DO CHUIRFINNSE FEIN

Testo e melodia di questa ninnananna riportati da George Petrie in “Ancient Music of Ireland” (1855), sono stati raccolti da Patrick Weston Joyce (1827-1914) nella contea di Limerick (Irlanda) sulla scia del Revival gaelico di fine Ottocento. Si presume che la melodia di “Do chuirfinnse féin mo leanbh a chodladh” (in inglese” I would put my baby to sleep”) sia molto antica, e da più studiosi è stata ravvisata una certa somiglianza la musica indiana o più in generale la musica araba medio-orientale. Un canto-preghiera di protezione

ASCOLTA Caera in Suantraighe 2006
Nelle note di commento alla traccia si legge””I first heard this on Cormac de Barra’s album, “Barcó”. Cormac and his brother and uncle do a great job with it, but I wanted to hear it in a woman’s voice too. Again, I wanted to trace it to its source if I could. It does appear in _Amhráin Mhuighe Seóla_, like track 6 in this album, but the words can be traced back further. I found four verses in _The Petrie Collection of the Ancient Music of Ireland_, with the Irish modernized and edited by another award-winning sean nos singer and scholar, Lillis Ó Laoire.”


I
Do chuirfinnse féin mo leanbh a chodladh
Is ní mar do chuirfeadh mná na mbodach
Faoi shúisín bhuí ná a mbraillín bharraigh
Ach i gcliabhán óir is an ghaoth á bhogadh
Curfá:
Seo hín seó, huil leó leó
Seo hín seó, is tú mo leanbh
Seo hín seó, huil leó leó
Seo hín seó is as tú mo leanbh
II
Do chuirfinnse féin mo leanbh a chodladh
Lá breá gréine idir dhá Nollaig
I gcliabhán óir ar úrlár shocair
Faoi bharra na gcraobh is an ghaoth á bhogadh
III
Codail a linbh is chodladh slán duit
Is as do chodladh go dtugair tú do shláinte.
Nár bhuaile treighid ná greim an bháis tú,
Galar na leanbh, ná’n bholgach ghránna.
IV
Codail a linbh is chodladh slán duit
Is as do chodladh go dtugair do shláinte
As do smaointe do chroí nár chráitear
Is nár ba bean gan mac do mháthair


TRADUZIONE INGLESE
I
I would put my baby to sleep
And not in the way of wives of peasant
Under a yellow blanket or a sheet of tow
But in a golden cradle and the wind rocking it
Chorus:
To and fro, lu la lo,
To and fro, my bonnie baby!
II
I would put my own child to sleep
On a fine sunny day between two Christmases
In a golden cradle on a level floor(1)
Under the branches of trees, and the wind rocking it
III
Sleep child, and sleep safe
And may your sleep bring you health
May colic and death not strike you
Nor childhood disease nor ugly smallpox (2)
IV
Sleep child, and sleep safe
And may your sleep bring you health
May your deep thoughts not torment your heart
And may your mother not be a sonless woman

tradotto da Cattia Salto
I
Vorrei far addormentare il mio bambino, e non come fanno le moglie paesane,
sotto una coperta gialla o un lenzuolo di canapa,
ma in una culla dorata con il vento che la dondola.
CORO
Avanti e indietro, ninna nanna
avanti e indietro mio bimbo bello
II
Vorrei far addormentare il mio bambino in un bel giorno di sole tra due Inverni,
in una culla dorata al piano nobile (1), sotto i rami degli alberi e il vento che la dondola.
III
Dormi bimbo mio, dormi sereno,
e possa il sonno portati la salute,
che male e morte non ti colpiscano,
e nemmeno le malattie dell’infanzia o il vaiolo (2).
IV
Dormi bambino, un sonno
tranquillo,
possa il sonno portati la salute
e che i pensieri oscuri non tormentino il tuo cuore
e possa tua madre non restare mai senza suo figlio.

NOTE
1) level floor: si riferisce al piano nobile di un’abitazione. Nei palazzi del Rinascimento coincide con il primo piano dove sono collocati gli appartamenti della residenza vera e propria della famiglia nobiliare con le stanze di rappresentanza e la camera da letto padronale. Era più riccamente decorato con le finestre più grandi. Nei grandi palazzi e le ville di campagna al piano terreno (rialzato) erano collocati gli appartamenti estivi comunicanti con il giardino-parco. La frase viene tradotta anche come “In a golden cradle on a quiet and peaceful fl oor”
2) un tempi nascere e sopravvivere al parto era già una gran fortuna, anche i primi sei mesi di vita erano cruciali e fino a due anni, un bambino non poteva ritenersi “fuori pericolo” da infezioni e malattie. Per le famiglie aristocratiche e dell’alta borghesia era consuetudine ancora nel Settecento mandare il bambino a balia fino allo svezzamento, ma questa pratica era scoraggiata da alcuni medici e dai puritani per motivi di salute e morali. Così a partire dalla seconda metà del Settecento il baliatico inizia a declinare.

FONTI
http://mudcat.org/thread.cfm?threadid=40839 http://www.itma.ie/joyce/book/joyce-in-petrie-1855

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Pubblicato da Cattia Salto

Amministratore e folklorista di Terre Celtiche Blog. Ha iniziato a divulgare i suoi studi e ricerche sulla musica, le danze e le tradizioni d'Europa nel web, dapprima in maniera sporadica e poi sempre più sistematicamente sul finire del anni 90

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