Brian Boru, l’arpa bardica & Alan Stivell

Intorno all’anno Mille in Irlanda un capo si proclamava re in ogni altura su cui era costruita la sua fortezza; accanto ai Gaeli giunti sull’isola in un epoca imprecisata del VII sec a. C., si ammassavano i Vichinghi  insediati stabilmente sulla costa fin dal IX sec. con la fondazione di prospere colonie nelle città di Dublino, Waterford, Wexford e Limerick, Cork, Youghal e Arklow. C’era si un Alto Re dell’Isola il cui potere era, però, solo un titolo. Poi venne Brian Boru che per un decennio riuscì a unificare tutti i regni d’Irlanda sotto il suo comando supremo (1002-1014).

Brian Boru harp
L’arpa conservata al Trinity College di Dublino è una delle poche arpe irlandesi risalenti al XV secolo, queste arpe montavano corde di metallo

L’Ard-Ri Brian Boru viene ricordato per la sua arpa che è diventata l’emblema d’Irlanda, eppure, per estendere il dominio del suo clan dal Munster alle province confinanti e infine all’Ulster, passò quasi tutta la sua vita in battaglia.
L’unione del Regno ebbe vita breve, che già i clan sottomessi si ribellarono capeggiati dal re di Leinster e la battaglia nei pressi di Dublino sulle colline di Clontarf, fu una strage di guerrieri e di capi: era il 23 aprile del 1014 .

Dalle prime luci dell’alba fino alla fine del giorno i due eserciti lottarono con alterna fortuna, finchè la vittoria fu dell’Alto Re, morto nel frattempo. All’epoca aveva superato la settantina e probabilmente non prese parte alla battaglia, una versione pseudo storica lo vede caduto nella sua tenda per mano di un vichingo.
Secondo la leggenda la Brian Boru March fu suonata al funerale del Re che venne seppellito nella Cattedrale di San Patrizio ad Armagh, allora capitale religiosa  del Regno, per volere dello stesso Brian Boru.

Battle of Clontarf, Hugh Frazer, 1826: a sinistra sotto la tenda da campo il re Brian Boru morente

In occasione del centenario della battaglia il Trinity College di Dublino ha commissionato alla Cartoon saloon dei disegni su Brian Boru per la mostra “Brian Boru emperor of the Irish” 2014 (visibile digitalmente cliccando sul link https://www.tcd.ie/library/exhibitions/boru/index.php, l’approfondimento anche in https://www.brianborumillennium.ie/brian-boru/)

IL CLAN O’BRIEN

Brian Boru exhibition (Trinity College – Dublino) disegni di Cartoon Saloon

Brian Boru fu il fondatore del Clan Ui Briain (tradotto in inglese come O’Brien) ed è passato alla storia come il liberatore dagli invasori vichinghi. In realtà gli “invasori” (che si dicevano Ostani perchè Uomini dell’Est) avevano già colonizzato nel secolo precedente parecchie cittadine lungo la costa irlandese e si erano mescolati con i gaeli (gli iberno-norreni). Lo stesso Brian Boru aveva dato in moglie una delle figlie al signore della Dublino vichinga  e a sua volta ne aveva sposato la madre (il re ebbe quattro mogli e undici  figli).

Il regno d’Irlanda spartito tra i figli superstiti del grande vecchio ritornò presto disunito.
I discendenti dei suoi nipoti, gli O’Brien, si sarebbero guadagnati grande fama, ma i suoi diretti successori non seppero unire e tenere in pugno l’intera Irlanda, come per un breve decennio, aveva fatto il vecchio. Vent’anni dopo l’alta regalità sarebbe tornata ai re O’Neill di Tara; ma essa mantenne solo la parvenza di ciò che era stata la monarchia di Brian Boru. L’Irlanda divisa, al pari della frammentaria isola celta dei tempi antichi, sarebbe rimasta sempre vulnerabile. (tratto da “I Principi d’Irlanda” di Edward Rutherfurd)


La  figura storica di Brian Boru fu strumentalizzata già nel secolo successivo per incoronare il Sovrano Supremo quale il prode condottiero irlandese (nonchè di fede cattolica) che scacciò gli invasori vichinghi pagani (Cogadh Gaedhil re Gallaibh –Guerra degli Irlandesi contro gli Stranieri).

BRIAN BORU MARCH

Secondo la leggenda al funerale di Brian Boru venne suonata una slow air diventata famosa in seguito come la Brian Boru March. Doveva essere quindi un lament triste e lento.
Secondo un’altra tradizione la Brian Boru March veniva suonata per incitare i guerrieri del clan O’Brien alla battaglia, perciò in tempo di marcia e composta per cornamusa fin dai tempi del grande re Brian Boru.
Sempre tradizionalmente la Brian Boru March è una melodia irlandese per arpa medievale (cioè come quella conservata al Trinity College di Dublino), ampiamente suonata dagli arpisti irlandesi del XVIII secolo (con un arpa non medievale). Come si evince facilmente è quindi molto difficile oggi poter ascoltare la versione “filologica” della Brian Boru march!

Una disamina sull’origine dell’arpa bardica è stata scritta sempre da me in Terre Celtiche e Medioevo da cui si stralcia

Per quanto sia ancora diffusa la convinzione che l’arpa bardica sia nata in Irlanda, i ritrovamenti archeologici individuano la sua culla in Scozia (Tree of Strings: Crann Nan Tued 1992). Secondo gli autori del libro, Keith Sanger e Alison Kinnaird, l’arpa triangolare (montata con crine di cavallo) migrò in Galles tra il VI e il IX secolo, mentre gli Irlandesi vennero a contatto con l’arpa scozzese attraverso le comunità religiose della Scozia occidentale. Gli Irlandesi la fecero propria perfezionando la forma e montando corde di metallo.

Dell’arpa si iniziano ad avere documentazioni iconografiche più diffuse nell’Alto Medioevo, una raffigurazione sulla tipica croce celtica in granito a Castledermot in Irlanda risalente alla fine del X secolo, riporta la raffigurazione di un’arpa quadrangolare, tale immagine sembra supportare la descrizione dell’arpa magica del dio Dagda come citata nel Libro delle Invasioni d’Irlanda compilato da fonte monastica a cavallo tra il XI e il XII sec. L’arpa viene chiamata dal dio con due curiosi appellativi, il primo si potrebbe tradurre con “sussurro del dolce albero di mele” e il secondo fa riferimento a una forma quadrangolare. Unendo le due fonti possiamo supporre che l’arpa fosse piccola, di tipo euroasiatico quadrangolare, dal suono particolarmente dolce, e con un limitato numero di corde, si suonava tenendo la parte ricurva verso di sé, appoggiando forse la base sulle ginocchia.

Simon Chadwick ci mostra nel primo video l’arpa bardica montata con corde e accordatura del XVIII e nel secondo video in accordatura medievale
http://simonchadwick.net/2016/03/trinity-college-harp-stringing-and-tuning.html

Riassumendo: la Brian Boru march è una melodia irlandese fatta risalire al XI secolo, abbiamo partiture per arpa risalenti al XVIII secolo e partiture moderne sempre per arpa sia in versione slow air che in versione march. La melodia viene eseguita anche con numerosi altri strumenti della tradizione irlandese come violino, flauto irlandese e cornamusa (ma anche chitarra classica e piano).
Se mai sia stata suonata ai tempi di Brian Boru nessuno lo sa con certezza!!
Come molte fake del Net viene spacciata per una melodia di Turlough O’Carolan (se volete impararla sul vostro tin whistle ecco il tutorial)

Non dobbiamo però stupirci più di tanto per tali supposizioni, perché l’arpa prima di diventare lo strumento che oggi conosciamo, è stata oggetto di molti esperimenti, sia nelle forme, che nelle dimensioni e nelle tecniche esecutive, fortunatamente piuttosto documentati dal periodo medievale, particolarmente portato ad elaborare trasformazioni “ingegneristiche” sugli strumenti musicali.

Venne attribuito proprio agli Irlandesi intorno all’VIII° sec (sebbene tale asserzione non sia sostenuta da documentazione esaustiva) il merito di aver dato all’arpa la forma che ancora oggi ha conservato, cioè quella triangolare, essi hanno inserito la colonna tra la cassa armonica e la mensola, risolvendo così il problema della tensione più elevata esercitata dalle corde e del loro maggior numero.
Il modo antico, propriamente celtico, di tenere lo strumento era all’opposto di quello moderno: l’arpa si appoggiava sulla spalla sinistra e la mano sinistra pizzicava le corde acute più in alto della cordiera, mentre quelle gravi erano suonate con la destra e in posizione più bassa.
Un’altra particolarità della “clarsach” è il metallo (argento o bronzo) utilizzato per le corde che anticamente si suonavano pizzicando con le unghie, e i bardi le lasciavano crescere lunghe e ricurve per la bisogna.

XVIII secolo
X-XIV secolo
Patrick Ball la suona in set con la Limerick’s Lamentation (inizia a 3:00) le corde di metallo vengono pizzicate con le unghie
Adriano Sangineto & Katia Zunino
Lesley MacLeod 2014
Nadia Birkenstock & Steve Hubback
Narciso Yepes
Andreas Lindae che suona la sua versione dell’arrangiamento di Yepes
Glenn Weiser in set con Molly McAlpin inizia a 2:41
Clannad in Clannad 1973 (la versione più magica)
The Chieftains in The Chieftains 2, 1969
Loreena McKennitt in  “The Wind That Shakes The Barley” (2010).
The Mahones
Cécile Corbel

L’artista francese rielabora piuttosto liberamente i tradizionali di area celtica nella sua versione della Brian Boru march aggiunge un testo sulla mitica Keltia di Brian Boru

Comme le chant des pierres qui résonnent en silence
Comme l’eau qui serpente et qui gronde sous moi
Tu sais je reviendrai dans ma terre d’enfance
Au pays de rêves des fées et des rois
La bas mon amour loin de la ville il fait plus froid
Et les jours sont fragiles Brumes d’été
Les cloches et les îles Tu verras J’irai la bas


Comme Brian Boru Roi de l’Irlande
Je prendrai la mer et je rendrai les armes
Brian Boru Bientôt je serai de retour e keltia

[traduzione italiana di Cattia Salto
Come il canto delle pietre che risuonano nel silenzio
come l’acqua che sinuosa scroscia su di me,
lo sai che ritornerò nella mia terra d’infanzia,
un paese di sogni di fate e di re.
Là mio amore, lontano dalla città è più freddo
e i giorni sono brevi brume d’estate
campane e isole vedrai andrò là
.
Come Brian Boru Re d’Irlanda
prenderò il mare e mi arrenderò
Brian Boru sarò presto di ritorno a Keltia.]

BRIAN BORU BY ALAN STIVELL

Ma il primo ad aggiungere il testo alla Brian Boru March fu l’arpista bretone Alan Stivell nel 1995, un testo misto in irlandese e bretone, per perorare l’unità dei popoli celti (ovviamente nella loro indipendenza di Nazioni). Il testo è composto da una strofa prima cantata in irlandese e poi ripetuta in bretone, seguita da un coro con due frasi in bretone e due in irlandese in cui si innesta un secondo coro femminile, un omaggio alla poesia di  Caitlín Maude scritta nel 1962 e musicata nel 1975 dal titolo “Amhrán Grá Vietnam” (VIETNAM LOVE SONG)

I
Maraíodh Brian Boru chun beatha na hÉireann
Síochain in gCuige Uladh agus i mBaile ‘Cliath
Aontacht an teaghlaigh, aontacht na dtuath
Aontacht an domhain is na gCeilteach
(Coro) Bretone
Diouzh nerzh ar c’hadou da nerzh an ehan
Diouzh ‘bed doueek bennozh ar c’haroud
Gaelico Irlandese
O neart an chatha go neart na síochana

On bhith dhiaga beannacht an ghrá
(Coro femminile) Gaelico Irlandese (1)
Duirt siad gurbh é seo sochraide ar muintire
Gur choir duine bheinn sollunta féin
Bíodh nach raibh brónach
ripete strofa I in Bretone
Marv Brian Boru ‘reiñ buhez ‘n Iwerzhon
Dihan e Bro-Ulad ha ba kêr Dulenn
Unded an tiegezh, unded an dud-mañ
Unded ar Gelted hag an douar
e poi in gaelico Irlandese
Coro
(Secondo coro)  Gaelico Irlandese (2)
Tá muid ‘nos na haimsire
Go h-airid an ghrían
Agus thogh muid áit bhóg cois abhann

NOTE
1) Caitlín Maude scrive
dúirt síad gurb íad seo ár muintír féin
gurb í seo sochraide ár muintíre.
gur chóir dúinn bheith sollúnta féin
bíodh nach raibh brónach.
(they said these were our own people
this, the funeral of our people.
that we should at least be solemn,
even if we were not sorrowful.)
2) Caitlín Maude  scrive
tá muid ‘nós na haimsire go háirid an ghrían.
che chiude nel finale
agus thogh muid áit bhog cois abhainn.
(we’re much like the weather, especially the sun…
and we took a soft place by the river.)

Traduzione inglese*
I
Brian Boru will die for the life of Ireland
Peace in the province of Ulster and in Dublin
Family unity, tribal unity
Unity in the world of the Celts
CHORUS
From so much battle to so much peace
From a world of divine blessings, love
Female Chorus (1)
They said that this was a (funeral) procession
That people would be solemn
But we were not sorrowful
Second female Chorus (2)
We are like the weather especially the sun
And we chose a soft place by the river

traduzione italiana di Cattia Salto
I
Brian Boru morirà per la vita d’Irlanda
pace nella provincia dell’Ulster e a Dublino
unità famigliare e unità tribale
unità nel mondo dei Celti
CORO
Da così tanta guerra a altrettanta pace
per un mondo di benedizioni divine e amore
Coro Femminile
Dissero che questo era un corteo funebre
da celebrare con solennità,
anche se non eravamo addolorati
Secondo Coro Femminile
Siamo come il tempo specialmente il sole
e abbiamo preferito un luogo tranquillo accanto al fiume

FONTI
https://www.brianborumillennium.ie/brian-boru/
http://houseofbrianboru.blogspot.it/p/brian-boru.html
http://www.irlandare.com/brian-boru-e-la-battaglia-di-clontarf/
http://www.ilsussidiario.net/News/Cultura/2014/4/23/IRLANDA-Quando-la-fede-va-in-guerra-Brian-Boru-e-la-battaglia-di-Clontarf/2/493550/
https://dh.tcd.ie/clontarf/the_battle
http://blogarpa-harpo.blogspot.it/2011/03/brian-borus-march.html
http://www.irishgaelictranslator.com/translation/topic27600.html
https://www.antiwarsongs.org/canzone.php?id=5678&lang=it
http://simonchadwick.net/2019/11/using-medieval-harps-to-reconnect-to-19th-century-tradition.html

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Pubblicato da Cattia Salto

Amministratore e folklorista di Terre Celtiche Blog. Ha iniziato a divulgare i suoi studi e ricerche sulla musica, le danze e le tradizioni d'Europa nel web, dapprima in maniera sporadica e poi sempre più sistematicamente sul finire del anni 90

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