My Boatman

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“Fear a’ bhàta” è una canzone in gaelico scozzese probabilmente di fine ‘700 che è stata versificata anche in inglese con il titolo “O Boatman” (My Boatman) pur mantenendo il coro in gaelico.
Tra tutte le versioni in inglese (vedi), la più preziosa anche dal punto di vista della scrittura è senz’altro quella del 1849 con le parole tradotte dal gaelico da Thomas Pattison e l’arrangiamento melodico di Malcolm Lawson (pubblicata in “Songs of the North”, MacLeod e Harold Boulton, 1895)

La ragazza è in attesa di una visita del bel barcaiolo, che sembra invece preferire altre fanciulle!

Silly Wizard in Caledonia’s Hardy Sons 1978, Andy Stewart – voce, Bob Thomas – chitarra; Johnny Cunningham – mandola, Phil Cunningham – tastiera elettronica

Sandy Denny 

North Sea Gas in The Fire and the Passion of Scotland 2013

Thomas Pattison
I
How often haunting the highest hilltop
I scan the ocean I sail tae sea
wilt come tonight love wilt come tomorrow?
Wilt ever come, love, to comfort me?
CHORUS
Fhir a bhata no horo eil’e(1)
Fhir a bhata no horo eil’e
Fhir a bhata no horo eil’e
o fare ye well(2), love, where e’er ye be
II
They call thee fickle, they call thee false one,
and seek tae change me, but all in vain;
thou art my dream yet throughout the dark night
and every morn yet (morning)  I watch the main
III
There’s not a hamlet -too well I know it-
where you go wandering or stay(3) awhile
but all its old folks you win wi’ talking
and charm its maidens with song and smile
IV
Dost thou remember the promise made me
the tartan plaidie, the silken gown,
the ring of gold with thy hair and portrait(4)?
That gown and ring I will never own

Traduzione italiana di Cattia Salto
I
Spesso salgo sulla collina più alta
e scruto il mare per vedere la tua vela,
verrai stanotte amore o verrai domani?
Verrai presto a confortarmi?
RITORNELLO
Uomo della barca la, la la
Uomo della barca la, la la
Uomo della barca la, la la
buonasorte, amore, ovunque tu sia
II
Ti chiamano il volubile, ti chiamano il bugiardo
e cercano di farmi cambiare idea, ma invano;
perchè tu sei il mio sogno nell’oscurità della notte
e ogni mattino io guardo il mare
III
Non c’è borgo – lo so troppo bene
dove tu non vada  ramingo o un poco ti fermi,
ma superi tutta la vecchia gente nelle chiacchiere
e incanti le fanciulle con la voce e il sorriso
IV
Non ti ricordi la promessa che mi hai fatto,
il plaid di tartan e la gonna di seta
il gioiello d’oro con i tuoi capelli e il ritratto?
Quella gonna e gioiello non li avrò mai!

NOTA
1) sostanzialmente una frase non-sense che alcuni vogliono tradurre “and no one else” cioè come “mio e di nessun altra”
2) è sia un saluto che un augurio di buona fortuna: Il mio saluto a te ovunque tu vada
3) a volte come “sits”
4) si tratta di un piccolo medaglione con il coperchio all’interno del quale si celava una miniatura e una ciocca di capelli dell’innamorato, un pegno in vista del matrimonio

FONTI
http://mudcat.org/thread.cfm?threadid=45602

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Pubblicato da Cattia Salto

Amministratore e folklorista di Terre Celtiche Blog. Ha iniziato a divulgare i suoi studi e ricerche sulla musica, le danze e le tradizioni d'Europa nel web, dapprima in maniera sporadica e poi sempre più sistematicamente sul finire del anni 90

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