Ondina spirito dell’acqua

Ondina
Jacques Laurent Agasse, Undine, 1843: una misteriosa creatura “velata” dai lunghi capelli biondo-oro gocciolanti acqua, emerge dal fiume/lago in un’ambientazione palustre. Non a caso una farfalla le si posa sul capo, simbolo della Dea Madre in veste di Dea della Rigenerazione.

Il nome Ondina evoca l’onda, le increspature dell’acqua generate dalla corrente o dal vento, e si manifesta nella spuma che cavalca le onde. Viene raffigurata in genere come una bella donna dai lunghi e fluenti capelli biondi, dalle forme sinuose e dall’incarnato di perla.

L’alchimista Paracelso descrive l’ondina nel suo libro “De Nymphis, Sylphis, Pygmaeis et Salamandris et coeteris spiritibus” chiamandola ninfa e catalogandola tra gli spiriti elementari (elementali): è lo spirito dell’acqua che vive nelle polle e nei laghi, nei rivi e nei fiumi, sorta di genio protettore o guardiano, una ninfa dalla voce melodiosa e incantatrice.

Entità collegata all’acqua Ondina è governata dalla luna e associata con la direzione dell’Ovest.

cascata-staubbach
L’anima dell’uomo
somiglia all’acqua:
viene dal cielo,
risale al cielo
e ancora alla terra
deve tornare,
in ciclo eterno.
Di roccia dall’alta
parete rupestre
la pura sorgente
per poi frantumarsi leggiadra
in nubi flottanti
sul levigato masso
che benigno l’accoglie,
fluttua in un velo,
mormora lieve
giù nel profondo(1).
Contrastano rupi
il flutto precipite,
spumeggia irosa
a grado a grado
verso l’abisso.
Disteso il suo corso
scorre lenta per la valle erbosa,
e nello specchio del lago
tutte le stelle
bagnano il volto.
Vento è dell’onda
tenero amante;
vento sommuove
gorghi spumanti.
Anima dell’uomo
come somigli all’acqua!
Destino umano,
come somigli al vento!


Così Goethe intravide al tramonto di una sera d’estate tra le gocce nebulizzate della cascata Staubbach (Valle del Lauterbrunnen, Svizzera) accarezzate dal vento, corpi e visi di ondine, e scrisse il suo “Canto degli spiriti sopra le acque” [(Gesang der Geister über den Wassern)]

Des Menschen Seele
Gleicht dem Wasser:
Vom Himmel kommt es,
Zum Himmel steigt es,
Und wieder nieder
Zur Erde muß es,
Ewig wechselnd
Strömt von der hohen
Steilen Felswand
Der reine Strahl
Dann stäubt er lieblich
In Wolkenwellen
Zum glatten Fels,
Und leicht empfangen
Wallt er verschleiernd
Leiserauschend
Zur Tiefe nieder.
Ragen Klippen
Dem Sturz’ entgegen
Schäumt er unmutig
Stufenweise
Zum Abgrund
Im flachen Bette
Schleicht er das Wiesental hin
Und in dem glatten See
Weiden ihr Antlitz
Alle Gestirne
Wind ist der Welle
Lieblicher Buhler;
Wind mischt vom Grund aus
Schäumende Wogen.
Seele des Menschen
Wie gleichst du dem Wasser!
Schicksal des Menschen,
Wie gleichst du dem Wind!

Altra traduzione in https://liberaconoscenza.it/zpdf-doc/articoli/goethe-canto-degli-spiriti-sopra-le-acque.pdf
1) l’acqua si muove verso il basso e verso il più profondo, le emozioni

Franz Schubert, Gesang der Geister über den Wassern, op. 167, D. 714 (composizione: febbraio 1821)

IL POTERE DELL’ACQUA

L’acqua è l’elemento per eccellenza della purificazione, che lava e rigenera, perchè è la sorgente della vita, il principio di tutte le cose. Le leggende celtiche narrano di acque magiche che danno la saggezza, che curano le malattie e riportano la giovinezza o donano l’immortalità, un pozzo miracoloso posto alla Fine del Mondo riporta in vita i morti e restituisce la vita ai corpi pietrificati da un incantesimo.
Così ogni pozzo o ruscello ha la sua ondina-guardiana che tiene alla larga le persone indegne e che lo difende, mantenendo intatto il suo equilibrio energetico.
I Celti consideravano i fiumi come donatori di vita, salute e abbondanza e offrivano loro ricchi doni e sacrifici. Presso le sorgenti termali e i pozzi sacri vennero eretti dei santuari e molto spesso erano luoghi di celebrazioni delle feste o meta di pellegrinaggio. continua

L’ONDINA – GUARDIANA

I Greci le chiamavano Nereidi/Ninfe[1]  e i Germani ondine, figlie del dio del Mare Aegir e di Ran, la ladra perchè con la sua rete intrappolava le navi per trascinarle negli abissi. Nove erano le ondine marine dai nomi che ricorrono nelle saghe norrene: andavano in soccorso dei naviganti e cercavano di proteggerli, cavalcavano i delfini, danzavano e cantavano sugli scogli accompagnandosi con la lyra.
Ma queste ondine marine le confondiamo spesso con le sirene[2] donne con la coda di pesce, creature mitologiche in grado di mutare forma.

LE NINFE DELLE ACQUE

In qualità di ninfe delle acque le ondine sono più spesso associate alle acque della terra ferma e vivono nei boschi e in luoghi solitari, spiriti infantili e curiosi, sono raffigurate come belle ed esili fanciulle dalla sessualità spregiudicata.

In base alla tradizione che le vede protagoniste, la natura delle ondine cambia da benigna in maligna, innocua, amichevole o vendicativa. Esse vengono rappresentate come splendide creature, con vaporosi e lunghissimi capelli, ornati di fiori e conchiglie, che vestono le spalle e il seno; abitavano le insenature di fiumi, scogli, grotte, argini informi, laghi, sorgenti, stagni e cascate; amavano la danza, il canto e adoravano intrattenersi filando e tessendo vicine all’acqua, elemento al quale sono indissolubilmente legate, e per questo erano governate dai moti della Luna. Di indole benevola e pacifica, erano, però, implacabili se ingannate o umiliate. Secondo la tradizione, le ondine sono prive di anima, che non possono ottenere finché non sposano un mortale dando alla luce un figlio; un aspetto che le ha rese celebri nella letteratura romantica e tragica. (Denise Sarrecchia[3])

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L’Ottocento le trasforma in incantatrici romantiche plasmando due casi esemplari Ondina e Lorelei.

“Ondina e Lorelei si rivelano in questo senso due casi esemplari di incantatrici nel panorama culturale del primo Ottocento: si tratta di figure nate dal folclore di area franco-tedesca, divenute in seguito protagoniste indiscusse dell’immaginario romantico, giovani eroine tormentate dalla passione amorosa, anime inquiete alla ricerca della pace interiore. Pur presentandosi come fanciulle indifese, Ondina e Lorelei rivelano un forte legame con il mondo della morte. La loro presenza all’interno delle storie popolari che confluiranno nel processo di codificazione letteraria del genere fiabesco nel XIX secolo non è dunque casuale: le fiabe, infatti, possono essere considerate narrazioni dell’incontro dell’uomo con la morte.” (D. Stucchi -tratto da Le incantatrici )

Lorelei, la ninfa del Reno

[1] Derivanti dalla mitologia greca, le Nereidi, ninfe del Mar Mediterraneo, erano le cinquanta figlie di Nereo, un vecchio dio marino e della oceanina Doride, sua sposa. Di natura benevola e immortale, avevano una fisionomia seducente e fascinosa, si presentavano come splendide creature dagli occhi chiari, dai capelli ricci e vaporosi ornati di perle, che cavalcavano delfini o accompagnate da carri trainati dai Tritoni. Esiodo ne nominò cinquanta, Omero soltanto trentaquattro, mentre successivi mitografi parlarono anche di cento ninfe marine, la prima delle quali era Anfitrite, diretta emanazione di Doride. Vivevano nelle profondità del mare, personificavano i movimenti delle onde, il loro colore, e spesso salivano in superficie per aiutare i marinai e i viaggiatori, oppure, in base alla leggenda, per attirarli e affogarli.
https://diacritica.it/strumenti/undine-il-mito-dietro-la-leggenda.html
[2] https://terreceltiche.altervista.org/sirena-del-mare/
[3] https://diacritica.it/strumenti/undine-il-mito-dietro-la-leggenda.html

FONTI
https://terreceltiche.altervista.org/sea-song/creature-del-mare-nella-mitologia-celtica/
http://oltreildipintoelastoria.blogspot.it/2012/10/undine.html
http://almacattleya.blogspot.it/2013/03/la-storia-di-ondine.html
http://www.elfland.it/acqua.htm
http://ontanomagico.altervista.org/culto-acque.html
http://www.swissinfo.ch/ita/cascate–e-l-acqua-si-lancia-nel-vuoto/8358294

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Pubblicato da Cattia Salto

Amministratore e folklorista di Terre Celtiche Blog. Ha iniziato a divulgare i suoi studi e ricerche sulla musica, le danze e le tradizioni d'Europa nel web, dapprima in maniera sporadica e poi sempre più sistematicamente sul finire del anni 90

4 Risposte a “Ondina spirito dell’acqua”

  1. “Lorelai” è anche il ritornello di un tradizionale inglese interpretato dagli Steeleye Span nel 1971 (“Marrowbones” da “Ten Map Mop…”) che Massimo Bubola copia per il brano omonimo inserito in “Marabel” del 1979.

  2. Ciao bellissimo argomento al quale sono molto legata…
    Ti invio un post dal mio blog che riguarda la connessione alle energie delle Sirene:
    Connessione con le energie delle Sirene
    Abbiamo parlato dell’energia degli elementali dell’acqua…
    Oggi vi segnalo il nuovo brano di Musika Magika dedicato proprio
    alla connessione con le energie delle Sirene… http://missangelshine.blogspot.it/2016/05/connessione-con-le-energie-delle-sirene.html

    Mermaids Whisper

    DESCRIZIONE
    Italiano
    Mermaids Whisper, un portale incantato per aiutarvi nella connessione con le magiche energie delle Sirene. Questo brano dà inizio a una nuova collezione di musiche e meditazioni creata per facilitare la connessione con le energie degli Elementali.
    Chiudete gli occhi e lasciatevi abbracciare dalle amorevoli vibrazioni curative e calmanti delle Sirene del Mare e apritevi alla connessione con la loro energia!
    Per sapere di più sull’energia degli elementali dell’acqua,
    ecco il link Gli Elementali dell’acqua.

    English
    Mermaids Whisper is an enchanted musical portal to help you connect with the magical energies of the Sea Mermaids. It’s the beginning of a collection of music and meditations (guided meditation available in italian for now), created to discover and connect to the energies of the Elementals.
    Close your eyes and let yourself be embraced by the loving and soothing energies of the Mermaids.

    download su cdbaby

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