Alan Stivell inventore della Musica Celtica

Alan Stivell  è considerato il padre della musica celtica, nel senso che è stato proprio lui a “inventare” questa etichetta.
Alan Stivell, che in effetti si chiama Alan Cochevelou .. è nato in Borgogna (nel 1944) e cresciuto a Parigi. Ma bretone era suo padre, che faceva il musicologo, e che quando aveva 9 anni gli costruì una telenn… Va detto che quello era stato uno strumento dell’aristocrazia, non popolare. E anche che dopo la sua estinzione era conosciuto unicamente attraverso referenze iconografiche, tant’è che papà Cochevelou aveva dovuto dare un’occhiata alla tuttora esistente arpa irlandese per compiere il suo lavoro.
In compenso, Cochevolu figlio ne divenne un virtuoso, appassionandosi anche all’idea di far “risorgere” le antiche culture celtiche al punto da assumere appunto il nome d’arte di Stivell: in bretone “sorgente”, ma anche ipotetica ricostruzione dell’etimologia di Cochevelou in kozh stivelloù, “vecchie fontane”. Così studiò anche il bretone, per recarsi poi in Scozia a imparare la locale cornamusa.
Nei 26 album da lui incisi tra 1961 e 2002 si esibisce praticamente in tutte le varietà di arpa, zampogna, oboe e flauto dei vari paesi celtici, e canta anche in tutte le lingue celtiche conosciute vive e morte, oltre che in inglese e francese.  
” (Maurizio Stefanini tratto da qui)

La rinascita dell’arpa bretone

Alan Stivell

L’arpa medievale bretone viene riportata in vita da Jord Cochevelou (dal bretone Kozh Stivelloù) che vive a Parigi, ma è di origine bretone. Da fiero cultore della musica tradizionale, la costruisce nel 1953 rifacendosi a vecchi disegni e studiando i modelli irlandesi ancora conservati nei musei. L’arpa è per il figlio di nove anni, già istruito nello studio del pianoforte e avviato all’arpa classica da Denise Mégevand (1917-2004). L’arpista di solida scuola francese s’ingegna a scrivere per il giovane e dotato allievo un metodo per come suonarla: Ecco che Denise Mégevand raccoglie melodie tradizionali bretoni, scozzesi e irlandesi che sviluppa con accordi e arpeggi di gusto post debussiano esemplificati per la celtica e articolati in variazioni che utilizzano la tecnica arpistica classica della sua epoca. Completano la raccolta di brani del metodo alcuni spunti di musica medioevale e alcuni brani di sua composizione. (tratto da qui)
Alan sotto l’ala della maestra tiene la sua prima esibizione in pubblico, in occasione della conferenza stampa convocata proprio per annunciare la rinascita dell’arpa celtica (Maison de Bretagne, Parigi 1953) e qualche anno più tardi, alla giovanissima età di 11, anni  si esibisce per la prima volta all’Olympia. Con il ritorno della famiglia in Bretagna anche il giovane Alan si appassiona della cultura bretone, studia il bretone, la storia, la mitologia e l’arte dei Celti, impara anche a suonare la bombarda e la cornamusa bretone.

Alan Stivell: Gli album

Ascoltiamo Alan Stivell nelle prime registrazioni risalenti al 1959 riproposte nell’album “Telenn Geltiek-Harpe celtique” pubblicato nel 1964 ancora con il nome proprio Alan Cochevelou  (si firma anche con un pseudonimo di Artus Avalon nelle sue prime collaborazioni artistiche) con brani della tradizione bretone e un paio di tradizionali irlandesi e scozzesi e ripubblicato su Cd nel 1994

Nel 1964 il padre gli costruisce una seconda arpa, l’arpa bardica con corde di bronzo e nel 1966 prende lezioni di canto. E’ da questa solida preparazione musicale che inizia la carriera di Alan Stivell, il quale cavalcherà il folk revival internazionale seducendo il pubblico giovanile con sonorità tradizionali ma anche moderne come percussioni, basso e chitarra.

Reflects (1970) e Renaissance de la harpe celtique (1971) e via proseguendo dal 1970 al 1980 il bardo registra un album all’anno, accompagnandosi con musicisti di spessore come Dan Ar Braz, Gabriel Yacoub e Michel Santangeli, vince premi e riconoscimenti, va in tournée in Europa e in Gran Bretagna ma anche negli Stati Uniti d’America, Australia, Canada.
Chiude il suo primo decennio con un album  assolutamente pirotecnico dal titolo “Symphonie Celtique” (1980) e accompagnato da un’orchestra di 300 musicisti (orchestra classica, gruppo rock, bombarde e cornamuse bretoni ma anche musicisti della world music e in particolare l’amico Roland Becker) e lo suona al Festival Interceltico di Lorient davanti ad una folla oceanica.

IL SOGNO CELTICO: The Wind Of Keltia

Tra tutti gli album di questo periodo spicca il live al Teatro Olympia (À L’Olympia, 1972) che ha superato il milione di vendite.
In apertura The Wind Of Keltia [Le Vent de Celtie] rievoca un’atmosfera incantata, organo in sottofondo, arpeggio d’arpa e soffio di flauto, ma anche pennate distorte alla chitarra elettrica, Stivell si rivolge direttamente alla nuova generazione dei Celti ricordandone la fiera origine, l’identità culturale.

Il concerto alterna brani da danza della tradizione bretone (gavotte, branles) e della tradizione irlandese/scozzese (tra cui spicca “The King Of Fairies“) ad antiche ballate e canti nazionalistici (Alarc’h, The Foggy Dew) in cui si rievoca una sorta di Medioevo in salsa rock (declinato nello stile del nascente hard-rock ma anche del progressive-rock).
L’intero album può essere considerato un manifesto del Sogno Celtico quel pan-celtismo di cui Alan Stivell si fa portavoce dell’orgoglio celtico o meglio della cultura tradizionale di una specifica “nazione” celtica per una sorta di “federazione” dei popoli celtici.

Olympia 1972 versus Olympia 2012

You are a bark (1) floating free in the harbour
You are a phantom ship in high sea
Rolling and pitching(2) your way through white water
While slowly dawns the day

Great sea is rising whispering freedom
Blown by the north wind its song is sure
Great sea is rising whispering freedom
Blown in The Wind Of Keltia
(3)

You are a forest of faces of children
Born on the earth and weaned on the sea
Faces of granit and faces of angels
Hopes carved from wood and steel

Tu sei la barca che ondeggia libera nel golfo
sei la nave fantasma in alto mare
che segui la tua rotta sulla spuma del mare
mente piano sorge il giorno

Il grande mare sale e sussurra libertà
sospinto dal Vento del Nord il suo canto è fermo
Il grande mare sale e sussurra libertà
sospinto dal Vento dei Celti


Sei una foresta dei volti di bimbi
nati sulla terra e svezzati in mare
volti di granito e volti di angeli
speranze scavate nel legno e l’acciaio

NOTE
traduzione italiana Cattia Salto
1) bark è in questo contesto una barca a vela (in genere a tre alberi) che si dice anche “legno”, dal latino “barca” forse derivato dal celtico “barc”
2) Rolling and pitching sono il tipico andamento della nave in mare aperto il rollio e il beccheggio, siccome sono il modo che ha la nave di muoversi in mare ho preferito tradurre con una sola parola
3) Keltia non come nazione ma come popoli dalla comune radice celtica

Nel 1993 Stivell ripercorre i suoi passi e pubblica un album antologico dal titolo Again riarrangiando i suoi maggiori successi insieme a Kate Bush, Shane Mc Gowan, Davy Spillane e il cantante e percussionista senegalese Dudu N’Diaye Rose (tra le sue collaborazioni ricordo quella con Angelo Branduardi).
Il nuovo secolo viene inaugurato con l’album “Back to Breizh” un ritorno ai suoni più acustici e ai colori tradizionali (si tratta per lo più di composizioni originali), alla lingua bretone e al francese,  accompagnato da ottimi musicisti della scena bretone tra cui Frédéric e Jean-Charles Guichen.

Nel 2002 esce un album tutto strumentale in cui Stivell suona sei tipi diversi di arpa e che intitola  Beyond Words  (Al di là delle parole): con il suo stile personalissimo e la sua costante ricerca Stivell è considerato il massimo esponente dell’arpa celtica.

tag Alan Stivell
DISCOGRAFIA
http://www.folkvinyls.it/triskell.htm

FONTI
http://www.alanstivell.bzh/en/index.php
http://ontanomagico.altervista.org/arpa-celtica.html
http://www.associazioneitalianarpa.it/intervista-a-alan-stivell/
http://blogarpa-harpo.blogspot.it/2012/05/larpa-classica-francese-e-la-celtica.html

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Pubblicato da Cattia Salto

Amministratore e folklorista di Terre Celtiche Blog. Ha iniziato a divulgare i suoi studi e ricerche sulla musica, le danze e le tradizioni d'Europa nel web, dapprima in maniera sporadica e poi sempre più sistematicamente sul finire del anni 90

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