature invernali nell’Europa Nord-est. Lo scenario apocalittico paventato nel film “The day after tomorrow” (2004) ci aveva fatto perdere il sonno, facendoci dimenticare le più prudenti osservazioni di Robert B. Laughlin, Nobel per la fisica, 1998: “L’energia generata dall’umanità è così piccola rispetto al bilancio energetico complessivo del pianeta che, semplicemente, non può influenzare il clima…i cicli durano milioni di anni e noi abbiamo cominciato a studiarli solo di recente. Noi siamo figli del Sole, è solo che non abbiamo sufficienti dati per trarre le conclusioni corrette”
Adesso possiamo finalmente tranquillizzarci : l’artico ha incominciato da qualche anno a ricongelarsi, e non è colpa del dissennato comportamento umano, se è in arrivo una nuova era glaciale, che, se non renderà inospitale il Nord Europa, lo farà precipitare quantomeno in un grande freddo (senza più la corrente del Golfo a fare da termosifone invernale..)!
L’allarme è stato lanciato nel 2008 dal geofisico messicano Victor Manuel Velasco Herrera. E’ in atto (iniziato nel 2010) un raffreddamento della temperatura terrestre che si accelererà notevolmente nei prossimi anni, specialmente dopo il 2017. Il lungo inverno del ciclo glaciale potrebbe durare 60 – 80 anni. E alcuni scienziati sottolineano che è proprio grazie alle emissioni di CO2, che la terra riesce a mantenere ancora quel poco più di calore bastante a non farci precipitare in una agghiacciante era glaciale. Il fisico accademico croato Vladimir Paar rincara la dose e descrive un’Europa nella morsa dei ghiacci in cui “il blocco sarà così completo che la gente sarà in grado di andare a piedi dall’Inghilterra all’Irlanda o nel Mare del Nord dalla Scozia al Nord Europa. La maggior parte dell’Europa finirà sotto il ghiaccio, tra cui Germania, Polonia, Francia, Austria, Slovacchia e una parte della Slovenia”. E c’è anche chi prevede le cosiddette diaspore climatiche con i barconi di nord europei che sbarcheranno sulle coste dell’Africa..
NY KIRREE FO NIAGHTEY
La ballata risale al 1600 o al 1700 ed è lecito supporre si riferisca a uno degli inverni del Minimo di Maunder (1635-1715); il cantante è stato individuato in Qualtrough Raby e alcuni dicono sia William Qualtrough di Raby Farm (c.1660 – c.1685), altri Nicholas Raby (c.1695 – 1783). Il brano venne pubblicato per la prima volta nelle “Mona Melodies” di John Barrow (1820). Della ballata sono circolate molte versioni e Annie G. Gilchrist ha riscontrato delle somiglianze con le melodie scozzesi del XVIII secolo di analogo soggetto pastorale.
MELODIA
Il brano è più spesso interpretato nella sua forma melodica anche se non manca una versificazione del testo in inglese
ASCOLTA Randal Bays, superbo arrangiamento per chitarra
ASCOLTA Keith Hinchliffe ancora un arrangiamento per chitarra
ASCOLTA David Hansen (mandolino e concertina )
ASCOLTA Northern Lights (arpa e violoncello, molto crepuscolare: nella seconda parte il tema è ripreso dal flauto)
ASCOLTA Beth Patterson in “The Poor Clares: Songs for Midwinter” 1998
ASCOLTA Barrule
I)
Lurg geurey dy niaghtey,
As arragh dy rio,
Va ny sheen chirree marroo,
As n’eayin beggey vio.
CHORUS
Oh! (g)irree shiu boch’llyn,
As gow shiu da’n chlieau,
Ta ny kirree fo niaghtey,
Cha dowin as v’ad rleau.
II)
Shoh dooyrt Nicholas Raby,(1)
As eh ‘sy thie ching,
“Ta ny kirree fo niaghtey,
Ayns Braid-farrane-fing.”(2)
III)
Shoh dooyrt Nicholas,
Raby Goll seose er y lout
” Dy row my shiaght vannaght,
Er my ghaa housaue muilt.
IV)
Kirree tiayms ayns y laggan,
Kirree-goair ‘sy Chlieau-rea(3)
Kirree keoi Coan-ny-chistey(4)
Nagh jig dy bragh veih.”
V)
Dirree mooinjer Skeeyll Lonan,
As hie ad er-y-chooyl;
Hooar ad ny kirree marroo
Ayus laggan Varoole. (3)
VI)
Dirree mooinjer Skeeyll Lonan,
As Skecylley-Chreest neesht,
Hooar ad ny kirree beggey
Ayns laggan Agneash. (3)
VII)
Ny mnilt ayns y toshiaght,
Ny reaghyn ‘sy vean,
Eisht ny kirree trome-eayin
Cheet geiyrt orroo shen.
VIII)
‘Streih lhiams son my chirree,
cha vel monney bio
Agh ynrican eayin
dy chur y sluight fo.
IX)
Ta mohlt aym son Ollick,
As jees son y Chaisht,
As ghaa ny three elley,
Son yn traa yioym’s baase.
TRADUZIONE INGLESE – A.W. Moore (1853-1909) I) After winter of snow And spring-tide of frost, The old sheep were dead And the small lambs alive. CHORUS Oh ! get up shepherds, and To the hill go ye, For the sheep deep as ever Are under the snow. II) This said Nicholas Raby(1), And he at home sick, “Beneath the snow are the sheep, In Braid-farrane-fing.” III) This said Nicholas Raby, Going up on the loft, ” Be my seven blessings On my two thousand sheep. IV) I have sheep in the hollow, And goats on Slieau-rea, Wild sheep in Coan-ny-chistey That will never come home.”(5) V) The men of Lonan rose up, And they went forthwith; In Baroole’s hollow, They found the sheep dead. VI) The men of Lonan rose up, And of Kirk-Christ too, They found the little sheep In Agneash hollow. VII) The wethers in the front, The rams in the midst, The ewes heavy with lamb Coming after them. VIII) (6) How I grieve for my sheep for not many of them live For there’s only the lambs to put under to breed. IX) I’ve one sheep for Christmas, And two for Easter, And two or three others, For the time of death.(7) |
Traduzione italiano di Cattia Salto I Dopo un inverno di neve e una primavera di giaccio le vecchie pecore erano morte e i piccoli agnelli vivevano. CORO “Alzatevi pastori e andate sulle colline perchè le pecore sono completamente sepolte sotto la neve” II Questo disse Nicola Raby, mentre era a casa addolorato ” Sotto la neve sono le pecore nel Braid-farrane-fing”. III Questo disse Nicola Raby andando sul soppalco ” Mando le mie sette benedizioni alle mie 2000 pecore. IV Ho pecore nella valletta e capre a Slieau-rea, pecore selvatiche a Coan-ny-chistey che non ritorneranno mai più a casa”. V Gli uomini di Lonan si alzarono e subito si incamminarono nella valletta di Baroole e trovarono le pecore morte. VI Gli uomini di Lonan si alzarono e anche quelli di Kirk-Christ e trovarono le pecorelle, nella valletta di Agneash. VII I castroni erano davanti e gli arieti nel mezzo e le pecore appesantite dagli agnelli, venivano dopo tutti. VIII “Quanto mi dispiace per le mie pecore poche poche sono sopravvissute, e ci sono solo gli agnelli per la riproduzione. IX Ho una pecora per Natale e due per Pasqua e altre due o tre per quando sarò morto.” |
NOTE
1) Raby è il nome di una fattoria nel paese di Lonan, nella parte orientale dell’isola, il brano è attribuito a Nicholas Colcheragh (Qualtrough), un giovane di Raby cantante e violinista conosciuto da tutti come “The Raby”
2) vicino a Raby, “a stone in the form of a chest”.
3) nome di una montagna.
4) una piccola valle vicino alla montagna di Snaefel
5) “From it”
6) strofa tradotta da Peter Kennedy, ed. “Folksongs of Britain and Ireland”. 1975
7) “I shall get death”
LA VERSIONE INGLESE
Ci sono un paio di versioni in metrica
ASCOLTA Magpie Lane in “Wassail! A Country Christmas” 1995 THE SHEEP ARE ‘NEATH THE SNOW (al momento solo su Spotify)
I Today the deep snow fall Last night a sharp frost Oh the young lambs are living But the old sheep are lost CHORUS Oh arise you my shepherds And away to the hill For the old sheep are dying And the snows falling still II The master of Raby Lay sick on his bed With the cry of lost ewes Lighting a fire in his head III Said the master of Raby I am sick and alone My sheep cry for succor My men yield them none IV I have sheep in the Laggan I have goats at Clieau Rea At the cliffs of Coan-y-Christey My ewes go astray V Then out went the shepherds In darkness and dread And high on the mountain They found the sheep dead VI The whole flock lay smother In a drift on the hill And over their bodies The snow gathered still VII Said the master of Raby My sheep cry in vain And while I lay helpless None headed my pain VIII And so they all perished For want of your skill And over their bodies The snow gathered still |
traduzione italiano di Cattia Salto I Oggi la neve cade fitta e ieri notte il giaccio pungente, i piccoli agnelli vivevano ma le vecchie pecore erano morte CORO “Alzatevi pastori e andate sulle colline perchè le vecchie pecore stanno morendo e la neve ancora cade” II Padron Raby, giaceva affranto nel suo letto con le grida delle pecore smarrite che incendiavano il suo cervello III Questo disse padron Raby “Sono malato e solo, le mie pecore si lamentano per essere salvate, i miei uomini non le abbandonano IV Ho pecore nel Laggan e capre a Slieau-rea, alle scogliere di Coan-ny-chistey le mie pecore si sono smarrite”. V Allora fuori andarono i pastori nell’oscurità paurosa e in alto sulle montagne trovarono le pecore morte. VI Tutto il gregge era soffocato in una anfratto della collina e sui loro corpi ancora cadeva la neve VII Disse padron Rabby “Le mie pecore si lamentavano invano mentre io giacevo inerme, nessuno ha alleviato la mia pena VIII E così tutte morirono a causa della vostra imperizia e sui loro corpi ancora cadeva la neve |
ASCOLTA Mark & Debra Bardsley (con versi di W. H. GILL )
I The snow’s on the mountains, the snow’s in the gill; My sheep they have wander’d all over the hill Chorus Uprise then, my shepherds, with haste let us go Where my sheep are all buried deep under the snow. II The dogs in the haggard are barking aloud At the moon, as she struggles from under the cloud; III Take staves and take lanterns, put on your carranes(1); We’ll hunt in the mountains; we’ll hunt in the plains; IV Then up rose those shepherds; with haste they did go Where my sheep lay all buried deep under the snow; They sought them with sorrow; they sought them with dread, And they found them at last, but the sheep were all dead. |
traduzione italiano di Cattia Salto I “C’è la neve sulle montagne neve nel ruscello le mie pecore sono sparse per tutta la collina CORO Alzatevi pastori e affrettiamoci ad andare dove le mie pecore sono sepolte in profondità sotto la neve II I cani nel recinto abbaiano forte alla luna mentre fa capolino dalla nuvola III Prendete i bastoni e le lanterne, mettetevi le scarpe cercheremo tra le montagne, cercheremo nelle piane” IV Allora s’alzarono i pastori e s’affrettarono ad andare dove le pecore erano sepolte in profondità sotto la neve; le cercarono con affanno, le cercarono con ansia e le trovarono alla fine, ma tutte le pecore erano morte |
NOTE
1) carrane sono delle scarpe tipiche indossate un tempo sull’isola cucite da un solo pezzo di pelle non conciata (vedi)
FONTI
http://namanx.blogspot.it/2013/03/help-manx-farmers.html http://chamerion.blogspot.it/2013/09/ isle-of-man-loghtan-la-pecora-di-mann.html
http://www.sciencestorming.eu/index.php/2012-01-18-17-01-34/articoli-divulgativi/101-che-caldo-medievale
https://versounmondonuovo.wordpress.com/tag/vladimir-paar/
http://www.globochannel.com/2014/01/09/ricercatori-affermano-nuova-era-glaciale-imminente-ma-analizziamo-i-dati/
http://www.isle-of-man.com/manxnotebook/fulltext/mb1896/p186.htm http://www.isle-of-man.com/manxnotebook/fulltext/mb1896/p257.htm http://www.isle-of-man.com/manxnotebook/fulltext/ms1896/p001.htm http://www.ramshornstudio.com/under_the_snow.htm http://mudcat.org/thread.cfm?threadid=792
http://thesession.org/tunes/4872 http://www.flickriver.com/groups/manxloaghtan/pool/interestin/